Sembra
di vivere un incubo. Le risposte che il governo italiano e l’Unione Europea
stanno dando a questa drammatica crisi sembrano fatte in maniera tanto
superficiale e incompetente da non sembrare neppure vere, uno scherzo di
pessimo gusto in un momento che invece richiederebbe la massima serietà. Lo
avevo scritto su Liberazione, lo ha confermato oggi Mario Monti sul Corriere:
l’Italia è stata commissariata dalla Banca Centrale Europea che ha cominciato a
comprare titoli del nostro debito solo dopo aver costretto il governo ad
accettare una nuova stretta sui conti Il podestà forestiero / Mario Monti / corriere della sera. Le finanziarie ormai si fanno a
Francoforte, ed il Parlamento viene ridotto a teatrino, utile solo per mettere
il timbro su decisioni prese da altri. Sperando che almeno questa volta
l’opposizione parlamentare non faccia buon viso a cattivo gioco e decida di
combattere per la sovranità del nostro stato.
Il
punto non è solo formale, per quanto le regole formali, in democrazia, siano
decisive. Le scelte di Trichet avvallate dal duo Berlusconi-Tremonti che hanno
pure il coraggio di metterci la faccia sono talmente assurde da sfiorare il
ridicolo. Da una parte si cerca di modificare l’Articolo 41 della Costituzione
(della cui importanza avevamo già scritto su Resistenza Internazionale http://resistenzainternazionale.blogspot.com/2011/03/pensieri-sulla-nostra-costituzione.html) per
togliere ogni vincolo di natura sociale, economica ed ambientale al mercato,
come se la crisi che viviamo non fosse il risultato delle eccessive
liberalizzazioni dei mercati finanziari, non adeguatamente regolati. Un
notevole salto della quaglia per il nostro ministro dell’economia che da anni
critica gli eccessi del mercato salvo poi imbracciare l’armamentario ideologico
del liberismo più qualunquista nel momento del dunque. Dall’altra, si cercano
di rassicurare i mercati mettendo in Costituzione il vincolo di bilancio, circa
la stessa domanda dei Tea Party americani che pretendono un obbligo simile in
America. Decisamente una bella compagnia, non c’è che dire. Si fa veramente
fatica a capire come qualsiasi persona dotata di buon senso possa concepire una
follia di tale portata. Il divieto per legge della spesa in deficit vuol
semplicemente dire che in periodi recessivi il governo non solo non potrà
aumentare le spese per rilanciare l’economia, ma neppure potrà mantenerle
inalterate. Date le minori entrate (in recessione le imprese guadagnano meno e
quindi pagano meno tasse) lo stato dovrà stringere la cinghia, in tal maniera
riducendo ulteriormente la domanda aggregata e quindi peggiorando il ciclo
economico. Avevamo già capito che questi liberisti d’accatto l’economia non la
conoscono bene, ma ora pare che non abbiano neanche mai studiato la storia.
Certo, la cosa, per quanto riguarda Berlusconi non può sorprenderci, ma che
Tremonti e Trichet non conoscano la crisi del ’29, beh, ci dà la misura della
qualità di chi ci governa. Aiutiamoli a ripassarla. Il pareggio di bilancio e
il ridotto ruolo dello stato nei periodi di crisi furono i principi ispiratori
di Herbert Hoover, il presidente americano che si trovò a fronteggiare il
crollo di Wall Street. I risultati, è questione di numeri, non di opinioni,
furono disastrosi, la recessione
diventò catastrofica e ci vollero Roosvelt e il New Deal e massicce iniezioni
di spesa pubblica per risollevare l’economia americana. Si fosse avuta, invece,
una bella leggina che obbligava il governo a mantenere i conti in ordine, il
capitalismo americano sarebbe finito circa da una ottantina d’anni. Pur
rammaricandocene possiamo anche capire che Tremonti e Trichet non ricordino gli
studi di gioventù, ma dove sono stati in questi ultimi quattro anni? Dormivano
come quando erano a scuola? Perché senza gli interventi governativi, con
relativo deficit, tutte le grandi banche internazionali avrebbero fatto la fine
di Lehman, la finanza sarebbe scomparsa, l’industria sarebbe crollata ed i
risparmiatori avrebbero perso tutti i loro averi. E’ questo quel che si vuole?
Probabilmente no, e quindi ecco la solita pantomima italiana. Fare una legge
costituzionale sul pareggio di bilancio che senso ha? Che se un governo nel
futuro spenderà più di quanto incasserà allora i suoi ministri saranno
processati per alto tradimento? Che la Corte Costituzionale bloccherà le
finanziarie approvate dal Parlamento trasformandosi in Corte dei Conti e
imponendo d’ufficio l’esercizio provvisorio? La risposta più logica è che i
nostri governanti non siano solo inetti ed incapaci ma anche dei pagliacci. Se
sono costoro a dover rassicurare i mercati, auguri.
Nicola Melloni
e
un link a un video
qualcuno aveva capito tutto 30 anni prima, altro che libertà d'impresa...