48% di votanti, e c'è pure chi canta vittoria. Si parla di successo storico, di pagina nuova per la Sicilia.
A me non sembra. I partiti che sostengono Crocetta sono (circa) gli stessi che sostenevano Lombardo, UDC e PD. Non proprio un segnale di grande cambiamento per una regione i cui ultimi 2 presidenti sono condannati (nel caso di Cuffaro, ex UDC) o sospettati (Lombardo, MPA che ancora ha grande successo in Sicilia) di collusione con la Mafia.
Crocetta sarà anche meglio dei 2 personaggi in questione - e ci vuole davvero poco - ma si porta dietro una classe politica che è invischiata fino al collo in quelle gestioni criminose. Sarà anche la prima volta che il PD vince - ma per vincere ha fatto un patto luciferino, rinverdendo quello già fatto per sostenere Lombardo. E si, ha vinto, ma ha vinto con un risultato imbarazzante, il 12% che in termini assoluti (cioè contando il 50% degli eletti) è qualcosa di patetico.
Proprio l'astensione ed il boom di Grillo (ampiamente anticipato) sono i 2 veri dati storici di questa tornata elettorale, segnalano un disagio, uno scontento che ormai ha raggiunto livelli pericolosi. Una società, quella siciliana, ma quella italiana più in generale, che si sta sfasciando, che ha perso ormai i suoi riferimenti politici, culturali ed economici, atomizzata, marginalizzata, che non trova rappresentanza. Una società post-democratica. In questo trauma collettivo sentiamo le solite raccomandazioni, i soliti appelli, a cominciare da Bersani - riporteremo gli elettori alle urne, ascolteremo il disagio. Sarebbe curioso sapere in questi anni quali fatti sono seguiti a tutte queste parole. Tanta retorica, nessun fatto. Il sospetto è che siano parole di circostanza, perché alla politica italiana fa comodo un popolo sconfitto e abbattuto, che non cerchi davvero il cambiamento.
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