Monaco, 1972. Il mondo inorridiva davanti al terrore scatenato da Settembre nero dentro il villaggio olimpico con la morte di 11 membdi della delegazione olimpica israeliana. La Guerra Fredda sportiva raggiungeva il suo apice con la controversa finale di pallacanestro in cui per la prima volta l'URSS battè gli USA anche grazie ad una serie di decisioni arbitrali discutibili negli ultimi secondi. Ma tutti si inchinarono di fronte alla grazia di questa ginnasta sovietica di 17 anni che cambiò per sempre la ginnastica. Il suo esercizio alla trave fu il primo ad eseguire salti mortali, rivoluzionando completamente quello sport. Ma il massimo venne raggiunto alle parallele assimetriche con un esercizio spettacolare che lasciò di stucco pure il telecronista americano. E pure i giudici, incapaci di capire la portata della novità della Korbut, cui negarono il primo 10 della storia e la medaglia d'oro, scatenando l'indignata reazione del pubblico.
E mentre la precisione delle movenze faceva pensare quasi ad un automa, i sorrisi ed i pianti di questa ginnasta sovietica aggiunsero un tocco di umanità a questa corsa verso la perfezione.
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