lunedì 9 luglio 2012

Polizia: quando le scuse non bastano

Di Nicola Melloni


La sentenza sulla Diaz e sul G8 è stata una vittoria storica perchè finalmente ha visto la condanna dei vertici della polizia. Una vittoria, sia chiaro, non per il movimento no global, ma per la democrazia italiana. Una democrazia che, dopo 11 anni, è riuscita a dire che non si può picchiare a proprio piacimento, protetti dalla divisa, cittadini inermi e soprattutto innocenti. Ma poco sarebbe cambiato se anche fossero stati colpevoli. In uno stato di diritto queste cose non sono tollerabili.
E sacrosante sono state le scuse del Capo della Polizia, Manganelli, che almeno ha avuto il coraggio di assumersi alcune responsabilità. Coraggio mancato ai vari LaRussa e Gasparri, quelli secondo cui bisogna comunque credere ai nostri ragazzi in divisa e mai a quei violenti capelloni che protestano.
E però non basta. No. Non bastano le scuse, non basta la sentenza.
La sentenza condanna alti funzionari ma scagiona l'allora Capo della Polizia, Gianni DeGennaro, per un cavillo e per quella che, con molta probabilità, è stata una testimonianza a dir poco omertosa di qualche funzionario. La sentenza condanna alti funzionari ma non persegue i picchiatori di quella notte - amnistiati - di cui dopo 11 anni ancora non sappiamo il nome e di cui la Polizia non ha mai fornito i dati. La sentenza condanna alti funzionari ma non ci spiega cosa facesse Fini nella sala di controllo della Polizia, che ruolo abbia avuto il Ministro dell'Interno Scajola ed il Presidente del Consiglio Berlusconi, e nemmeno ci spiega la cecità di Castelli in visita a Bolzaneto.
In due di questi casi la sentenza non può perseguire questi personaggi. Nel caso degli agenti perchè in Italia non esiste il reato di tortura (altro che amnistia, ci fosse stato) ed in questi 11 anni il nostro cosiddetto democratico Parlamento nulla ha fatto per coprire questa vergognosa lacuna. Cosicchè gli altri pestaggi gratuiti (da Cucchi in avanti) ancora non possono essere giudicati per quel che sono, abusi contro la dignità umana. Nel caso dei politici, perchè solo una Commissione di Indagine Parlamentare (quella che a suo tempo naufragò a causa dell'Italia dei Valori che votò contro) può accertare una verità storica, una verità politica.
Non solo. Chi può darci garanzie che Genova non accadrà di nuovo? Davanti a queste condanne (ed in verità già dal 2001) bisogna intervenire con una riorganizzazione ed un forte controllo democratico sulla polizia. Gli agenti violenti devono pagare il doppio, il triplo, dei comuni delinquenti. Chi li copre, idem. Le questure devono diventare palazzi di cristallo, dove neppure un capello possa venir torto anche al più infame assassino (basta ricordarsi di Brevik portato alla sbarra 2 giorni dopo la strage di Utoya senza nemmeno un graffio). Ma di questo neanche si parla.
Per questo le scuse non bastano. La magistratura ha fatto il suo dovere, ma la polizia e la politica no, non l'hanno ancora fatto. Solo allora potremo essere soddisfatti. 


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