venerdì 2 marzo 2012

Stato e Mercato (terza parte):
Il profitto scolastico britannico
(e quando dico profitto non si tratta di pagelle)
Di Pietro Roversi

Dopo 17 anni di vita in Inghilterra, e innumerabili visite da parte di amici e famiglia che arrivano qui con aspettative, immaginazione, pregiudizi? io alle varie sorprese che il paese riserva allo straniero in visita guardo con tenerezza mista a divertimento. 
Una delle realta' britanniche piu' difficili per noi italiani da immaginare e' la scuola. Che la Gran Bretagna sia un paese pervaso (avvelenato?) da un classismo capillare e profondamente radicato forse e' un fatto che non in molti in Italia conoscono. Che il sistema scolastico britannico è di quel classismo sia un prodotto culturale che una delle radici finora apparentemente inestirpabili, forse lo capiscono anche in meno. Ma quando spiego a chi mi domanda com'è la scuola, quando cito alcune delle cose che elenco piu' sotto, incontro uno stupore che in molti si tinge di incredulita'. 
Il fatto è che mentre in Italia abbiamo avuto quella bella lezione di democrazia che e' la costituzione moderna del dopoguerra, qui la costituzione non esiste e alcune delle strutture dell'istituzione scuola risalgono all'età Vittoriana, e procedono grazie alla (peraltro spesso ottima per molti versi) innata allergia allo Stato, colla S maiuscola, che qui e' probabilmente il cemento culturale che tiene assieme la società. 

In altre parole, la miriade di tipi e varieta' di scuole che per forza di cose nacquero privatamente in tempi ormai molto passati e' stata solo parzialmente, marginalmente imbrigliata in un Sistema Scolastico nazionale nel XX secolo, ma anche cosi' non garantisce a tutti lo stesso livello di istruzione. 
Mi spiego meglio: negli anni '70 ci fu un tentativo di assimilare scuole e programmi e esami, ma non fu mai completato. Quindi una scuola come la nostra, dove vanno la maggior parte dei ragazzini, alla quale i genitori pensano fino a un certo punto, tanto le differenze non sono poi enormi, e dove programmi ed esami sono centralizzati, qui non l'hanno veramente conosciuta mai. Anche se poi rido pensando che ho 44 anni quest'anno, sono stato a scuola 1974-1987 e magari ho perso di vista l'Italia, e quella scuola italiana che ricordo io non esiste piu'. Mi corregga allora chi nella scuola Italiana ci e' passato di recente o ci lavora o la studia. Da Thatcher in avanti, il liberismo britannico ha intriso trasporti, energia, scuola, acqua luce gas e le uniche cose pubbliche rimaste come le concepiamo noi sono le Poste Reali, i Consigli Comunali e il Parlamento. 

Esempi nella scuola:

0. Ci sono scuole privatissime, private, semi-private, publiche, islamiche, cattoliche, a numero chiuso, solo maturita', solo pre-maturita', gratis, a pagamento, a borse di studio, solo maschili, solo femminili, e ci sono anchetutte la scuole che uno puo' immaginare accoppiando due qualunque delle scuole appena menzionate: per esempio una scuola solo maschile islamica, una scuola semi-privata solo maturita', etc, chi piu' ne ha piu' ne metta. Questa e' la normalità qui, e con questo intendo che giunti in età scolare al genitore si presenta una scelta non indifferente. 

1. Qui le tasse sono basse (25% in media) e la Scuola pubblica deve competere per attrarre studenti con altre miriadi di scuole. Ci sono per esempio scuole pubbliche in aree impoverite dove finiscono solo insegnanti o molto motivati o molto poco voluti altrove, i ragazzi sono 75-80% della stessa etnia, stessa estrazione sociale, etc. 

2. Il Preside e' una figura di potere reale, e puo' decidere come dirigere la scuola. Nel bene e nel male. 

3. Ogni anno ci sono dozzine di Scuole che "falliscono" nel senso che i controlli ministeriali scoprono che i ragazzi non stanno ricevendo un istruzione. Vengono chiuse, ribattezzate Accademie, messe in mani d'altri e riaperte. 

4. Centralmente, il Ministero della Pubblica Istruzione decide su programmi di linea di massima, e su date e strutture degli esami. Ma ogni scuola "compra" da una ditta privata un pacchetto (approvato ministerialmente s'intende) di "programmi+esami". Siccome ogni Dipartimento poi all'interno della stessa scuola è  libero di adottare il pacchetto che vuole, non si trovano due scuole colla stessa scelta di "programmi+esami" (per esempio la scuola A compra Inglese dalla ditta X e Matematica dalla ditta Y, ma la scuola B compra Matematica dalla ditta Z). Poi succede anche che in scuole che stanno per "fallire" (vedi sopra) un Dipartimento adotti un corso (e gli esami corrispondenti) piu' facili, o semplificati, nella speranza che gli studenti passino bene gli esami e la scuola si risollevi nelle graduatorie. Pero' poi anche gli studenti migliori di quella scuola si ritrovano con un programma di serie "B". 

