martedì 6 novembre 2012

Governabilità e legge elettorale: c'è chi confonde il dito con la luna

Il PD si indigna per il cambio - per ora solo in Commissione - della legge elettorale. Vendola e Di Pietro salgono sulle barricate. Ma è davvero sta vergogna? Cerchiamo di capire.

Com'era la legge come diventerebbe?
Il Porcellum tuttora in vigore stabilisce che alla Camera la coalizione vincente raggiunga automaticamente il 55% dei seggi a prescindere dal risultato ottenuto nelle urne. Ipoteticamente, con 10 mini-partiti anche un partito che vincesse con l'11% si vedrebbe moltiplicata per 5 la sua rappresentanza. Non è questo il caso, per fortuna. Ma al momento i sondaggi più affidabili danno l'alleanza tra PD e SEL attorno al 32-34%. Un premio di oltre il 20% quasi raddoppierebbe gli eletti di quella coalizione (circa l'80% in più dei seggi rispetto a quelli ottenuti col voto popolare). Con la modifica approvata al Senato, per raggiungere il premio di coalizione sarebbe ora indispensabile ottenere almeno il 42% dei voti popolari (13% di premio, equivalente circa al 30% dei voti espressi).
Che dire? Pare una scelta di civiltà. Il PD può arrabbiarsi finchè vuole, ma un paese in cui il primo partito si vede raddoppiati i voti in nome di una pretesa governabilità è una sorta di paese delle banane, in cui ci prendono in giro gli elettori, in cui non esiste nemmeno un criterio minimo di rappresentanza democratica. Più che un voto, una partita a carte con un asso piglia-tutto. Immorale. 
Chiariamoci subito: non ci sono dubbi che PDL&C. abbiano votato la modifica per tagliare le gambe a PD-SEL, si tratta di un gioco sporco. Ma non meno sporco erano i tentennamenti del PD che continuava a prendere tempo per non cambiare la legge e per vincere le elezioni anche senza consenso. Ognuno sembra tirare solamente l'acqua al suo mulino, fregandosene della salute della democrazia italiana.

Il Porcellum garantiva govrnabilità?
Ma veniamo pure all'accusa dei democratici secondo cui non si vuole un governo stabile per governare il paese. Ma è davvero così? Intanto pare dubbio che questo Porcellum sia una garanzia di governabilità: inaugurato nel 2006 ha visto prima una maggioranza risicata (al Senato, dove la legge con relativi premi è basata a livello regionale e non nazionale) del centrosinistra, con governo durato 2 anni. E poi una maggioranza netta di centrodestra caduta formalmente un anno e mezzo prima delle elezioni ma andata in soffitta già dal 2010 con l'uscita di FLI (anche in questo caso la maggioranza è durata dunque poco più di 2 anni). Un disastro, per la governabilità. Le cose non erano andate meglio con il Mattarellum - governi instabili sia di centrodestra che di centrosinistra.  E pensare che anche il maggioritario era stato scelto, a inizio anni 90, per stabilizzare i governi.

Il problema sono i partiti non la legge elettorale
Quello che i partiti (e soprattutto il centrosinistra) italiani non hanno ancora capito è che non sono le leggi elettorali, non sono le istituzioni artificiali a cambiare i sistemi politici, le cui radici sono ben più profonde. La frammentazione dei partiti italiani, la loro scarsa rappresentatività, l'esistenza di interessi locali e corporativi esistono sotto qualsiasi legge, sotto qualsiasi meccanismo. L'incapacità dei partiti moderni di attrarre consenso non è certo dovuta alla legge elettorale, ma ai propri difetti congeniti, su cui ci sarebbe molto da dire. Il PD cercava l'ennesima scorciatoia per non affrontare la devastante crisi politica che attraversa l'Italia. Ma se non sarà capace di governare non sarà certo colpa di una legge. In nessun paese si vince con il 28%. E se non si è capaci di prendere più voti, toccherà farsi una ragione di fare compromessi con l'avversario. Si chiama, in fondo, democrazia. 


Se ti è piaciuto questo post, clicca sul simbolo della moschina che trovi qui sotto per farlo conoscere alla rete grazie al portale Tze-tze, notizie dalla rete

