Tutte le volte lo stesso problema. Si manifesta, ci sono scontri. E giù le condanne, i titoli di giornali, le critiche. Tutta l'attenzione sulle botte. A questo giro anche Vendola che twitta: la violenza rischia di oscurare la giornata di oggi.
Suvvia, siamo seri. Non oscura un bel nulla. Si, ci sono stati scontri. Si, era meglio evitarli. Ma vogliamo parlare di cose importanti, o ci fermiamo alle forme? La violenza è tornata in tutta Europa, in tutto il mondo che anche in America ci sono botte da orbi. I governi non tollerano il dissenso, foss'anche per il solo motivo che temono che la situazione gli scappi di mano. E non è un caso che la piazza sia diventata violenta nel momento in cui è mancata la rappresentanza politica di questa piazza, che si è trasformata in cani sciolti o che comunque sente la necessità di essere ascoltata, costi quel che costi.
In Italia poi la gestione dell'ordine pubblico è sempre stata concentrata alla ricerca del confronto fisico, con una politicizzazione esasperata delle forze della celere, a là greca, diciamo. E di questo bisognerebbe trovare l'occasione di parlare. Ma non oggi.
Oggi c'è la piazza. Piazza pacifica o piazza violenta cambia poco. C'è un'Europa in piazza che dice no. Lo dice pacificamente, lo dice violentemente, lo dice in forme che condividiamo o che condanniamo, ma comunque lo dice. Per dare risposte alla violenza bisogna dare risposte a quella piazza. Se no si oscura solo l'immagine di certi politici.
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mercoledì 14 novembre 2012
E adesso, se c'è coraggio c'è referendum
sciopero europeo #14N
Di Monica Bedana
E' probabile (auspicabile, il naturale corollario allo sciopero) che gli spagnoli chiedano il diritto a decidere in referendum se continuare o meno a cedere alla troika la loro sovranità nazionale in materia di economia, istruzione, salute.
E se Rajoy avesse gli attributi giusti per accettarlo, almeno una cosa buona l'avrebbe fatta. Ma siamo sicuri che perderà l'occasione. Se ti è piaciuto questo post, clicca sul simbolo della moschina che trovi qui sotto per farlo conoscere alla rete grazie al portale Tze-tze, notizie dalla rete
E' probabile (auspicabile, il naturale corollario allo sciopero) che gli spagnoli chiedano il diritto a decidere in referendum se continuare o meno a cedere alla troika la loro sovranità nazionale in materia di economia, istruzione, salute.
E se Rajoy avesse gli attributi giusti per accettarlo, almeno una cosa buona l'avrebbe fatta. Ma siamo sicuri che perderà l'occasione. Se ti è piaciuto questo post, clicca sul simbolo della moschina che trovi qui sotto per farlo conoscere alla rete grazie al portale Tze-tze, notizie dalla rete
Sciopero!
Era ora!
Dopo 3 anni di crisi finalmente si è arrivati al primo sciopero europeo. E' una crisi internazionale e dunque le risposte devono essere internazionali. Siamo ancora lontani da un vero fronte comune - in Germania, tanto per dire, non si scioperava - ma almeno nei PIIGS si comincia a capire che solo uniti si possono cambiare le cose. Uniti per ora solo in piazza, non al governo. Ma è un primo passo.
Un primo passo, appunto, che richiede altri passi in avanti. Queste piazze chiedono rappresentanza politica. E cosa chiedono queste piazze? Chiedono un altro modello di sviluppo, chiedono che si dica basta all'austerity. C'è qualcuno disposto ad ascoltare? Cosa pensano i partiti istituzionali?
In Grecia lo sappiamo, c'è Syriza che ormai è il partito del popolo della protesta ed il PASOK è stato spazzato via. Ma in Spagna, Italia e Portogallo la cosa è più complessa. Il PSOE ha votato il fiscal compact e aveva iniziato i programmi di austerity. I socialisti portoghesi continuano a dimostrarsi indecisi. Il PD continua ad essere indecifrabile: sostiene Monti, vota il fiscal compact ma una parte si schiera anche contro l'austerity. Oggi il sindaco di Bologna era in piazza con la CGIL, contro l'austerity. Ma è venuta l'ora delle scelte. Dopo oggi, o di quà, o di là. O si dice no all'austerity o si china la testa davanti alla reazione. Questo è l'unico vera tema politico in Europa a fine 2012.
