mercoledì 23 maggio 2012

Le elezioni e la retorica della vittoria

Di Nicola Melloni

Queste elezioni amministrative passeranno alla storia per la vittoria del movimento 5 stelle a Parma e per quella del PD a Budrio e Garbagnate. D'altronde è Bersani che lo rivendica con orgoglio, non rendendosi conto non solo di cadere nel ridicolo ma di esplicitare pure una versione gregaria, definendo il PD solo in contrapposizione a Beppe Grillo e le sue truppe. 
Il nervosismo dello stesso Bersani e della Bindi parla da solo. Sbandierano una vittoria senza discussioni, ma conoscono la storia ed il concetto di vittoria di Pirro. Sanno benissimo cosa è successo proprio 20 anni fa, quando gli altri partiti sparivano ed il PDS rimaneva in piedi, traballante ma vincente per ritiro dell'avversario. E poi bastarono 3 mesi per distruggere la gioiosa macchina da guerra di Akel. Lo sanno benissimo eppure continuano lo stesso ad andare verso il baratro, incapaci anche solo di frenare. 
Come si fa a convincere la gente della tua vittoria se non sei convinto neanche te? Come si fa a continuare a proporre alleanze e (qualche, rara) idea, trite e ritrite senza rendersi conto che ormai non ti segue più nessuno? In questo, ahimè, ha ragione Grillo: Bersani è morto, o quasi, e non se ne accorge. Certo, il PD vince elettoralmente, ma politicamente esce disastrato. I cittadini non votano e nella stragrande maggioranza disperdono il loro consenso. Comunque quasi mai lo danno al PD, quello che una volta era il partito delle grandi città, mentre ora il centrosinistra governa Milano, Genova, Napoli, Palermo con sindaci scelti contro il partito democratico. Si può vincere anche in minoranza, ma basterà per cambiare il paese? E' lecito dubitarne, soprattutto quando Letta continua a parlare di alleanza con Casini. Ed è altrettanto lecito nutrire poche speranze pure in Vendola se, sull'altare delle alleanze a prescindere, decide di sostenere candidati impresentabili a Napoli e Palermo, dove gli elettori non a caso gli girano le spalle. E' proprio quella politica fatta di giochetti e accordi che la gente non sopporta più.
Ma un concetto sbagliato di vittoria lo ha pure Grillo se ieri ci ha ben spiegato che il successo del M5S è una vittoria della democrazia sul capitalismo. Ma davvero, Beppe? E quale componente del capitalismo hai/avete sconfitto a Parma? Quella di Grillo, sia chiaro, è una vittoria politica e non solo elettorale. Ma non han fatto ancora nulla, il cambiamento è qualcosa di assai diverso dal trionfo alle elezioni. E Parma, con il suo debito di livello quasi greco, metterà subito alla prova la forza della democrazia contro un capitalismo che ormai sembra non interessarsi più al processo elettorale. Solo uscendo vittorioso dalla prova del fuoco, si potrà allora parlare di trionfo della democrazia.



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