Signor Presidente,
siamo un gruppo di cittadini italiani residenti all'estero, preoccupati per il futuro del sistema energetico e della gestione pubblica dell'acqua nel nostro Paese. Siamo coscienti della vitale importanza di un bene prezioso come l'acqua e dell’interesse strategico della politica energetica e quindi convinti della necessità che l’espressione popolare possa avvenire nelle migliori condizioni, garantendo il corretto svolgimento ed il raggiungimento del quorum.
Ci rivolgiamo a Lei, unendoci cosí al volere già espresso da moltissimi altri concittadini in Italia, per chiederLe di intervenire per fissare in un'unica data le prossime elezioni amministrative ed il voto per il referendum.
Il tentativo in atto di indire il referendum nell'ultimo giorno previsto dalla legge, non accorpandolo con le elezioni amministrative, rappresenta un evidente escamotage. Quali, altrimenti, le ragioni per una scelta contro il buon senso? Non esiste un problema di sovrapposizione di due tematiche differenti. Le elezioni amministrative, per quanto importanti, sono geograficamente limitate e dunque la campagna elettorale della tornata elettorale non intaccherebbe lo spazio informativo di cui il referendum dovrebbe godere. Per lo stesso motivo, non esiste neppure la possibilità che la contemporanea presenza delle elezioni amministrative determini “a prescindere” il raggiungimento del quorum. I cittadini-elettori impegnati nel voto amministrativo godrebbero come tutti gli altri del diritto di non ritirare la scheda qualora non volessero partecipare alla consultazione referendaria. Esistono per altro precedenti storici in tale senso, come l’accorpamento di referendum ed elezioni europee nel 1989.
In favore dell’accorpamento esistono invece ottime ragioni, sia di merito che di sostanza. In tempi di crescente sfiducia nei confronti della politica tutta, cercare di far fallire un quesito puntando su apatia e stanchezza del corpo elettorale ci pare a dir poco inopportuno. Crediamo che soprattutto in momenti come questi sia importate favorire in ogni maniera la partecipazione alla vita pubblica, e non limitare, pur con mezzi leciti, l’espressione della volontà popolare, che la Costituzione regola anche attraverso l’istituto referendario
Inoltre, come saprà, molti cittadini italiani risiedono in comuni e regioni diverse dalla propria circoscrizione elettorale e non sembra possibile richiedere un continuo pendolarismo – con tutti i costi ad esso annessi – solamente per esercitare un diritto garantito dalla Costituzione. Il problema è ancora più pressante per i tanti Italiani che vivono all’estero ma non iscritti all’AIRE e che certo non potrebbero tornare a casa a cadenza così frequente per poter votare. In entrambi i casi ci pare dunque giusto favorire con tutti i mezzi la partecipazione, senza frapporre ulteriori impedimenti al godimento del diritto di voto.
Esiste infine un problema di costi, non secondario in tempo di crisi. Convocare i cittadini alle urne tre volte nello spazio di poche settimane rappresenta un dispendio che, di questi tempi, lo Stato non può permettersi.
Speriamo dunque che, per una volta, il buon senso possa prevalere sulla partigianeria politica, così da permettere un corretto svolgimento referendario, una informazione adeguata ed una partecipazione importante ad un tematica di tale rilevanza e delicatezza.
Siamo fiduciosi nella Sua sensibilità verso una questione cosí importante.
cordialmente,
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resistenza internazionale
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