sabato 11 maggio 2013

La cosa giusta. A sinistra


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di @MonicaRBedana
 A sinistra,sinistra senza più "centro", c'è bisogno, ora, di un partito a due cifre. Sono le cifre che imporrà quella nuova legge elettorale che stiamo aspettando da troppo tempo.
Quelle due cifre saranno la misura su cui modellare ogni aspirazione di governo al prossimo appuntamento col voto.
A chi guardare per unire le forze ed evitare un nuovo fallimento sdraiato sulla frammentazione che ancora abbaia e morde perfino ora che les jeux sont fait?
Guardiamo all'errore del PD di essere sordo alle richieste delle basi, una sorta di peccato originale, incapace di trovare redenzione.
Guardiamo a quanto di buono va assolutamente salvato dalla frantumazione di Rivoluzione Civile:la spinta intellettuale di "Cambiare si può" ed il suo fertile intersecarsi coi movimenti della società civile.
Guardiamo appena più in là nel tempo, ai principi che animarono #lacosaseria, un appello i cui fondamenti sono ancora vivi, lo ricordava Giulio qui (link al blog di Giulio, grazie) e lo riportammo su questo blog (link al post del blog).
Ce n'è abbastanza da riuscire a definire senza complessi cosa chiediamo a questo embrione di progetto di sinistra che va in piazza oggi con SEL a Roma con la convinzione di fare #lacosagiusta.
Ce n'è abbastanza anche per dire cosa non vogliamo, magari.
No ai personalismi, sia finalmente un programma chiaro e condiviso senza tentennamenti né concessioni al mero calcolo politico l'unico leader indiscusso.
Un no anche a confonderci con l'idea patinata di cosiddetta sinistra europea che ha sostanzialmente contribuito alla nascita ed applicazione delle politiche di austerità da cui siamo paralizzati.
Con questo spirito sto andando verso piazza SS Apostoli. Sperando, finalmente, di fare #lacosagiusta.

Un altro giorno di miserie politiche

In Italia non ci facciamo mancare mai nulla.
La giornata inizia con Magdi Cristiano Allam, che ha da poco abbandonato la Chiesa Cattolica, troppo arrendevole con gli islamici, e che ora lancia una petizione contro Cecile Kyenge per farla dimettere da ministro. Non è abbastanza italiana. Così il cristiano Allam ha dimostrato come la tolleranza che pretende dagli altri non fa certo parte della sua cultura, malata, bacata. Un esaltato che cerca un po' di notorietà, da vice direttore del Corriere ad un Borghezio qualsiasi. Un pezzente della politica che mendica un po' di attenzione.
Mentre un pò meno sotto i riflettori dovrebbe cercare di stare Anna Finocchiaro, che soprattutto dovrebbe imparare a farsi la spesa da sola, invece di chiedere alle guardi del corpo. Avrà anche diritto alla scorta, la signora. E dovrà, forse, portarsela dietro a fare la spesa. Noi abbiamo sempre preferito criticarla per le scelte politiche - a cominciare dal tradimento degli elettori in Sicilia - ma un pò di decoro al giorno d'oggi non guasterebbe. Invece, dopo il casino successo all'IKEA si fa beccare di nuovo con i gorilla che le fanno la spesa e intimoriscono pure i passanti che tentano di fotografare. Bel colpo da basso impero.
La giornata finisce in crescendo con Renata Polverini contestata duramente durante una cena. Apriti cielo! Squadristi! Vile attentato! Solidarietà bi-partisan! Ma cosa sarà mai successo? Niente botte, niente persone mascherate. Dove sarebbe l'atto vile nel protestare a volto scoperto senza alzare le mani, non si capisce bene. Questa classe politica ci ha portato allo sfascio, disoccupazione, povertà, miseria. Polverini poi era la presidentessa nella cui giunta c'era il famoso Batman, era quella dei tagli alla Sanità. Non si capisce davvero perché non la si possa contestare. Si, anche durante una cena, o bisogna aspettare educatamente che finisca? Questi signori han pensato bene di poter fare i comodi loro senza prendersi la responsabilità, che è politica ma è anche personale. Quando li si applaude va bene, e quando invece si contesta, anche duramente, allora no? La democrazia (e pare che anche il PD, nonostante il nome, ne sappia poco, date le reazioni di solidarietà di casta) sono i fischi, non gli osanna. Il vero squadrismo, di cui gli amici di Polverini sanno qualcosa, sono le restrizioni degli spazi democratici.