mercoledì 28 marzo 2012

La speranza si chiama Andalusia
Di Monica Bedana



Tutto sembra congiurare contro un libero e sereno esercizio del diritto allo sciopero generale di domani in Spagna. Probabilmente sciopereranno solo i kamikaze disposti a perdere quei 113 euro spietatamente calcolati e sbandierati dalle testate di economia.
Gli impresari da giorni stanno annunciando che boicotteranno i picchetti informativi perché, in linea col Governo e le recentissime direttive dell'UE, “in questi tempi di crisi ciò che meno necessita il Paese è uno sciopero generale”; l'accordo per i servizi minimi non è stato raggiunto in ben 8 regioni; i dati macro pervenuti oggi dagli Stati Uniti hanno seminato il panico nell'Ibex 35; infine, da giorni si vocifera di un piano di salvataggio da parte dell'UE per ristrutturare le banche spagnole, nonostante Monti vada per il mondo a predicare che “la crisi della zona euro è quasi terminata”.

La giornata di sciopero precederà quella in cui il Governo presenterà al Parlamento la riforma del lavoro. Il clima è teso come una corda di violino non solo per le fortissime penalizzazioni previste dalla riforma per i lavoratori - molto simili a quelle su cui si sta discutendo in Italia - , ma anche per la mancanza totale di dialogo previo, di possibilità di trattativa tra Governo e parti sociali. O meglio, tra Governo e sindacati, perché in realtà la riforma gode del plauso unanime del mondo imprenditoriale. Il Governo liberista che sotto la guida di Aznar fomentò a dismisura la bolla nell'edilizia e favorí l'anarchia tossica del settore bancario, tornato al potere sa fornire un' unica ricetta affinché l'economia spagnola torni ad essere competitiva: comprimere all'osso i salari e, con essi, i diritti dei lavoratori. E porgere all'Europa come un trofeo il risultato dello scempio sociale.

Ma non tutto sarà più blu per Rajoy dopo le elezioni in Andalusia di domenica scorsa. Lí continueranno a governare i socialisti pur avendo perso 9 deputati; lo faranno con il contributo essenziale di Izquierda Unida, che ne ha guadagnati 6. L'opposizione al Governo si sposterà quindi in blocco in Andalusia, il futuro vero barometro della tendenza politica del Paese; ed Izquierda Unida ne  sarà il motore. Perché l'Andalusia è la regione più popolosa della Spagna, quella che più dipende dagli aiuti dello Stato, quella che ha più disoccupati. Solo da lí potrà ripartire la riconquista dello stato sociale grazie ad un partito che senza esitazioni si è schierato col sindacato, con i lavoratori e la loro lotta per il futuro.
“Nos vemos en las calles”, ci vediamo per le strade, il messaggio di Izquierda Unida per domani e per l'Europa. Per la sinistra di tutta Europa.

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Gli aggiornamenti delle rubriche di "Resistenza Internazionale"

"The City of London":
La fine della concertazione: era ora!

La contro-riforma Fornero sul lavoro ha un obiettivo chiaro, e non è certo la riforma dell'art.18, che ha effetti pratici piuttosto limitati. Di sicuro non aiuterà l'occupazione, questo lo può capire chiunque e lo sanno benissimo sia Fornero che Monti.

Molto più importante, per il governo dei tecnici, far passare 2 questioni di principio, che sono nel DNA della destra liberista. Uno è il modello Marchionne, in fabbrica comanda il padrone ed il lavoro è una semplice merce. Che esista un mercato del lavoro, e che quindi il lavoro stesso sia una merce è, ovviamente, una lapalissiana verità. Il problema sono, come sempre, le leggi e le istituzioni che regolano un mercato, ed in questo caso si tolgono protezioni al lavoro e si dà mano libera al capitale...leggi tutto l'articolo

"Serenissima":
Perché mia nonna dovrebbe pagare l'IMU sulla seconda casa?

Pauper ubique iacet.
"Il povero è comunque a terra". E' un motto di Ovidio.

Il Governo Monti ci obbliga, giorno dopo giorno, a mettere in piazza le cose di casa, l'intimità familiare, per denunciare cosa ci sta succedendo. E anche questo è ledere la dignità di un cittadino. E' doloroso ma nemmeno oggi ho scelta, racconto una storia da com-patire (senso latino, "soffrire insieme") sicuramente vissuta da altre migliaia di persone.

La mia nonna ha 90 anni e sta in una casa di riposo da tempo. Possiede una casa in cui non tornerà a risiedere e che inizia pure a cadere a pezzi. Grazie alla norma numero 13 del decreto "Salva Italia"...leggi tutto l'articolo