Governo, sindacati e imprenditori si impegnano a rivedere l'attuale sistema entro il 2013: più spazio al tempo libero. L'obiettivo è dare ai lavoratori la possibilità di occuparsi dei figli
dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI (Repubblica)
L'impianto della Volkswagen a Wolfsburg
L'impianto della Volkswagen a Wolfsburg
BERLINO - Non basta la forza della ripresa economica, non basta il robusto ruolo della Germania come global player, primo della classe mondiale nell'export di qualità, numero uno del welfare: bisogna ripensare il modello-paese cominciando dall'orario di lavoro. Deve diventare flessibile e offrire a chi lavora più tempo ed energia per la famiglia. Ecco la nuova sfida di Angela Merkel. Parlando a un congresso a Berlino, la cancelliera ha firmato con i vertici dell'industria e dei sindacati la Carta dell'orario di lavoro orientato sulla famiglia. Una nuova idea di riforma del sistema Germania.
"Imprenditori, siate creativi su questo tema, altrimenti costringerete noi leader politici a essere creativi per tutti", ha detto Angela Merkel. Le piaghe sono da un lato "lo scandalo", ha sottolineato la cancelliera, della presenza assolutamente insufficiente, irrisoria delle donne ai piani alti del potere economico: tra il 2,2 e il 3% appena. Dall'altro i problemi demografici, comuni alle società occidentali. Nascono troppo pochi bambini, anche in Germania, perché la gente si concentra sul lavoro, non ha tempo per i figli o pensa di non averlo, né di poterseli permettere. E' inutile e sbagliato pensare di risolvere i problemi introducendo le quote rosa nel mondo economico, pensa Angela Merkel. Secondo lei ci vuole ben altro, e in quella dichiarazione programmatica la sua linea è passata. Governo, imprenditori, sindacati, si impegnano nella Charta der familienfreundlichen Arbeitszeiten a rivedere
"Imprenditori, siate creativi su questo tema, altrimenti costringerete noi leader politici a essere creativi per tutti", ha detto Angela Merkel. Le piaghe sono da un lato "lo scandalo", ha sottolineato la cancelliera, della presenza assolutamente insufficiente, irrisoria delle donne ai piani alti del potere economico: tra il 2,2 e il 3% appena. Dall'altro i problemi demografici, comuni alle società occidentali. Nascono troppo pochi bambini, anche in Germania, perché la gente si concentra sul lavoro, non ha tempo per i figli o pensa di non averlo, né di poterseli permettere. E' inutile e sbagliato pensare di risolvere i problemi introducendo le quote rosa nel mondo economico, pensa Angela Merkel. Secondo lei ci vuole ben altro, e in quella dichiarazione programmatica la sua linea è passata. Governo, imprenditori, sindacati, si impegnano nella Charta der familienfreundlichen Arbeitszeiten a rivedere
il sistema dell'orario lavorativo entro il 2013. A quella data, governo e parti sociali faranno una verifica. Il documento promette di creare nuove condizioni, una realtà flessibile che si muova caso per caso tra gli estremi del lavoro a tempo pieno con annessi straordinari visto che l'economia tira e del part-time. L'obiettivo è dare in tal modo alle famiglie "possibilità attendibili, durevoli e adeguate ai loro bisogni di occuparsi dei figli e della loro educazione".
E' una nuova sfida del centrodestra moderno europeo, quello saldamente al potere a Berlino con la Merkel, a Londra con David Cameron, a Varsavia con Donald Tusk. Bisogna guardare alla realtà con altri occhi, ha detto la giovane ministro della Famiglia, Christian Schroeder, che pure è incinta e ha deciso di continuare a lavorare senza congedo. "La cultura tradizionale della priorità alla presenza alla scrivania in ufficio o alla catena di montaggio è obsoleta e dannosa", ha spiegato, "perché chi ha meno tempo per sé finisce per non lavorare