Quando tutti zigano, tu zaga.
Legge di Yobaggi
Ci rifiutiamo di credere che Veltroni avesse ragione un mese fa quando invitava, non a caso dalle pagine Repubblica, il proprio partito a non farsi scippare dal centrodestra quel gran tesoro che è il riformista governo Monti e, soprattutto, ad accogliere la riforma del lavoro senza tabù.
Se il tabù in questione si supera accettando supinamente una riforma del lavoro fatta senza concertazione, di spalle a tutti gli agenti sociali e perfino contro l'opinione dei partiti, allora è vero che questo tabù dobbiamo toglierlo di mezzo. E la via per toglierlo di mezzo è una sola: che Bersani voti contro, che si faccia volentieri scippare dal riformista Monti quei pezzi arrugginiti di partito che è ora di perdere per strada (Veltroni per primo; a ruota D'Alema, Letta, Latorre, Fioroni ed il fu rottamatore Renzi, magari, solo per citarne alcuni) e che con questo gesto ponga la prima pietra di una rigenerazione socialista ancora molto nebulosa nei suoi componenti ma di cui società e politica sentono forte l'esigenza. E se dopo aver causato un tsunami del genere avesse anche l'ardire di togliersi davvero dai c..., perché siamo tutti qui da vent'anni, oltre ad onorare le sue stesse parole potrebbe anche vantarsi di avere davvero smacchiato impeccabilmente il giaguaro.
E' questo il momento di rammendare con amore lo strappo di non essere sceso in piazza col lavoro quasi due settimane fa, con una scusa che era una pippa; di dire a voce alta e senza tentennamenti che in questa riforma non c'è risposta alcuna alla mancanza di lavoro; che gli ammortizzatori sociali non ci sono per tutti e ciò sarà causa di ulteriori, laceranti discriminazioni anche per le generazioni future; che cancellare l'articolo 18 significa dare un calcio in culo ad ogni singolo lavoratore che sia cosciente di 100 anni di lotte per i propri diritti e pretendere di assumere al suo posto solo tabulae rasae prive di ogni coscienza civile e comode da usare e gettare.
Questo ci si aspetta da un partito il cui responsabile delle politiche economiche e sociali scrive nel suo ultimo libro che il lavoro viene prima di tutto e che lo scopo della crescita economica è la crescita della persona (“persona umana”, dice lui, per la verità; la persona è sempre un individuo della specie umana, in realtà, aggiungo io. Stefano, ti passo con affetto la "Legge di Jones sull'editoria": Gli errori si vedono solo quando il libro è stampato).
Dai Pierluigi, buttati a sinistra, che a farti da sponda più di qualcuno c'è. Come minimo ci sono Nichi e Tonino. Dai, che non siam mica qua a fare il parmigiano col latte di soia, che è quel che vogliono Monti e Fornero.
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