lunedì 5 marzo 2012

Russia, Europa.



Meglio esser chiari fin da subito. La vittoria di Putin è a prova di broglio. Questo non vuol dire che le elezioni siano state regolari, tutt'altro. Ma il consenso di cui gode il nuovo-vecchio Presidente è fuori di dubbio. Nè sorprende che nel momento della scelta delle persone, Putin abbia preso una decina di punti di più di quelli guadagnati dal suo Partito durante le elezioni parlamentari di Dicembre.


La maggioranza dei russi si sente rassicurata da Putin, e non è in fondo difficile capirlo. La fine dell'Unione Sovietica aprì un periodo disastroso che è difficile anche solo da immaginare: inflazione che nei primi anni superò il mille per cento, produzione industriale calata del 50% in 7 anni, PIL giù di oltre il 40%. Una cosa mai vista, neanche durante l'occupazione nazista. E prospettiva di vita che calò drammaticamente, soprattutto per gli uomini, a livelli indegni di un paese che pochi anni prima faceva ancora tremare l'Occidente. Nel frattempo un ristretto gruppo di oligarchi si arricchì, in maniera largamente illecita, accumulando ricchezze incredibili, il tutto sotto l'occhio compiacente di Eltsin. 

Che dalle nostre parti in molti rimpiangono, ma in Russia nessuno. Pur davanti all'innegabile disastro economico, si cerca ora di far passare l'idea che la Russia degli anni 90 fosse almeno un paese democratico, ma la cosa è palesemente falsa. In fondo fu Eltsin a bombardare il Parlamento nel 1993! E i brogli erano all'ordine del giorno anche allora, anche più decisivi, che Eltsin vinse le elezioni presidenziali nel 1996 con trucchi e voti falsi in massa.


Ecco, queste cose son da tenere in considerazione se vogliamo capire perchè Putin vinca. I Russi erano stanchi del mercato e delle riforme sponsorizzate da USA e Fondo Monetario. Distrutti dalla finta democrazia finanziata ad hoc dall'Occidente. Stanchi di poteri privati che facevano a pezzi lo Stato. Putin ha interrotto tutto questo, ed i Russi glielo riconoscono. E sono, in larga parte, poco interessati al fatto che, innegabilmente, Putin abbia messo fine alla cosiddetta open society - e non ci sono dubbi che l'abbia fatto, ma questa open society è largamente intesa come la legge del più forte contro il più debole. E dunque preferiscono uno stato semi-autoritario ma forte, ad un hobbesiano homo homini lupus.

Capire questi dati è indispensabile non solo per capire la Russia, ma anche per analizzare compiutamente i rischi delle crisi economiche. Le condizioni materiali non possono essere ignorate, in qualsiasi regime politico ma soprattutto in democrazia. E quando una democrazia, o supposta tale, è incapace di garantire una vita dignitosa ai propri cittadini, ecco che perde la sua ragione d'essere. A maggior ragione se questa democrazia si confonde con l'oligarchia, dominata dagli interessi dei pochi contro le necessità dei tanti. Ecco, questa lezione di russo dovrebbe servire d'insegnamento anche a qualcuno tra Bruxelles, Berlino ed Atene....


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