 5. Gli esami sono raccolti in pile di fogli e spediti per posta a correttori di esami, che possono anche essere anche quelli Ditte (naturalmente approvate dal Ministero) o privati che vendono il servizio "correzione esami". Ovviamente se si incontra il privato o la ditta meno professionale il rischio diventa che quelli si intaschino i soldi e forniscano una correzione esami sub-standard. In tempi recenti ogni anno un 5% di esami di maturita' ha correzioni inadeguate e sono stati rispediti dalla scuole ad altri correttori per un secondo parere. 

6. Naturalmente questo individualismo (che in forma neutra o criptata va a braccetto del liberismo, e in forma amplificata poi perpetra il classimo) arriva giu' giu' fino allo studente individuale, il quale a 14 anni sceglie che materie seguire e che materie continuare verso la Maturita'. Esempi: Matematica, Fisica, Chimica. Oppure: Inglese, Storia, Francese. In pratica, la classe scolastica come la intendiamo noi non esiste piu' dopo i 14 anni (ogni studente segue le lezioni delle materie scelte, che avvengono nell'aula del docente di quella materia, e si sposta da un'aula all'altra coi suoi libri). 

 7. E' ancora molto popolare avere classi di studenti che non hanno problemi e classi di studenti "ripetenti" o meno capaci (tanto che per una classe con tutti gli studenti assieme, bravi e meno bravi, c'e' persino un termine: "mixed ability"). 

8. Di recente, per tagliare i fondi alle scuole il governo propone che le varie scuole si organizzino per raccogliere fondi per esempio per opere di mantenimento edifici, etc. Il governo quest'anno ha anche ridotto i fondi ai Dipartimenti Universitari che si occupano di formare gli insegnanti (un anno di pratica e teoria di didattica e' necessario qui dopo la Laurea per diventare insegnanti). L'idea e' che ditte private forniranno i corsi di aggiornamento e di formazione alle scuole, naturalmente quelle che se lo possono permettere. Ora, immaginiamo un esame di ammissione a un corso a numero chiuso in un' Universita' Britannica: come valutare sullo stesso piano i voti di maturita' di due studenti? Anche quelli nella stessa scuola non hanno seguito gli stessi corsi ne' fatto gli stessi esami!

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Gli articoli precedenti di questo dossier:




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Barcellona e Valencia vanno in fumo come Atene
Di Monica Bedana


Di Monica Bedana


In Spagna la democrazia inizia a bruciare come in Grecia.
Barcellona e Valencia come Atene.
Una riduzione di oltre 3000 milioni di euro per la scuola e l'università negli ultimi due anni ha acceso la fiamma della protesta di studenti e corpo docente. Oltre 800 milioni di quei tagli all'istruzione si concentrano in Catalogna; a Valencia i soldi che si spendono per la Formula 1 potrebbero mantenere 26 scuole. E nonostante si comprima ferocemente la spesa pubblica, il debito di queste regioni si abbassa in modo assolutamente insignificante oppure continua a crescere. Il mondo della scuola e dell'università paga ormai da due anni un pizzo sanguinoso alla finanza, che si traduce non solo nella riduzione degli stipendi e del numero dei docenti, ma anche e soprattutto nella perdita definitiva di ore di lezione ed interi programmi. Se però dopo due anni di scrupolosa obbedienza all'austerità cieca imposta dall'Europa la notizia di oggi è che i dati della disoccupazione del mese di febbraio sono i peggiori degli ultimi tre anni e la notizia di ieri era che la banca spagnola ha sollecitato ben il 28% di quei 530.000 milioni di euro di liquidità che la BCE ha reso disponibili, vuol dire che nessun sacrificio pagato finora dai cittadini ha avuto senso. E ce ne siamo accorti. E se Rajoy ieri chiedeva agli spagnoli di “capire che le cose non sono facili” e oggi dice che “con le manifestazioni non si ottiene nulla” mentre al tempo stesso destituisce buona parte della squadra dell'Agenzia delle Entrate che ha scoperto la vastissima rete di corruzione della regione di Valencia, feudo del Partito Popolare che ci è dentro fino al collo, è inevitabile che cassonetti e democrazia brucino insieme.

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La Tav serve a finanziare la mafia e le casse vuote dei partiti

Un video segnalatoci da Genny Carraro

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