giovedì 3 maggio 2012

Cosa succede se vince Hollande

La corsa per l'Eliseo si fa sempre più intensa, col candidato socialista dato per possibile vincente. Ma quali sono gli scenari nel caso di vittoria di Hollande? Vediamo:
- lo scenario più roseo è che l'Europa smetta di parlare tedesco. Hollande è stato chiaro nel dire che rimetterà in discussione il fiscal compact, suscitando immediatamente le ire della Merkel. Ma senza Sarkozy, la Cancelliera rischia di trovarsi isolata in Europa. Potrebbe finire l'austerity, e addirittura cambiare la politica della BCE, con gli Eurobonds dietro l'angolo;
- lo scenario peggiore, invece, è il crollo dell'Euro e la fine dell'Unione Monetaria. Molte crisi finanziarie sono inziate in seguito ad eventi politici, a cominciare dalla crisi dello SME nel 92, dopo che il referendum danese aveva rifiutato Maastricht. I mercati potrebbero impaurirsi in vista di una rottura franco-tedesca, temere le tasse di Hollande e l'ondata di panico potrebbe travolgere le deboli difese europee. Un assaggio, in fondo, lo abbiamo già avuto 10 giorni fa, quando subito dopo il primo turno le borse europee crollarono;
- l'attacco potrebbe invece concentrarsi sulla Francia e costringere Hollande a più miti consigli. Declassamento, banche francesi esposte in Spagna e fuga di capitali dalla Francia per paura delle tasse potrebbero semplicemente indebolire la forza politica del presidente socialista che si troverebbe in difficoltà ad un tavolo negoziale con la Merkel, lascando sostanzialmente l'Europa nella situazione attuale;
- la negoziazione sulla nuova Europa potrebbe andare per le lunghe, come al solito in questi casi. Una rottura Francia-Germania sarebbe qualcosa di nuovo nella UE e potrebbe destabilizzare una Unione già debole di suo, rimandando di conseguenza al secondo scenario, con mercati sempre più instabili e istituzioni europee disarmate ed immobili davanti allo sfacelo; 
- un ruolo importante potrebbero giocarlo gli altri paesi europei, fino ad ora completamente sottomessi al duo Merkozy che hanno fondamentalmente dettato l'agenda politica (quando forse non proprio il governo) anche in Grecia ed in Italia. La questione andrebbe al di là delle ideologie e sarebbe più basata sull'interesse nazionale. Non a caso pare che il governo conservatore di Madrid tifi Hollande, non a caso sia Tremonti che Schifani si sono schierati apertamente a favore del candidato socialista. Ma quale sarebbe la posizione del Governo Monti, nato sulla condivisione più totale delle politiche di austerity?
- soprattutto è lecito domandarsi cosa farebbe il PD. L'altro giorno Fassina è riuscito a dire che il pareggio di bilacio è sbagliato ma che andava votato comunque. Il contrario di quello che sostiene Hollande, che considerando l'austerity sbagliata ha deciso di denunciarla. Il PD sostiene il governo del fiscal compact e allo stesso tempo tifa Hollande. Gli darà il sostegno necessario quando si tratterà di confrontarsi con la Merkel? Costringerà il probabilmente filo-tedesco Monti a spalleggiare le posizioni francesi? E sarà disponibile il PD a rompere su una scelta così discriminante?
- questo riporta la questione più puramente politica al centro della discussione. Può un candidato timido e sicuramente non rivoluzionario come Hollande dare una svolta alla sinistra europea, da ormai 30 anni succube del mercato e del liberalismo? L'attacco alla banche, all'austerity, il ritorno a livelli di tassazione molto alti per i più ricchi possono aprire una nuova stagione in Europa, un superamento della crisi e una rifondazione del modello sociale europeo sulle sue basi tradizionali, welfare state, occupazione, compromesso capitale-lavoro?



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