di Simone Giovetti
continua il nostro viaggio alla scoperta del rapporto tra Stato e Mercato fuori dall'Italia, per capire i punti di forza e le pecche di altri paesi. Nelle scorse settimane, Simone Rossi ci aveva parlato di ferrovie e strade in Gran Bretagna, Pietro Roversi del sistema scolastico inglese, e Simone Giovetti della sanità francese.
Oggi parliamo invece di trasporti in Francia
continua il nostro viaggio alla scoperta del rapporto tra Stato e Mercato fuori dall'Italia, per capire i punti di forza e le pecche di altri paesi. Nelle scorse settimane, Simone Rossi ci aveva parlato di ferrovie e strade in Gran Bretagna, Pietro Roversi del sistema scolastico inglese, e Simone Giovetti della sanità francese.
Oggi parliamo invece di trasporti in Francia
I francesi hanno certamente un sistema di
trasporti pubblici in città (autobus, tram, metro) diffuso, organizzato e a
buon mercato. A Parigi e in Regione parigina, per fare un esempio, con un
abbonamento di 100 euro al mese vai ovunque. Intendo dire che esci dal centro
per un raggio di almeno 35 km. Tale abbonamento è fatto per permettere a coloro
che vivono in periferia di accedere alla città. Se no, con 60 euro mensili, usi
tutti i mezzi pubblici in città. Generalmente un datore di lavoro rimborsa il
50% dei trasporti.
La RATP che
è l’impresa che gestisce per conto delle città (Parigi e le altre della
Regione) il sistema di trasporti è uno stabilimento pubblico a carattere
industriale.
Puntualità, frequenza
sono i punti forti. L’odore di urina nel metro la principale pecca.
I treni invece fanno capo alla SNCF, che è un
gruppo privato di cui lo stato è azionario con una cifra di affari di 30
miliardi annui. Qui siamo davanti a un colosso che pesa quanto un gruppo
siderurgico con interessi e profitti che
mettono a rischio la nozione di “servizio pubblico”, a mio avviso. Le scelte
per sviluppare nuove linee o tagliare stazioni così come il prezzo del
biglietto seguono una logica commerciale brutale. Esistono abbonamenti e altro
che permettono a giovani, anziani e bambini di viaggiare in treno senza
dissanguarsi ma in generale il servizio resta caro sebbene di qualità.
È un sistema che si privatizza, che è già in parte
privato, un businnes con lo stato come principale acquirente (lo stato paga i
costi di miglioramento riparazione di tutta la rete…mentre gli affaristi del
gruppo si intascano i guadagni ); sarebbe forse più difficile organizzare una
rivoluzione contro una privatizzazione totale di questo servizio ma una cosa è
certa il cittadino francese è attento al prezzo del biglietto e non è raro
vedere in azione associazioni cittadine che si organizzano per difendere una
gratuità assoluta di questo servizio che ritengono debba essere garantito e
libero.
Abbiamo poi, almeno a Parigi: il velib, attivo dal
2007. Una rete di biciclette, in libero servizio, praticamente gratuita. Direi
che funziona per chi non ha paura di rischiare la sua vita nel traffico
parigino.
A questo sevizio si è aggiunto recentemente un
servizio di auto elettriche “auto-lib”. Stesso principio. Per girare in città
senza inquinare. Il servizio resta un po’ caro e non può fare concorrenza al
resto del parco trasporti di Parigi, ma è un’alternativa alla macchina in
centro.
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