domenica 17 giugno 2012

Grecia: coalizione pro-euro per uscire dall'Europa

Di Nicola Melloni


Pare ormai sicuro che Nuova Democrazia sia riuscita a vincere questa tornata elettorale anche se non è ancora chiaro se, alleata col PASOK, riuscirà ad avere i seggi necessari per una maggioranza di governo.
Così fosse si verrebbe a formare un mostro politico, una grande coalizione tra finta sinistra - quella che si richiama al so e vera destra che insieme rappresentano a malapena il 40% dei votanti. Una coalizione dei due partiti che hanno ridotto la Grecia sul lastrico, rubato, creato clientele e corruzione ed infine truccato i conti. La coalizione che i probi tedeschi volevano.
Ora i partiti che rappresentano la minoranza dei greci proveranno a formare un governo, tutto centrato sulle politiche decise a Berlino e Bruxells. Ma non hanno speranze. La crisi greca si continuerà ad aggravare, insistendo su quelle stesse stupide politiche che la maggioranza dei greci ha rigettato. Nel giro di 6 mesi, massimo un anno, la situazione sociale sarà talmente insostenibile che la coalizione crollerà e si ritornerà a votare. Ed allora non ci saranno dubbi su chi vincerà.
Una volta di più l'Europa ha guadagnato un pò di tempo. E' quello che continua a fare da 3 anni a questa parte, a forza di interventi parziali che non risolvono i problemi, nella maggior parte li aggravano e riescono solo a rinviare il redde rationem. La Grecia si guadagna altri 6 mesi prima di essere costretta ad uscire. La Spagna non sarà trascinata nel caos greco e crollerà grazie alle sue banche non per colpa di Syriza. Gli euroburocrati avranno qualche altro mese per sperare nell'intervento divino o forse, più probabilmente, per costruire un cuscinetto per le banche francesi e tedesche. E poi rivivremo, di nuovo, l'ennesima puntata di questa farsa europea che assume sempre più i contorni della tragedia. 



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E se fosse stato inutile il voto in Grecia?

Di Monica Bedana

E se, indipendentemente dal colore del Governo che si formerà dopo le elezioni e dalla volontà di questo di rispettare o meno gli accordi presi con la troika, l'Europa avesse nel frattempo già deciso che le è più conveniente lasciar cadere la Grecia? Allontanare cioè definitivamente l'appestato moribondo perfino dal lazzaretto degli Stati salvati.
Rimangono solo 2000 milioni nelle arche greche per questo mese di giugno. Un piano di "uscita ordinata dall'euro" non solo non esiste ma sarebbe troppo lungo da mettere in atto. Quando non si può più aprire il rubinetto del gas si chiude quello dei prestiti: l'effetto è lo stesso. E si impedisce il prelievo di denaro, il movimento dei capitali e perfino quello delle persone.

In sede europea nessuno smentisce né conferma.
Non dovremmo mandare solo i calciatori ad Auschwitz.

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Elezioni in Grecia: un unico vincitore

Di Nicola Melloni


La Grecia ha votato. Ancora non sappiamo chi riuscirà a formare il nuovo governo, Syriza e ND sono testa a testa - per Sky grecia è avanti il partito di Tsipras. Un risultato però è già chiaro. La sinistra che si oppone al memorandum, follemente divisa in 3, ha comunque il 42%, e sarebbe il primo partito di Grecia. Più in generale i partiti che si oppongono al piano UE rappresentano la larga maggioranza degli elettori.
Qualche giorno fa Dora Bakoyannis, una dei leader di Nuova Democrazia ha detto che se il suo partito avesse vinto avrebbe portato avanti le riforme necessarie senza fermarsi davanti a nulla, non si poteva continuare a dialogare con le minoranze che si oppongono al governo. Bene, ora si sappia che se ND formerà il governo grazie ad un sistema elettorale inquietante, sarà comunque un governo con maggioranza parlamentare e minoranza di voti. I greci rigettano l'austerity nelle urne, e continueranno a farlo nelle piazze. 



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La sinistra radicale greca fa paura. La destra no.

Di Monica Bedana

Le seconde elezioni in Grecia nello spazio di un mese si svolgono in uno scenario inedito ed oltremodo anomalo per tre motivi.