Una Weimar Ellenica

di Nicola Melloni
da Ombre Rosse


Qualche settimana fa il primo ministro greco Samaras ha messo in guardia l’Europa: la democrazia greca è a grave rischio e ricorda quella di Weimar prima dell’ascesa al potere di Hitler. Una provocazione molto forte, tenuta in nessuna considerazione dalle cancellerie europee e che è passata inosservata sulla maggior parte dei media italiani. Il paragone sembra davvero essere molto forte, ma non proprio campato in aria. La storia del XX secolo ha insegnato che le crisi economiche e la caduta in disgrazia dei regimi democratici hanno spesso portato a soluzioni autoritarie e reazionarie. In Germania l’ascesa dei Nazisti al potere fu impetuosa ed avvenne in concomitanza con la grande Crisi del '29. Nel 1928 i nazisti avevano poco più del 2%, due anni dopo erano già al 18 e nel 1933 conquistarono il potere con oltre il 37%. Nel frattempo la disoccupazione era arrivata al 33%, grazie anche alle politiche di austerity dei vari governi “tecnici” che si susseguirono in Germania in quegli anni. Ad Atene non siamo ancora a questi livelli ma l’austerità ha minato le fondamenta del contratto sociale che rende possibile il normale svolgimento della vita pubblica. La maggioranza dei giovani sono disoccupati; la classe media sta ormai sparendo; il potere di acquisto è crollato; ed i servizi pubblici, a cominciare da scuola e sanità, sono al collasso. Soprattutto non sembra esserci nessuna via d’uscita, il rapporto debito/pil peggiorerà più del previsto il prossimo anno, sfiorando il 190% e richiederà, una volta di più, nuovi tagli. Al momento la crisi ha portato soprattutto all’impetuosa avanzata di Syriza che quasi solitaria si è opposta al memorandum europeo, pur volendo rimanere nella Ue - ma da membro paritario e non come junior partner senza alcun diritto di voto. Le forze della conservazione si sono arroccate dietro Nuova Democrazia che rappresenta tutto quel sistema clientelare che ha governato la Grecia negli ultimi 30 anni. Ma mentre la disoccupazione cresce ed il vecchio sistema politico pian piano si incrina, un fetore di marcio comincia a salire in superficie. I nazisti di Alba Dorata che han preso il 6% alle ultime elezioni sarebbero ormai già in doppia cifra, secondo praticamente tutti i sondaggi. La loro azione politica non è dissimile dallo squadrismo nazi-fascista degli anni '20 e '30. Picchiano gli stranieri e ne distruggono banchetti e negozi. Prendono d’assalto teatri che ospitano spettacoli a loro sgraditi. Marciano alla luce del sole sotto lo sguardo compiaciuto della polizia, decisamente infiltrata dall’estrema destra. Tra gli agenti in strada pare che qualcosa come il 50-60% simpatizzino attivamente per Alba Dorata. Non è davvero un caso allora che la stessa polizia si sia resa protagonista di comportamenti molto simili a quelli tenuti delle nostre forze dell’ordine durante il G8 di Genova. Botte gratuite ai manifestanti, arresti illegali, torture sistematiche nelle caserme. La politica istituzionale assiste inerme, quando non compiaciuta. Il Pasok è ormai sparito ma continua a sostenere un governo legato mani e piedi dalla troika. Nuova Democrazia pretende di ergersi come l’unico partito tradizionale, contro la sinistra e la destra, ma il suo esecutivo continua una politica di austerity che è insensata agli occhi di tutti, mentre difende con le unghie e con i denti i privilegi di una striminzita ma influente classe di truffatori e sfruttatori. Sia il governo attuale che quello precedente si sono rifiutati di pubblicare una lista di grandi evasori data a Venizelos (l’ex primo ministro socialista) dal Fondo Monetario e dalla Ue. Troppi nomi grossi erano coinvolti nello scandalo. Ma quando un giornalista coraggioso, Kostas Vaxevanis, è riuscito a pubblicare i nomi degli evasori, ecco che la giustizia greca, immobile fino a quel momento, si è messa immediatamente in moto. Non perseguendo gli evasori, ma arrestando il giornalista. Alla faccia del caso Sallusti – ecco quel che vuol veramente dire stampa imbavagliata. In una situazione di questo genere è inevitabile che la fiducia nella democrazia e nelle sue regole vengano meno. I cittadini vedono che lo squadrismo resta impunito; che la polizia viola i diritti umani; che i soliti noti godono dell’impunità più sfacciata mentre chiunque si opponga viene messo a tacere, con le buone o con le cattive. Soprattutto, i cittadini greci vivono in un paese a sovranità limitata, non più padroni del loro destino, non più in grado di esprimere la loro opinione. In tutto questo l’Europa non batte ciglio. Anche il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato ultimamente diversi studi che spiegavano quanto fosse controproducente l’austerity. La stessa Christine Lagarde ha richiesto una tempistica diversa per ripagare il debito, in effetti sposando la richiesta di Samaras di aver un po’ più tempo per rimettere a posto i conti. Ma nulla da fare, la politica europea non è disposta a transigere. Almeno sui numeri, mentre sull’etica è tutto un altro discorso – Merkel&C. hanno tifato ed aiutato Nuova Democrazia in ogni maniera pur sapendo che proprio quelle stesse persone che stavano per tornare al governo erano state le principali protagoniste del disastro greco, e pur sapendo benissimo che quella lista di evasori e ladri chiamava in causa proprio conservatori e socialisti che siedono ora al governo. E’ un Europa cieca che si rifiuta di vedere a quali disastri stia portando il rigore finanziario, proprio come fecero i governi tedeschi tra il 1928 ed il 1933. I poteri tradizionali lottano col coltello tra i denti per mantenere le loro posizioni di privilegio, per ora attaccati alla sopravvivenza della vecchia politica clientelare che ha però ormai finito i soldi da distribuire.  La classe politica è ormai delegittimata, le istituzioni democratiche cominciano a vacillare, come i fatti sopraelencati chiaramente dimostrano.  La soluzione neo-liberale di restringere tutti gli spazi di democrazia attiva rischia di non poter reggere l’urto della crisi economica e dell’esplosione sociale. Il tempo per risolvere questa situazione sta rapidamente finendo e se si continuerà ad andare avanti di questo passo il parallelo con Weimar rischia di diventare drammaticamente attuale.

http://www.controlacrisi.org/notizia/Economia/2012/11/2/27897-finestra-internazionale-una-weimar-ellenica/

Se ti è piaciuto questo post, clicca sul simbolo della moschina che trovi qui sotto per farlo conoscere alla rete grazie al portale Tze-tze, notizie dalla rete