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Dopo 3 anni di crisi finalmente si è arrivati al primo sciopero europeo. E' una crisi internazionale e dunque le risposte devono essere internazionali. Siamo ancora lontani da un vero fronte comune - in Germania, tanto per dire, non si scioperava - ma almeno nei PIIGS si comincia a capire che solo uniti si possono cambiare le cose. Uniti per ora solo in piazza, non al governo. Ma è un primo passo.
Un primo passo, appunto, che richiede altri passi in avanti. Queste piazze chiedono rappresentanza politica. E cosa chiedono queste piazze? Chiedono un altro modello di sviluppo, chiedono che si dica basta all'austerity. C'è qualcuno disposto ad ascoltare? Cosa pensano i partiti istituzionali?
In Grecia lo sappiamo, c'è Syriza che ormai è il partito del popolo della protesta ed il PASOK è stato spazzato via. Ma in Spagna, Italia e Portogallo la cosa è più complessa. Il PSOE ha votato il fiscal compact e aveva iniziato i programmi di austerity. I socialisti portoghesi continuano a dimostrarsi indecisi. Il PD continua ad essere indecifrabile: sostiene Monti, vota il fiscal compact ma una parte si schiera anche contro l'austerity. Oggi il sindaco di Bologna era in piazza con la CGIL, contro l'austerity. Ma è venuta l'ora delle scelte. Dopo oggi, o di quà, o di là. O si dice no all'austerity o si china la testa davanti alla reazione. Questo è l'unico vera tema politico in Europa a fine 2012.
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D'accordo con Bonanni...
sciopero europeo #14N
Di Monica Bedana
...lo sciopero non serve. No, un giorno di sciopero non serve perché il problemone in cui ci hanno messo è troppo grosso e l'hanno covato per troppo tempo e si sono arroccati su posizioni troppo sprezzanti nei confronti nostri, di noi zerbinati sudditi. 24 ore di sciopero non serviranno a nulla, ce ne vorrebbe uno che durasse una settimana e paralizzsse finalmente anche la lingua di Bonanni, l'amico di Marchionne #perdire.
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...lo sciopero non serve. No, un giorno di sciopero non serve perché il problemone in cui ci hanno messo è troppo grosso e l'hanno covato per troppo tempo e si sono arroccati su posizioni troppo sprezzanti nei confronti nostri, di noi zerbinati sudditi. 24 ore di sciopero non serviranno a nulla, ce ne vorrebbe uno che durasse una settimana e paralizzsse finalmente anche la lingua di Bonanni, l'amico di Marchionne #perdire.
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Se questo è normale
Mardrid #14N
Di Monica Bedana
62 detenuti e 34 feriti a Madrid negli scontri tra polizia, sindacati, partecipanti. Il Governo la definisce una giornata normale. Lo è, in stato d'assedio.
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Le primarie del PD
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La responsabilità del #14N
Resistenza Internazionale e lo sciopero generale europeo
Di Monica Bedana
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Non se ne può più delle accuse di irresponsabilità.
Quelle che i Governi europei, pilotati dagli interessi della finanza, scaraventano addosso a sindacati e cittadini per appannare il diritto allo sciopero.
Non è il momento di scioperare, è il momento di lavorare, lo sciopero dà una cattiva immagine ai mercati e peggiorerà la situazione economica del Paese.
In realtà non esiste peggior immagine di questa: i greci che per mangiare son costretti a far la fila davanti ai neonazisti e a dimostrare di essere greci, perché se la miseria è straniera il cibo viene negato.
L’irresponsabilità è di chi affama la gente per riempire la pancia alle banche; di chi la fa ammalare e morire perché la sanità diventa un business; di chi nega l’istruzione pubblica per annientare le coscienze e giocarsi il progresso per generazioni, la modernità; di chi ci sfratta dalle case in cui ci hanno convinti che si è vissuto al di sopra delle nostre possibilità; di chi cava il sangue dalla rapa del lavoro dipendente mentre l’ingiustizia sociale, la disuguaglianza sono ferite in carne viva, l’espressione ultima e definitiva di un sistema che usa violenza ai cittadini quando dovrebbe garantirne i diritti costituzionali.
Dicono che gli scioperi non dovrebbero essere politici (come se potessero essere altra cosa).
Dico che ora più che mai devono essere tali se la politica non solo non risponde ma si fa intimamente complice dell’indecenza e spinge il Paese alla paralisi sociale. E dall’Ottocento in qua, che io sappia, non è stato ancora inventato altro che non sia lo sciopero come risposta democratica ad un sistema che nell’Ottocento ci vorrebbe riportare.
Buon 14N ad ogni coscienza.
Resistenza Internazionale seguirà l’andamento degli scioperi europei nell’arco della giornata, rimanete collegati al blog.
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