mercoledì 3 agosto 2011
Benedetto 1- Indignados 0
Di Monica Bedana
Madrid aspetta il Papa a giorni e bisogna sgomberare la città per far posto al milione e mezzo di fedeli che arriveranno da ogni dove per la "Giornata Mondiale della Gioventù 2011". A sopresa, ieri, i primi costretti a far fagotto dal chilometro zero della Spagna, la Puerta del Sol, sono stati gli indignados che erano lí accampati da maggio. Nessun incidente, uno spiegamento di forze di polizia fuori dal comune, parte del cuore di Madrid che sembra tutt'oggi sotto assedio, disagi per i cittadini a causa della chiusura di una delle fermate nevralgiche della metropolitana. Ed è iniziata una specie di caccia al topo per le vie della vecchia Madrid; gli indignados che si spostano senza sosta da un luogo all'altro, la polizia che li segue diligentemente ed impedisce loro di accamparsi di nuovo. Una specie di balletto scomposto che non sappiamo come finirà.
La forza del movimento degli indignados sta venendo meno, l'enorme carica di energia liberata all'inizio dell'avventura e che ha scosso di fremiti buona parte del tessuto sociale, si è sgonfiata e pare rimanere in vita solo grazie al riproporsi continuo di iniziative. L'idea centrale si è affievolita e la critica alla politica, che speravo fosse volta a rigenerarla, si è tradotta invece in volontà di smantellamento fine a sé stesso, senz'ansia di ricostruzione. Dagli accampamenti, dalle marce, dall'assedio pacifico al Parlamento non è scaturito un movimento a cinque stelle spagnolo; sarebbe stato il momento opportuno per crearlo, visto che nell'aria c'era da tempo la netta sensazione che le elezioni sarebbero state dietro l'angolo. Peccato.
Adesso l'arrivo di Benedetto XVI punta nuovamente i riflettori sugli indignados, che come buona parte della società laica spagnola ma anche del clero di base, si son dichiarati contrari a questa visita di carattere privato, non istituzionale, che però impegna funzionari, installazioni e conti pubblici per circa un centinaio di milioni di euro. Con la spada di damocle del default sul capo, la spesa sembra quanto meno inopportuna ed è partita a gonfie vele la campagna “Delle mie tasse, al papa, zero”. La polemica infuria e il Governo di Zapatero, pur avendo approvato l'ordine di sgomberare la Puerta del Sol dagli indignados, adotta in generale il consueto profilo basso di fronte all'autorità vaticana, autorizzando cosí lo svolgimento della manifestazione di protesta contro il dispendio causato dalla visita papale proprio un giorno prima dell'arrivo del pontefice.
In periodo elettorale, d'altra parte, il voto cattolico va cullato anche in un Paese che in otto anni di profonde riforme sociali si è costruito una forte identità laica, vigorosamente slegata dalla sua stessa Storia. Il PP esulta; appoggiando in pieno quest'ondata cattolica estiva, stende un pietoso velo sull'assoluta mancanza di proposte concrete contro la crisi nel suo prossimo programma elettorale e porta a casa i voti di chi lo riconosce come paladino instancabile dei valori della Spagna della tradizione, quella dell'impero su cui non tramonta mai il sole.
In tutta questa bagarre, non diversa da quella che avvolgeva la Roma medievale durante l'apertura dell' anno santo, quando si ripulivano le strade dai mendicanti e si chiedevano ai banchieri prestiti ingenti per addobbare le chiese, ciottolare le strade e bonificare gli acquitrini, rabbrividisco al pensiero che nel polmone verde di Madrid, il parco del Retiro, saranno installati 200 confessionali. Il luogo simbolo dell'ozio di corte di Filippo IV, il sovrano che voleva vedere nuda la sua regina, trasformato sotto il sole di agosto in spazio di penitenza collettiva. Da film di Almodóvar.
Io non dimentico
Articolo di Stefano Benni che ricorda la strage di Bologna.
Segnalatoci da Nicola, è disponibile cliccando QUI.
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