Finalmente si torna a parlare di cambiare la legge elettorale. Il porcellum è
una legge assurda, una legge truffa infatti, che elargisce un assurdo premio di
maggioranza alla coalizione che arriva prima, senza tenere neanche conto del
numero attuale di voti presi. Per non parlare del Parlamento di non eletti ma di
lacchè, che come tutti i servi son per natura traditori (ed infatti i cambi di casacca
si contano ormai a centinaia).
Ma anche tornare al mattarellum era una pessima idea (grazie, Corte
Costituzionale!). Non solo il precedente sistema aveva creato maggioranze
friabili ed instabili come il porcellum, ma come tutti i sistemi maggioritari
contiene una sostanziale iniquità nel modello di rappresentanza. Non a caso
anche nella patria del Westminster system si è discusso per anni di modificare la
legge elettorale e solo le scelte politiche assurde dei LibDem hanno impedito un
salutare cambiamento.
Secondo indiscrezioni giornalistiche, PD e PDL potrebbero trovare un accordo
su un sistema simile a quello spagnolo. E’ una bella notizia. In Spagna esiste
una legge elettorale proporzionale che invece di stabilire un collegio unico
nazionale (come era in Italia fino a inizio anni 90), suddivide l’elettorato in
una cinquantina di collegi medio piccoli che eleggono 5-6 deputati ciascuno su
base proporzionale. Capiamoci subito, non è un sistema perfetto e può anche
essere parecchio ingiusto perché introduce uno sbarramento implicito che è
spesso molto alto. Due partiti o coalizione che si attestano verso il 40% ognuna
rischiano di prendersi tutti i seggi a disposizione nei piccoli collegi, dove i partiti
minori non prendono voti a sufficienza per spartirsi i resti. E’ un modello molto
funzionale alla situazione spagnola, premiando i partiti regionali che nei loro
collegi prendono abbastanza voti per eleggere deputati e, appunto, punendo i
partiti medio piccoli. Non a caso alle ultime elezioni il partito catalano ha eletto
più deputati di Izquierda Unida pur avendo raccolto molti meno voti.
Date queste circostanze è abbastanza ovvio che il sistema spagnolo in Italia
possa essere appoggiato da PD e PDL e pure dalla Lega che al Nord riuscirebbe
a eleggere molti deputati. Mentre trova l’opposizione di Terzo Polo, Di Pietro e
Vendola che rischierebbero di fare la fine di IU.
Perché allora appoggiare un tale sistema? Beh, semplice. Una legge elettorale del
genere punirebbe fortemente la quantità assurda di partiti e partitini personali,
presenti soprattutto a sinistra, che possono avere un medio sostegno di opinione
pubblica ma rimangono ancorati e bloccati da veti incrociati, egoismi, manie di
protagonismo e ripicche personali.
Diversi sondaggi danno una coalizione dei partiti alla sinistra del PD (quelli
che, tolta la Lega, si oppongono a Monti) a circa il 20%. Una percentuale del
genere permetterebbe di eleggere deputati, ed in numero consistente, nella
maggior parte dei collegi elettorali, e permetterebbe alla sinistra una vera forza
parlamentare che non ha più dai tempi del PCI. E sicuramente non impedirebbe
la formazione di una maggioranza politica in Parlamento col PD, ma, per una
volta, con la possibilità di incidere seriamente sulle scelte politiche. Si eviterebbe
inoltre una accozzaglia di partiti alleati a prescindere, mentre si favorirebbe il
confronto e la mediazione sulla base di scelte e compromessi alla luce del sole, e
regolati su rapporti di forza decisi dall’elettorato e non dalle segreterie di partito.
Certo sarebbe meglio che l’unità a sinistra si ottenesse non per forza ma per
amore, ed intelligenza. Purtroppo, con la mediocrità del personale politico che
ci rappresenta, possiamo solo sperare in un aiuto esterno per ricompattare un
mondo diviso in talmente tanti rivoli da esser ormai divenuto sostanzialmente
irrilevante.
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