FIRMA IL NOSTRO TESTO: APPOGGIAMO LO SCIOPERO GENERALE DEI METALMECCANICI
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Lo sciopero generale dei metalmeccanici del 28 Gennaio è un appuntamento importante, forse decisivo. Ormai il gioco del padronato italiano si è fatto chiaro. La FIAT aveva imposto un contratto arretrato e che ledeva i diritti dei lavoratori a Pomigliano giustificandolo con la situazione “particolare” dello stabilimento campano. Si era detto che Marchionne portava investimenti in zone depresse e qualche sacrificio bisognava pur farlo. I vari sindacati di categoria, a parte FIOM e Cobas, accettarono questo unicum. Il referendum confermativo – meno diritto o licenziamento – fu approvato dai lavoratori con il 63% dei consensi, non proprio un plebiscito davanti ad una scelta di vita o di morte.
Poi è stata la volta di Mirafiori, un’altra eccezione, e questa volta ci dissero che invece di andare in Canada o in Brasile, la FIAT manteneva lo stabilimento storico piemontese e che bisognava capire, il settore auto è in difficoltà non solo in Italia e, nuovamente, qualche sacrificio bisognava pur farlo. Ancora una volta i sindacati, con la solita esclusione di FIOM e Cobas, accettarono le condizioni capestro. Gli operai chiamati al voto non furono particolarmente convinti ed i sì tra le tute blu, quelle maggiormente colpite dal contratto voluto dalla FIAT, prevarlsero per appena 9 voti. In un contesto così difficile, migliaia e migliaia di operai hanno avuto il coraggio di dire no. Hanno messo non i loro diritti, ma i diritti di TUTTI davanti al proprio lavoro, alla propria vita. Hanno votato per perdere il lavoro ma difendere la democrazia.
Ora Federmeccanica vuole estendere il nuovo contratto a tutto il settore metalmeccanico, svelando il vero intento degli imprenditori: riscrivere il contratto sociale ed addirittura i diritti individuali sanciti dalla Costituzione, magari con l’utilizzo di referendum che sarebbero chiaramente illegittimi se proposti al di fuori delle fabbriche e che sono strumentali a frammentare il fronte dei lavoratori in difesa dei loro diritti. Ma le fabbriche non sono zone franche in cui la democrazia non entra. Non ancora, almeno.
Lo sciopero del 28 Gennaio non difende solo le condizioni di lavoro, pur importanti. Difende la Costituzione, difende l’idea di un’Italia migliore e più giusta. Non possiamo chiedere agli operai di combattere per tutti noi, non possiamo lasciarli soli. Non vogliamo una democrazia in cui i diritti si comprano con i ricatti, non vogliamo un paese in cui si scambia la dignità col denaro. Il 28 Gennaio saremo tutti operai, al fianco della FIOM a difesa della Costituzione, dei diritti, della dignità