martedì 11 dicembre 2012
Il ritorno di B. e l'Europa: chi è causa del suo mal, pianga se stesso.
Non vorrei che questo post potesse essere frainteso. Il ritorno di Berlusconi, a prescindere dall'effetto positivo che ha generato facendo cadere Monti, è una iattura gigantesca. Un vecchio satiro, interessato solo ai suoi affari e con una concezione della democrazia simile a quella di un sultano - modello politico perfetto anche per quanto riguarda la costruzione dell'harem.
Tocca però agli italiani ratificarlo alle urne, e non certo ai leader europei chiusi nelle loro cancellerie. Hollande ci ha fatto sapere che Monti sarebbe bene che il suo lavoro non venisse meno. E poco prima di lui, Schulz aveva attaccato frontalmente Berlusconi. Sembra quasi un ritorno dell'asse dei sorrisetti tra Merkel e Sarkozy - i tedeschi ed i francesi, che siano socialisti o conservatori paiono aver sempre qualcosa da insegnare agli altri.
E si potrebbe pure arrivare a pensare che abbiano ragione: in fondo siamo tutti sulla stessa barca, in questa Europa che sembra ormai sempre più la zattera Medusa alla deriva. Ogni Stato e dunque ogni governo ha delle responsabilità europee e quindi è normale che i leader di altri paesi mettano becco negli affari interni di un altro paese membro.
Ci verrebbe però da dire, da che pulpito! Forse bisognerebbe cominciare a guardare in Francia e soprattutto in Germania, il paese che è il principale responsabile della presente, devastante crisi. Una Germania con un leader a capo di un partito sicuramente più democratico del PDL e con un sistema istituzionale ben più solido ed inclusivo di quello italiano. Ma anche una Germania all'insegna della grettezza e con un interesse così ristretto da mettere in primo piano la pancia piena dei suoi elettori rispetto alla miseria e alla disoccupazione che si espande in tutta Europa. E che, altro che Berlusconi!, ha fatto impazzire lo spread per oltre un anno, impedendo meccanismi di coordinazione e salvataggio comunitari e bloccando tutte le iniziative volte a trasformare la BCE in una normale banca centrale. Se proprio dobbiamo preoccuparci di un leader che rischia di affondare l'Europa allora conviene guardare a Berlino e non a Roma.
E comunque questa è la stessa Europa che nel 2004 accolse tra i suoi membri gli Stati baltici che fanno del razzismo di stato la loro ideologia, avendo trasformato i cittadini di origine russa in mezzi cittadini con minori diritti. L'Europa che lascia che l'Ungheria diventi di fatto uno Stato fascista senza fare assolutamente nulla al riguardo. Ed è l'Europa che davanti allo sfacelo greco, con i nazisti che aumentano i proprio consensi giorno dopo giorno, non muove un dito, o meglio, continua a distribuire bastonate ai greci senza lavoro. Ma soprattutto è l'Europa cui Berlusconi, per 18 anni, non ha mai dato fastidio neanche davanti alle più plateali forme di populismo e corruzione. Troppo tardi ora, per essere credibili.
E' una Europa che, molto semplicemente, sembra voler cloroformizzare la democrazia. Pochi ottimati (ed i mercati) hanno diritto di decidere cosa è meglio per tutto il continente. Lo abbiamo già detto, una democrazia a sovranità limitata. Ma se il PDL vincerà le elezioni (cosa comunque improbabile) toccherà ringraziare Monti e l'Europa che con le loro ricette strampalate hanno immiserito l'Italia ed affossato la nostra economia. Chi è causa del suo mal, pianga se stesso.
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