giovedì 14 aprile 2011

Quando la giustizia non è uguale per tutti


A sentire le notizie che arrivano dal TG3 sul processo breve non si può che provare un moto di schifo, più che di indignazione.
Per salvare Lui, sempre e solo Lui, il parlamento è imbrigliato, i ministri sono precettati e un’intera comunità a breve si ritroverà ad avere una legge che renderà questo paese ancora più ingiusto. Una legge dannosa perché con le prescrizioni brevi molti colpevoli rimarranno senza una sentenza di colpevolezza e molte vittime rimarranno senza un colpevole che paghi per i danni e le sofferenze arrecate.
Che brivido pensare che vi saranno persone che sapendo di potersi avvantaggiare della prescrizione breve e dei benefici che porterà a coloro che non sono mai stati condannati penseranno bene di commettere le proprie “marachelle” sapendo che in un paese dal nome Italia non saranno mai condannati e quindi rimarranno a vita incensurati, nonostante l’aver commesso dei reati. Magari ci saranno le prove per portarli a processo, ma chissà dopo quanto saranno state raccolte e nel frattempo il tempo passa e la prescrizione si compie. E così tutti liberi, tutti puliti, tutti onesti. E per chi è già stato condannato, per non essere stato tanto furbo dal cavarsela, arriva la punizione della prescrizione più lunga. La legge è uguale per tutti, ma per Lui un po’ meno. Viene da ridere al solo pensarci!
Si proprio da ridere, non da piangere come molti direbbero. E rido perché in fondo questo paese se la cerca sempre una brutta pagina della propria storia da scrivere. Condivido quello che Giorgio Bocca ripete da sempre e cioè che gli italiani sono per la maggioranza degli asserviti e che sempre e solo le minoranze hanno scritto le pagine più alte e più belle della storia italiana, dal risorgimento alla resistenza.
Basti sentire i sostenitori di Berlusconi per capire di che cosa sto parlando. Si da il caso che si bevano ogni sciocchezza e ogni pianificata stupidaggine priva di fondamento che viene pronunciata come fosse una nuova parola d’ordine. Questo la dice lunga sulle brillanti menti che sostengono il governo di questa povera Italia. Almeno riuscissero a trarne vantaggio da tanto servilismo. E invece no, sognano di essere ad Arcore per una notte di “bunga bunga”, oppure di apparire in una “brillante” trasmissione di Mediaset, o magari, per quelli con delle ambizione un po’ più alte si sogna l’ormai ambito posto in parlamento o, meglio ancora, al governo. In fondo c’è chi ce l’ha fatta. I precedenti non mancano. Non devi essere capace, quello semmai è un demerito perché potresti essere visto come una persona dal pensiero libero e indipendente. Basta essere spregiudicati. Eppure questi concittadini non balleranno mai “patani” ad Arcore, non saranno mai la velina o il tronato di turno in una trasmissione Mediaset, e sicuramente non siederanno mai in parlamento o al governo. E allora perché tanta passione nel difendere il leader che mai si contesta? Credo che non lo sappiano nemmeno loro ma nel frattempo sognano…
Non si può dare tutta la colpa a questo governo e al suo padrone ma è tempo di puntare il dito anche contro chi è complice di questa politica vile e spregiudicata e quindi non si può che puntarlo verso quell’elettorato che sostiene questo modo di fare politica.
In fondo anche sotto il fascismo una grande fetta del paese sosteneva quel regime. Ci sono voluti i nostri partigiani e le nostre partigiane per scrivere forse la pagina più bella della nostra storia: la Costituzione Italiana.
Carla

6 commenti:

