L'auto da fé del quasi salmantino Pedro Berruguete, nel Museo del Prado
Questa domenica i sindacati spagnoli si sono messi di nuovo in prima fila per guidare le piazze alla "ribellione democratica pacifica" contro l'assalto al welfare del Paese.
Rajoy ha fatto giungere ai manifestanti questo messaggio: "Ogni venerdí si fanno riforme e quello dopo, pure" (Cada viernes, reformas, y el que viene, también). Come dire, oltre cinquecento anni dopo, auto da fé ogni venerdí. Confermare presenza, gradito il sambenito scuro.
Immolata sul rogo -finora inutilmente- la spesa pubblica al completo, Mariano si dichiara "perplesso per la mancanza di appoggio dei mercati" (perplejo por la falta de apoyo de los mercados). Quindi sta già pensando che dopo l'espulsione degli ebrei del 1492, il 2012 potrebbe essere l'anno buono per espellere tutti gli extracomunitari che ingrassano le liste dei disoccupati da quando la bolla immobiliare è miseramente scoppiata. Poi penserà ai comunitari. Ci devo pensare anch'io.
(Nel frattempo agli extracomunitari non in regola -lista infinita dei cavilli per cui non si è in regola- è negata l'assistenza sanitaria pubblica, eccetto al pronto soccorso. Si irrigidiscono anche le condizioni di accesso alla sanità pubblica anche per i residenti UE. Il Governo ci esige di dimostrare che non siamo un peso per l'assistenza sociale in Spagn a(demostrar si dispone, para sí y los miembros de su familia, de recursos suficientes para no convertirse en una carga para la asistencia social en España durante su periodo de residencia). Quello che esige agli spagnoli ve lo racconto un'altra volta. E vi racconterò come in questo modo si sta favorendo la propogazione di malattie finora perfettamente controllate come l'Aids).
Sul tutto, l'opposizione ironizza, per bocca di Rubalcaba: "Rajoy non sia l'ultimo dei moicani dell'austerità" (tiene que dejar de ser el último mohicano de la auteridad).
Cercheremo almeno di vendere caro lo scalpo.
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