1) Per la prima volta nella storia della democrazia in Europa si sta tentando dall'esterno di indirizzare il voto greco nel profondo solco tracciato dalla troika. Dopo l'imposizione di due governi tecnici, nella stessa Grecia ed in Italia, ecco una nuova modalità di pressing sulla democrazia di uno  Stato sovrano.

2) Per quattro settimane la martellante strategia tedesca è stata quella di fare apparire Syriza nemico dell'euro e dunque unico responsabile del definitivo tracollo del Paese se stasera arrivasse a governarlo. Alla fine ci ha creduto perfino Hollande, che sente come suo "dovere avvertire la Grecia che se vuole allontanarsi dagli impegni presi (il memorandum, che Syriza vuole ri-negoziare per anteporre piani di crescita a quelli di austerità fine a sé stessa) ci saranno Paesi che preferiranno che i greci abbondonino l'euro". La solita, cattiva coscienza europea non può più cercare in Grecia un capro espiatorio che è stato sacrificato da tempo.

3) Fa paura all'Europa che la sinistra radicale greca possa governare e farsi finalmente interprete della voce del popolo. Perché non preoccupa allo stesso modo la destra neonazista di Aurora Dorata, che entrerà in Parlamento di sicuro? Questione di antico feeling?

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La Grecia al voto: speranza contro paura


 Di Nicola Melloni


Questi sono i sentimenti che caratterizzano il voto greco di oggi. Da una parte la speranza di uscire dalla crisi, il legittimo desiderio di un futuro migliore, la voglia di essere liberi e padroni del proprio destino.
Dall'altra la paura del futuro, rinforzata dal vento della demagogia e della propaganda che soffia nei comizi, sui giornali, nelle incredibili pressioni esterne. Paura di un salto nel buio, paura di essere accerchiati, paura di essere cacciati. Quella stessa paura che ha sempre retto i governi dittatoriali, reazionari e che si reggono non sul benessere e sulla partecipazione alla cosa pubblica, ma sull'imposizione e la minaccia.
Basta guardarsi intorno per vedere questo clima. Repubblica titola: "La Grecia sceglie tra l'Euro e la Dracma". Facendo sue le parole del leader di Nuova Democrazia, Samaras che ha spinto in alto il suo partito nei sondaggi affidandosi semplicemente a questo ridicolo ritornello. Solo con noi resterete nell'Euro. Il fatto che Syriza voglia rimanere nella moneta unica non conta, la voce della propaganda padronale sovrasta qualsiasi voce di dissenso.
Intanto i leader d'Europa continuano a lanciare minaccie, neanche troppo velate. Cari Greci, dovete votare per i partiti che rispettano gli impegni. Che questo partito, Nuova Democrazia, sia quello che ha truccato i conti per entrare nell'euro e creato la crisi, non conta, anzi. Prima la Merkel, poi Juncker sono intervenuti pesantemente nel dibattito. Una ingerenza gravissima negli affari interni di una nazione, un paese che nelle menti di tedeschi ed euroburocrati è a sovranità limitata non solo economicamente ma anche politicamente. E che una volta di più dimostra il vero significato della democrazia ai tempi del neo-liberismo. Non si vota liberamente, esiste un solo risultato giusto. Qualcosa di molto simile ai paesi dell'Europa orientale negli anni 60 e 70. 
E poi chi l'ha detto che gli impegni vanno rispettati? Se un governo farlocco come quello di Papadreou ha tradito il popolo greco e le promesse elettorali con cui era stato eletto per vendersi agli interessi economici tedeschi, perchè bisognerebbe mantenere questi patti scellerati? L'Europa ha dato soldi in cambio di riforme e quindi si sente in diritto di dettare l'agenda politica, ma anche in questo caso la realtà è diversa dalla propaganda. Secondo JP Morgan solo 15 miliardi dei 410 dati alla Grecia sono andati all'economia ellenica. Il resto è andato tutto ai creditori - leggi le banche europee.
In questo clima di terrore, oppressione, minaccie e propaganda oggi si vota. Non si vota per tornare alla dracma. Si vota per tornare a sperare.


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