La libertà di stampa in Italia è sotto attacco. Lo è stata per due decenni con i governi di Berlusconi, lo è anche oggi che quell’era sembra finita. L'ultimo rapporto di Freedom House cataloga l’Italia come "parzialmente libera" in quanto a libertà di stampa, 75esimi insieme alla Namibia su 196 Paesi presi in considerazione. L'anno scorso eravamo 72esimi.
La libertà di informazione è un bene comune, indispensabile per la difesa della nostra democrazia. E libertà d’informazione vuol dire possibilità di ascoltare più voci, non solo quelle di chi ha il capitale per pubblicare un giornale. Un argomento che non sembra interessare il nuovo governo. L’ennesima finanziaria di quest’anno riorganizza, di fatto cancellando, il fondo per l’editoria. Una sentenza di morte per la maggior parte dei giornali italiani che, anche in virtù di una situazione di monopolio nella raccolta pubblicitaria, non possono sopravvivere senza il contributo pubblico. La libertà di informazione è affidata in toto al mercato, un mercato oligopolistico dominato dai grandi gruppi.
Questi tagli hanno già prodotto una prima vittima, Liberazione, che dal primo Gennaio sospenderà le pubblicazioni. Non bisogna essere comunisti per difendere il diritto ad esistere di Liberazione. Ogni buon liberale dovrebbe far suo il motto di Voltaire: “non condivido le tue idee, ma mi batterò fino alla morte affinchè tu possa esprimerle.”
La crisi economica viene usata come grimaldello per scassinare la democrazia. Il 2011 era iniziato con il ricatto di Marchionne, lavoro in cambio di diritti. Ora Monti taglia la libertà di informazione in nome dei conti pubblici. In fondo, parafrasando Tremonti, si potrebbe dire che la libertà non si mangia. Niente di più sbagliato. Meno libertà significa più povertà. Per questo diciamo no ai tagli al fondo per l’editoria.
Non si taglia la libertà di stampa, non si mercifica la democrazia.P.S.: Abbiamo posto come esempio "Liberazione" perché è stato il primo quotidiano ad annunciare la chiusura, il prossimo 31 dicembre, esplicitamente a causa dei tagli all'editoria previsti dal precedente governo e confermati da quello attuale. Non dimentichiamo tuttavia che sono ben un centinaio le testate destinate quasi sicuramente a non sopravvivere all'attuazione di questi tagli; a grosso rischio anche altri quotidiani storici, non solo vicini al sentire di sinistra come "Il Manifesto" o "L'Unità", ma anche "Il Secolo d'Italia" o "La Padania", solo per citare i più noti.
E' proprio la pluralità di pensiero a diventare particolarmente scomoda quando la democrazia fa acqua.Per firmare questo appello potete scrivere a resistenza.internazionale@gmail.com oppure lasciare la vostra firma nei commenti, che poi verrà aggiunta alla lista.
Nicola Melloni, Londra
Monica Bedana, Salamanca
Simone Giovetti, Parigi
Genny Carraro, Dublino
Silvia Lanconelli, Bologna
Enrico Bricarello, Torino
Serena Maini, Bologna
Pietro Roversi, Oxford
Simone Rossi, Londra
Manuel Antorán, Saragozza
Felipe Cordobés, Siviglia
Lorenza Raminella, Rovigo
Nicoletta Occelli, Sanremo
Francesca Congiu, Londra
Graziella Sanvitale, Venezia
Silvia Fabbri, Londra
Riccardo Zanaroli, Bologna
Andrea Brunelli, Barcellona
Margherita Melloni, Buenos Aires
Francesco Maiani, Milano
Stefano Mersi, Ginevra
Arianna Morelli, Bologna
Giorgia Battistello, Londra
Katy Paillet, Aosta
Remy Machet, Aosta
Gianluca Gualducci, Bologna
Stefano Valle, Trento
Alessandro Volpi, Madrid
Eleonora Lapi, Londra
Eleonora Brunello, Padova
Elettra Fiocchi, Padova
Irene Zampieron, Ginevra
Claudia Marfella, Milano
Gigliola Sulis, Leeds
Giandomenico Iannetti, Londra
Mauro Pirini, Bologna
Stefano Veneroso, Bologna
Francesca Uras, Bruxelles
Emanuela Patti, Londra
Davide Casale, Bologna
Laura Andrazi, Bologna
Roberto Fenu, Haywards Heath, GB
Filippo Fanò Illic, Barcelona
Max Saltarini, Udine
Gaetano Ciaravella, Seoul, Corea del Sud
Salvatore Vinci
Maurizio Bighignoli, Verona
Rita Lo Vecchio, Spresiano, (TV)
Marco Maggiori, Padova
Orlando Vincenzo, Curno
GianCarlo Poddine, Savona
Angela Marchesi, Voghera
Alda Gazzola
Francesca Fondi, Firenze
Valentina Malaguti,Bologna
Mario Guerriero, Avellino
Mauro Pirini, Bologna
Marco Donà, Marghera (Ve)
Maria (che ha firmato senza cognome)
Nadia Moro, Spresiano, (TV)
Alan Fedato, Milano
Robertino Barbieri, Asciano Pisano (Pi)
Luciano Zenarolla
Ornella Bosco
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