Monumento a Daniele Manin a Venezia
N.d.A: Le parole in grassetto contengono links
Mentre soffia il vento della Commune sulle presindenziali francesi, in Italia Monti è cinto d'alloro da Scalfari dopo i Cento Giorni e, con dos cojones, Melloni anche di domenica giustamente s'indigna.
Ma dai Cento Giorni a Waterloo il passo è breve... e tutto, si sa, finisce Il cinque maggio; anzi, il sei ed il sette, se sulle elezioni amministrative italiane calasse l'improbabile ghigliottina di una nuova legge elettorale e di un'altra Commune, ben più virulenta, stile 1792.
Nel frattempo sull'Europa tutta tira un'aria irrespirabile da Congresso di Vienna e la già costituita Santa Alleanza italiana non pare pare lasciar sperare in una riforma del lavoro che non sia totalmente reazionaria. Siamo alle solite, la Storia si ripete: una Germania troppo potente che impone agli altri Stati, spaventati e ottusi, un'ipotetica stabilità a cambio di soffocare libertà e diritti. Tocca guardare una volta di più alla Francia per recuperare lo spirito della révolution, a Mélenchon e Hollande; perché anche la Spagna, dicono i sondaggi, si tingerà nuovamente di blu popolare dall'Atlantico al Mediterraneo - e dal Manzanarre al Reno- nelle prossime amministrative. Irreparabile perdita dell'ultima roccaforte socialista andalusa. E la madre di Rubalcaba, resa una iena dalla perdita di Granada, ripeterà al figlio in lacrime le stesse parole che l'ultima sultana disse al proprio, nel 1492, durante la reconquista dei Re Cattolici: "Piangi come una donna ciò che non hai saputo difendere come un uomo".
E se non si può negare alla lunga mascella di Monti un'aria asburgica né al caschetto di madame Forneró una similitudine con la scriminatura di Talleyrand, magari ci piacerebbe almeno trovarli d'accordo su Fiat come lo furono i due precedenti reazionari sul ritorno dell'ancien régime. Ci rode invece il dubbio: sarà come dice lei? (Fiat non è libera di fare quello che vuole. Non ha la licenza di fare o di disfare). O avrà ragione lui? (Fiat ha il diritto-dovere di investire dove vuole e non ha nessun dovere di ricordarsi solo dell'Italia).
E si ha tutta la sensazione, come a Vienna quasi duecento anni fa, che questo governo danzi (sulla pelle dei lavoratori dipendenti), ma non cammini. Tra dichiarazioni, rettificazioni ed apparizioni (televisive) le congrès danse, il ne marche pas. (O per lo meno non cammina allo stesso ritmo della cassa integrazione, per esempio).
In compenso da allora è sempre valido il principio di intervento, ora ribattezzato regola d'oro, che dalla Merkel, la BCE, il FMI e la UE non è stato inventato ma solo rispolverato dalla storia di un'Europa decrepita e reazionaria esattamente come due secoli prima.
L'ho già detto? E' ora di fare un quarantotto. E io sto cercando il mio Daniele Manin.
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