martedì 11 settembre 2012

Due facce, la medesima medaglia
Di Simone Rossi 

Da un decennio la seconda decade di settembre si apre con il ricordo degli attentati al World Trade Centre di New York ed al Pentagono. Due accadimenti che hanno portato con sé un carico di morte e dolore su cui una classe dirigente rapace e cinica ha costruito il consenso per rimanere saldamente al potere e per lanciare una nuova stagione di guerra al servizio degli interessi del grande capitale statunitense, mascherata da vendetta e da "esportazione della democrazia". Undici anni dopo gli spazi di agibilità democratica si sono ulteriormente ridotti e la guerra sembra non avere fine; solo una pausa tra un intervento umanitario e l'altro.
Con meno clamore mediatico, ma forse con un pathos più autentico, altrove si ricorda un altro 11 settembre, di ventott'anni anteriore a quello di New York e Washington. Quello che diede l'avvio a diciassette anni di una dittatura sanguinaria, assurta al potere con il supporto determinante dei servizi segreti e delle forze armate statunitensi e che operò una pulizia del dissenso e dell'opposizione attraverso rapimenti, sparizioni, torture, stupri e omicidi. Un'operazione preliminare all'introduzione di un modello economico che avrebbe fatto scuola in gran parte del mondo ed avrebbe trovato in Margareth Thatcher e Ronald Reagan due estimatori. Due ricorrenze che in qualche modo dividono, che finiscono per esser contrapposte in una diatriba che perde di vista i morti e la radice comune della questione. Da duecento anni, la nazione che si è autoproclamata faro della democrazia e della libertà, promuove i propri interessi commerciali e geopolitici a suon di golpe, invasioni, guerre, dittature fantoccio spesso e volentieri dal sapore fascista. Una lotta per lo spazio vitale che ha lasciato milioni di morti in tutti i continenti ed ha portato i governi statunitensi a stringere un forte legame con quelle stesse monarchie assolute finanziatrici degli integralisti di ogni risma. Purtroppo non sarà la stampa asservita all'editore di turno, né saranno i governi con le mani sporche a chiudere il cerchio ed a far fare agli statunitensi ed a noi europei i conti con la nostra storia. Con buona pace dei benpensanti.
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