lunedì 7 novembre 2011

Tutto e subito
Di Nicola Melloni

In tempi di crisi si richiedono decisioni straordinarie, scelte rapide, cambiamenti epocali per risolvere i problemi. E si sostiene che è l'unica maniera per uscire dal tunnel. In fondo è la rivincita del massimalismo, che in Italia viene associato con la sinistra radicale (neanche questa volesse la rivoluzione) ma che in realtà è semplicemente un programma politico che non viene a patti ma vuole tutto (il massimo) e possibilmente subito.

E' la shock therapy di cui avevo parlato qualche tempo fa.

Non contesto il metodo, penso che sia ora di un programma massimalista perchè la crisi richiede interventi rapidi (subito) e di grande portata (tutto). Altrimenti la barca affonda.

Il problema è che sono le sbagliate le ricette proposte. L'Italia ha bisogno di una shock therapy perchè i suoi conti non sono in ordine? No. Il debito è altissimo ma lo è sempre stato da oltre vent'anni. Il panico finanziario è frutto dell'irrazionalità dei mercati, non di una situazione contingente che riguarda l'Italia. Le pensioni devono essere riviste? No, perchè la previdenza ha i conti in ordine ed è l'assistenza a far sballare i conti. Il mercato del lavoro deve essere riformato? No, perchè lo è già stato, perchè i contratti in entrata sono già flessibili
e quindi la nuova riforma flessibilizza solo l'uscita, altro che incentivi ad assumere.

Soprattutto, da un punto di vista macroeconomico, le politiche pubbliche italiane (che sono a mio parere comunque da cambiare) sono più che sostenibili ed il debito è quasi esclusivamente colpa dell'evasione fiscale. Se non ci fosse quella, non saremmo messi così male. Quindi l'intervento andrebbe fatto soprattutto su quello che non funziona.

Ma soprattutto il tutto e subito andrebbe indirizzato alle vere cause della crisi. Subito si dovrebbe intervenire sul sistema finanziario che ha dato inizio a tutto. Subito si dovrebbe dividere le attività di retailing da quelle speculative. Subito bisognerebbe ridurre la dimensione delle banche con nuove leggi anti-trust che eliminino il too big too fail ed il soft budget constraint delle banche. Subito si dovrebbe mettere la Tobin Tax , subito bisognerebbe limitare i movimenti di capitale. Subito soprattutto bisognerebbe cambiare lo statuto della
BCE, impegno per l'occupazione e non solo per l'inflazione, obbligo per la stessa BCE di essere lender of last resort e comprare i bond dei paesi in difficoltà, come fanno tutte le banche centrali del mondo. Subito, soprattutto si dovrebbe fare una Europa politica, in cui a cedere sovranità non sia solo la Grecia che non può fare referendum o l'Italia, la cui politica economica viene decisa all'Euro Tower, ma tutta l'Europa, a cominciare dalla Germania che ha colpe ben maggiori dell'Italia in questa crisi.

Il tutto e subito non lo si può chiedere solo ai popoli. Basta con i piccoli passi, o presto ci ritroveremo con niente.

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La crisi, i miti e gli eroi della Grecia*.
Ripassino mitologico del lunedí. Di Monica Bedana

Disse il Nobel dell'economia Stigliz nel foro di Davos all'inizio dell'anno:
Le banche si sono fatte carico di rischi eccessivi. Gli imprenditori si sono indebitati troppo. I regolatori del mercato l'hanno permesso. E adesso i contribuenti devono aiutarli a pulire tutto il pattume, cosa che farà salire alle stelle il debito degli Stati e finirà per ripercuotere negativamente sui beni pubblici.

Fu compito di Prometeo, il preveggente, separare per sempre gli uomini (i contribuenti greci, incoscienti sperperatori sfaccendati con i conti sempre in disordine) dagli dei (i banchieri), facendo incacchiare Zeus (la solita troika), che per ripicca nascose il fuoco (l'ultimo fondo di salvataggio al Paese).

Dice Paul Krugman che nonostante quella greca sia senza dubbio una tragedia, il pericolo attuale viene dal panico bancario che incute l'Italia.
Panico, sostantivo che si rifà al dio Pan, grande divinità fallica provvista di corna e di zampe di caprone; dominava inizialmente l'Arcadia, poi l'Arcore. Faceva cucù alle ninfe e diventava di cattivo umore se qualcuno lo svegliava dalla pennichella . Per tutto il resto, nella storia dell'Olimpo era un tipo che non aveva nessuna rilevanza.

Chi investe teme una sospensione dei pagamenti ed esige quindi un tasso di interesse via via più alto al debito di certi Paesi: un circolo vizioso in cui la profezia dell'insoluto potrebbe compiersi. Lo dice il solito Krugman, discendente diretto di Cassandra (per la verità 'ste cose le dice anche il nostro Melloni ma lui per fortuna viene sempre creduto).

Debito alle stelle, dall'Olimpo Zeus ordina forti tagli alla spesa pubblica: come sempre, fine dei bagordi per Atena, per Efesto, per i fabbri ed i metalmeccanici in generale e per Asclepio, che passa a pagare il ticket sanitario.

Gli Stati impiegano ingenti quantità di denaro -ottenuto dall'indebitamento pubblico- a sostenere quelle banche che, una volta alimentate da questi fondi, esigono interessi sempre più alti per investire nello stesso debito che le ha salvate. Questo è il mito di Sisifo, la cui punizione rappresenta l'inutile tentativo di allontanare da sé la sorte ineludibile di tutti i mortali ed imposta dal Sistema, cioè quella di finire in malora. E giù negli Inferi, Sisifo spinge eternamente una pesantissima pietra sulla sommità di un monte, ma ogni volta che sta per raggiungere la cima la pietra rotola di nuovo verso il basso. E schiaccia i diritti sociali.

Riuniti a Cannes, gli dei dell'Olimpo chiamano a banchetto Tantalo-Papandreou, il cui regno non è poi ricco come si voleva far credere, tanto che per pagare il pranzo alle divinità Tantalo è costretto a mettere in pentola il proprio figlio, di nome Referendum. Zeus scopre l'inganno e lo castiga obbligandolo a stare immerso in uno stagno pieno di liquidità, tormentato dalla sete ma senza poter bere: ogni volta che china la testa, l'acqua sparisce come risucchiata e ai suoi piedi si mostra la terra oscura, brulicante di indignados.

Quando riuscirà il genere umano a riprendersi il fuoco della sovranità nazionale nascosto da Zeus?

*La mitologia greca è una cosa seria. Classica lettura consigliata: Károly Kerény, Gli dei e gli eroi della Grecia, Garzanti.

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Gli aggiornamenti delle rubriche di "Resistenza Internazionale", 7 novembre 2011

"Serenissima":
Donne, insulti e Truffaut


“Jules e Jim”, il film di Truffaut, compie cinquant'anni e ci sono in giro troppi uomini che ancora non l'hanno visto, temo. O che, se per sbaglio l'hanno visto, non l'hanno evidentemente capito. Un peccato, perché mezzo secolo dopo il film è ancora una validissima dimostrazione di come si dovrebbe finalmente intendere la parità tra i sessi senza nemmeno bisogno di nominarla, né di tirare in ballo continuamente la dignità ed il rispetto, che a forza di conclamarli si stropicciano...leggi tutto l'articolo

"Rassegna Stampa"
"Se la democrazia diventa un optional"
Di Rossana Rossanda da "Il Manifesto". Clicca sul titolo per leggere l'articolo.