Eccolo di nuovo, l'immancabile Napolitano. Davanti alla gazzarra organizzata dal PdL a Milano decide di fare il cosiddetto super partes, un colpo al cerchio e uno alla botte, tanto per non farsi mancare mai nulla. Nessun sospetto di accanimento giudiziario è possibile, ma allo stesso tempo è comprensibile la preoccupazione di Berlusconi e i suoi. E la magistratura stia attenta a non sconfinare.
In cosa abbia sconfinato, non si sa. De Gregorio ammette di aver preso soldi per cambiare casacca e sul possibile giro di prostituzione di Arcore - supportato da diverse testimonianze - pare davvero che non si possa non far luce.
Qui l'unico problema sono le minacce di B. Che potrà anche essere arrivato secondo, ma rimane un cittadino che si deve sottoporre al giudizio della magistratura e che, in ogni caso, non sarebbe neppure eleggibile - in tanti firmano su Micromega ma il PD è sordo da quell'orecchio.
Napolitano ha permesso il ritorno in campo di B. grazie al governo tecnico e ora cerca in tutte le maniere di ridargli una sedia al tavolo delle trattative politiche da cui era stato escluso. Addirittura invoca il legittimo impedimento, proprio mentre B. organizza trame e progetti eversivi e sembra davvero giunta l'ora del Caimano. Ed invece di reazioni sdegnate riceve comprensione. Napolitano non ha ancora capito che il suo ruolo non è quello di garante del sistema politico ma di garante la Costituzione, che B. e i suoi strattonano e offendono.
Prima se ne andrà Napolitano, meglio sarà per il Paese.