The City of London
"Tobin tax"
Ed ora anche la UE si accorge che la Tobin Tax e' una misura di buon senso e non una proposta demagogica di pochi (e cattivi) comunisti. Barroso la da gia' come cosa fatta, putroppo tra il dire ed il fare... .
Come funzionerebbe la TT e che effetti avrebbe?...leggi tutto l'articolo
Serenissima
"L.O.V.E."
Maurizio Cattelan è uno che attraverso le sue opere smentisce quel fastidioso luogo comune che vorrebbe (no)i veneti privi di senso dell'umorismo. In realtà ce ne vuole a iosa per raffigurare Wojtyla schiacciato dall' enorme calcolo renale di Maciel e di tutti i Legionari (l'interpretazione è mia), o per convincere il suo gallerista a travestirsi da fallo rosa per un mese...leggi tutto l'articolo
Rassegna stampa
Processo per il pestaggio di Bonsu:
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mercoledì 28 settembre 2011
Altro giro, altro regalo. Alle banche
Di Nicola Melloni
da "Liberazione" del 28/09/2011
Di fronte alla crisi dell’Euro che sta per travolgere, nuovamente, il sistema bancario internazionale, Banca Centrale Europea, Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale non sanno far altro che riproporre le stesse stantie ( e devastanti) ricette di quattro anni fa. Nuovamente si tratta di ricapitalizzare le banche i cui asset si sono drasticamente deprezzati a causa della forte esposizione che hanno nel mercato dei titoli pubblici – quello greco, in primis ma, naturalmente, anche il nostro. Nuovamente si tratta di creare nuovo debito, questa volta attraverso l’Efsf, per rimettere in sesto i vecchi debiti ormai impagabili. Già nel 2007 si salvarono le banche sommerse dai subprime, trasformando il debito privato in debito pubblico, che ha poi causato la crisi attuale. Ora si ritenta un’operazione simile, con l’Efsf che viene rimodellato, in pratica, come il fondo salva-banche istituito da Bush nel 2007. Con quale credibilità?
Quattro anni fa la misura salva banche – anche se non la sua successiva applicazione – pareva una misura di buon senso e necessaria per evitare un tracollo che avrebbe polverizzato l’intero sistema finanziario e con esso i risparmi delle famiglie e il finanziamento all’industria. Ma il salvataggio avrebbe dovuto essere accompagnato da precise regolamentazioni che evitassero l’esposizione delle banche nel futuro e che, soprattutto, non mettessero nuovamente gli Stati davanti ad una situazione senza via d’uscita, obbligandoli a salvare nuovamente le banche incapaci di governare in maniera efficiente il loro rischio. Ed invece nulla di tutto ciò è stato fatto. Nel montare della crisi bancaria del 2007 le banche erano convinte di non poter fallire, sapevano che gli Stati avrebbero fatto carte false per aiutarle, ed in effetti fu così. Erano too big to fail (troppo grandi per fallire) e questo le incentivò ad intraprendere attività rischiose, consapevoli che in caso di successo avrebbero goduto dei profitti, ed in caso di fallimento sarebbero state salvate dai governi occidentali. Ora i titoli tossici non sono più i mutui subprime, ma i titoli del tesoro di paesi europei in crisi. Nell’ultimo decennio, illudendosi che l’euro rappresentasse una garanzia a prova di bomba, linee di credito senza fondo sono state aperte verso i paesi meridionali dell’Unione, generando un massiccio innalzamento del debito pubblico, in alcuni casi (in Grecia, ad esempio), e di quello privato in altri (come in Spagna). Ed ora questi debiti non possono essere pagati.
A dispetto delle promesse fatte da Obama durante la sua campagna elettorale e dai vari G20, nulla è stato fatto in questi anni per rimettere ordine nel sistema bancario. Prima dell’estate l’Unione Europea dotava l’Efsf di risorse per risolvere la crisi greca, ma gli eventi hanno preceduto la politica ed ora si vuole innalzare la dotazione del fondo ad almeno 3000 miliardi di Euro, perchè anche Italia e Spagna sono a rischio. Non sono fondi per salvare gli Stati, i cui insostenibili debiti rimangono, ma soprattutto per evitare un altro collasso bancario. Non bisogna però farsi illusioni, l’Efsf viene creato per guadagnare tempo: dare un pò di fiato al mercato, mettere per il momento in sicurezza il sistema bancario, fermare gli attacchi speculativi, tenere artificialmente in vita un sistema già morto da quattro anni.
Intanto, i problemi di struttura rimangono. Le economie occidentali continuano a rimanere ostaggio dell’industria finanziaria e devono continuamente trovare le risorse, indebitandosi, per organizzare bail-out (salvataggi) sempre più grandi. L’Unione Europea, e soprattutto la sua componente nord-europea, continua a vedere come fumo negli occhi l’unione fiscale, non rendedosi conto che l’impalcatura istituzionale della Ue è insostenibile, che non può esistere una valuta senza un governo che abbia in mano tutti gli strumenti di politica economica. La debolezza politica e la divisione all’interno dell’Unione non può che aggravare le cose. Si va avanti di riunione in riunione, tra dubbi e discussioni, e sembra drammaticamente evidente che la sola preoccupazione sia salvare la propria baracca. Da una parte si rifinanziano le banche greche insieme a quelle tedesche per evitare l’effetto contagio tra istituti finanziari. Ma dall’altra non si fa veramente nulla per l’economia greca, anzi la si affossa con ricette economiche recessive, interessate solo al pagamento dei conti in scadenza e non alla sostenibilità di un medio periodo comunque troppo lungo per i vili interessi di bottega della finanza e della politica europea.
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