venerdì 23 marzo 2012

sulle nostre rubriche

The City of London

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Stato e Mercato, VI:
La privatizzazione della sanità spagnola.
Hasta luego, Zapatero
Di Ugo F.

E' giovane la legge con cui in Spagna si crea il sistema nazionale di salute pubblica; risale al 1986. E solo nel 1989 diventa universale il diritto all'assistenza sanitaria pubblica, sancito anche dalla Costituzione. Questo diritto si snoda nell'applicazione effettiva che le diverse Regioni spagnole ne fanno, coordinate dallo Stato. Il perfetto equilibrio di questo rapporto tra Stato e Regioni nella gestione del diritto all'assistenza sanitaria pubblica viene raggiunto nel 2003 con la “Legge di coesione e qualità del Sistema Nazionale della Salute”. Un sistema di decentralizzazione dei servizi e di osmosi al tempo stesso; l'interazione ben coordinata e la cooperazione tra i vari rami dell'amministrazione pubblica sanitaria, sia statale che regionale, devono garantire al cittadino questi tre diritti, in materia di sanità:

1) l'uguaglianza dei cittadini nell'accedere alle prestazioni sanitarie
2) la qualità del servizio, che integra anche la prevenzione e il disporre delle cure e tecniche migliori
3) la partecipazione sociale

Finora è stata chiara la vocazione preminentemente pubblica del sistema sanitario spagnolo. I sette anni di governo Zapatero hanno potenziato tale predisposizione, soprattutto nel primo periodo di superavit della storia della democrazia spagnola, nel 2005. Perfino con un ministro delle finanze austero come Pedro Solbes, prudentissimo anche in epoche di vacche grasse, la scommessa personale di Zapatero fu di investire molto nella salute pubblica e nella ricerca biomedica, con leggi coraggiose che fecero di questo Paese un punto di riferimento in Europa.

In quest'ottica, il peso del privato nell'ambito sanitario è stato finora relativo. Al privato si riconosceva finora libertà d'impresa e la possibilità di stabilire accordi col settore pubblico a due condizioni:
a) solo laddove esiste la possibilità di migliorare il servizio pubblico, contrattando mezzi di cui quest'ultimo non dispone
b) che ciò non supponga un incremento dei prezzi

L'estate del 2007 iniziò a far traballare uguaglianza, qualità e partecipazione sociale nel settore sanitario in quelle regioni che negli anni prosperi si erano indebitate pesantemente in tutti gli ambiti. Ed ecco che spunta una sempre più netta volontà di cedere al privato una fetta sostanziosa della sanità. Il caso esemplare è quello della sanità catalana, un tempo modello di buon funzionamento, ma dove ora dove i tagli alla sanità pubblica sono stati “alla greca” e la soluzione che si prospetta per superare la crisi è quella di una sempre maggiore collaborazione tra pubblico e privato, con la benedizione del Governo centrale. 

Un serissimo campanello d'allarme suona però in questi giorni nella Comunidad Valenciana, regione storicamente governata dal Partito Popolare e sull'orlo della bancarotta, declassata a livello spazzatura da tutte le agenzie di rating. La Regione ha annunciato di voler cedere ad un'azienda privata la gestione totale di una grossa fetta della propria sanità pubblica. Non solo: tale azienda fa parte di un venture capital britannico con sede nel Lussemburgo. Sarebbe la prima volta che un processo di privatizzazione della sanità pubblica non si limita a commissionare al privato la costruzione di un ospedale ed il suo mantenimiento per un determinato periodo di tempo; in questo caso si affiderebbero a mani private anche la scelta del personale (sanitario e non) e l'assistenza medica totale del 20% della popolazione, circa un milione di pazienti.

In tempi di forte crisi e in una regione che ha sospeso da tempo i pagamenti alle farmacie e agli asili pubblici, la cessione massiccia al privato di settori chiave del welfare viene giustificata con l'apporto di finanziamenti e una non meglio specificata “innovazione” e miglioramento della qualità del servizio a costi contenuti.
In realtà ciò a cui stiamo assistendo (la Comunidad de Madrid, le isole Canarie e Castilla la Mancha stanno seguendo lo stesso modello di gestione della Comunidad Valenciana) è la creazione di un oligopolio privato nella gestione della sanità pubblica; sono pochissime aziende a spartirsi una succulenta e grossa torta. E cosa succederebbe a quel milione di pazienti della zona di Valencia dipendenti da un venture capital se l'azienda che gestisce interamente il loro sistema sanitario fallisse?

In queste operazioni la preoccupazione per la salute dei cittadini inizia soltanto dove finisce quella per l'arricchimento privato. Ed il diritto universale all'assistenza sanitaria pubblica sancito dalla Costituzione nel non lontano 1989 è ora anch'esso ostaggio di quella "regola d'oro" che la Spagna si è affrettata ad introdurre per prima nella propria Costituzione.

Le altre puntate di questa serie:
Ferrovie britanniche
Strade britanniche
Sanità francese
Il sistema scolastico inglese
I trasporti in Francia e a Parigi

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Diliberto, dove è lo scandalo?


 Ma sì, eccola la foto dello scandalo, Diliberto abbraccia e si fa fotografare con una signora che sfoggia una maglietta dalla scritta truce. Sì, una scelta d'abbigliamento che fa rabbrividire, sì, una leggerezza, addirittura una cazzata da parte di Diliberto che dovrebbe stare più attento. Perchè in sta maniera son 2 giorni che si parla di una foto insulsa, invece dei problemi veri.
Ma ora basta. Il ministro Fornero si dice addirittura disgustata, definisce Diliberto indegno di aver ricoperto la carica di ministro e di parlamentare. Per bacco!
Sorvoliamo sul fatto che il ministro Fornero ed il governo di cui lei è parte non si schifa di prendere in Parlamento voti da chi è ben più indegno di Diliberto, trafficoni, traffichini, imputati per mafia, corruttori e gentaglia varia. E pensiamo invece al pulpito da cui viene tale indignazione.
Chiuso nel suo ufficio da tecnico, Fornero ignora quante persone che perdono il lavoro si suicidano (uno degli ultimi casi poche settimane fa, a Sanremo). Quei signori, purtroppo, al cimitero ci vanno per davvero. E le politiche del Ministro Fornero rischiano di mandarcene altri.
D'altronde la Thatcher dè noantri, dovrebbe vedersi forse un pezzo di cinema indimenticabile, Brassed off (Grazie signora Thatcher, in italiano)


(clicka qui per la versione italiana)


Se ascoltasse bene, capirebbe che il lavoro è quello che dà dignità alle persone, la voglia di vincere, di combattere, di sperare, la voglia di vivere. Questa dignità, Fornero e quelli come lei, la vogliono togliere, la vogliono monetizzare. Con qualche spicciolo pensano di comprare la vita dei lavoratori.
L'unica persona indegna, l'unica che si dovrebbe vergognare, è il ministro Fornero. Altro che Diliberto!




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