I primi passi sono stati davvero disastrosi, peggio di quello che ci si poteva immaginare. Davanti a due candidati non certo di partito, ma della società civile, il M5S ha dato un segnale di confusione politica, opportunismo maldestro, incapacità.
Ma come? Il PD presenta due persone di alto profilo, che nulla hanno a che fare con la tanto famigerata casta, e il M5S li snobba? Laura Boldrini è una persona che ha speso la vita dalla parte dei più deboli, un candidato indipendente eletto da SEL proprio per rinnovare la politica. Non votarla per partito preso è stata una scelta miope, sciocca. Basta che venga dalla sinistra e non la si vota.
Al Senato è andata pure peggio. Lì non c'era un candidato vincente, c'era da scegliere e da far pendere la bilancia. Da una parte l'ex procuratore anti-mafia Grasso, un nome simbolo per un Parlamento ed una politica pulita. Dall'altra, invece, uno dei simboli della politica che non va, Renato Schifani, nome chiacchierato in Sicilia e protagonista del lodo Schifani, appunto, per cercare di porre Berlusconi sopra la legge - tutto quello contro cui si battono i Grillini. Ebbene? Non votiamo nessuno dei due, ce ne laviamo le mani. Non facciamo la stampella di nessuno, come se eleggere persone per bene a ruoli di garanzia - per tutti, non per il PD - fosse fare la stampella.
In questa ottica non sorprende la solita scomunica via web dei dissidenti da parte del santone del movimento, che più che megafono sembra Vishinsky. Alcuni senatori, pare soprattutto siciliani, hanno infatti votato per Grasso, hanno scelto di scegliere, hanno evitato che Schifani fosse confermato al Senato. Grillo si è arrabbiato, forse preferiva un bersaglio facile per le sue critiche invece che un rappresentante dell'Italia che lotta contro il crimine.
Mi sa tanto che quelli del M5S non hanno una idea chiara di cosa si faccia in Parlamento. Loro sono andati lì per fare i controllori, i poliziotti, non per fare politica, non per risolvere i problemi. E quindi niente dialogo sui punti del programma proposti dal PD. Niente dialogo su nomi non di parte e di alto profilo. Un atteggiamento interessato solamente al proprio ombelico, menefreghista. E ben sappiamo di chi era il motto "me ne frego"......