  1. Sono molto d'accordo sul fatto che il dito bisogna puntarlo sul popolo bue ancor piu' che sulla classe politica. Questo pero' crea un problema, se ci dichiariamo democratici bisogna accettare anche il verdetto del popolo bue che per ora ha votato il satiro di arcore. Certo B. rappresenta un sentire vero e concreto che per quanto possa essere disprezzato esiste. Esiste un pezzo grande (maggioritario?) d'Italia per cui il profitto (non solamente economico) personale e' superiore al bene comune. Questo vuole anche dire che il berlusconismo sopravvivera' a B. e la strada e' assai lunga..
    Infine una nota, il secondo paragrafo mi pare non corretto. Il problema di questa legge e' l'effetto che ha sui processi presenti, non su quelli futuri. Se uno fa un reato contando sulla prescrizione, non fa nessuna differenza che tale prescrizione venga ridotta di 6 mesi, mentre ovviamente fa differenza per processi IN CORSO che potrebbero concludersi e non lo faranno perche' le regole processuali vengono cambiate quando il gioco e' gia' iniziato. Una volta si parlava di non retroattivita' della legge, ma forse anche sto concetto e' andato un po' nel dimenticatoio

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  2. a proposito di quello che dicevo qui sopra, anche asor rosa, in maniera paradossale, discute dei problemi della nostra democrazia, ieri sul manifesto:
    http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/20110413/manip2pg/01/manip2pz/301191/
    e oggi su repubblica
    http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=Z0ZMU

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  3. "L'alternativa che si presenta è: o si lascia che le cose vadano per il loro verso onde garantire il rispetto formale delle regole democratiche (per es., l'esistenza di una maggioranza parlamentare tetragona a ogni dubbio e disponibile ad ogni vergogna e ogni malaffare); oppure si preferisce incidere il bubbone, nel rispetto dei valori democratici superiori (ripeto: lo Stato di diritto, la separazione dei poteri, la difesa e la tutela del «pubblico» in tutte le sue forme, la prospettiva, che deve restare sempre presente, dell'alternanza di governo), chiudendo di forza questa fase esattamente allo scopo di aprirne subito dopo un'altra tutta diversa" (A.AsorRosa)

    Pur trattandosi una provocazione colpisce nel segno. Abbiamo avuto infinite prove dell’inettitudine dell’opposizione a tutelare i valori democratici superiori (a partire dal problema del conflitto d’interessi mai sanato e che giustamente viene sollevato da Asor Rosa)… Asor Rosa è molto efficace perchè propone di interrogarci sui valori, propone di individuare delle priorità (se non vogliamo chiamarle "emergenze"). Ci muoviamo dentro il sistema Italia come dentro un teatro, recitando ciascuno un ruolo, mentre in realtà tutto il marchingegno della protesta è solo ciò che viene consentito, controllato, creato e manipolato. La sua efficacia è già smentita nel suo nascere, perchè è quasi prevista dal sistema, che a sua volta se ne serve, come occasione ulteriore per ribadire la propria forza. Il controllo della "dissidenza" rende la dissidenza stessa come un gioco manovrabile nel teatrino delle marionette. F.

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  4. Ciao Carla , molto d'accordo con il tuo post . Vorrei aggiungere che durante il ventennio vero che la maggioranza sosteneva piu o meno attivamente , supinamente o vilmente M. ma anche dopo , durante il periodo resistenziale la stessa maggioranza rimase a guardare alla finestra in attesa di vedere su quale carro saltare...Insomma secondo me l'esperienza resistenziale e quello che di buono ne scaturi'( costituzione ) sono solo patrimonio di una minoranza e mai quei valori sono stati introiettati ed assorbiti , attarverso le generazioni, a tutti gli italiani.

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  5. PS , volevo segnalarvi il link a Carmilla on Line che si potrebbe aggiungere ai link su questo blog e inoltre un interessante articolo http://www.carmillaonline.com/archives/2011/03/003812.html#003812

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  6. Caro Nicola,
    nel paragrafo secondo intendevo dire che potendo contare sulla prescrizione breve molte persone penseranno di poter delinquere senza in realta' temere di arrivare a sentenza e quindi, magari, a condanna.
    La pena viene pensata dal legislatore, o forse e' piu' appropriato dire "dovrebbe essere pensata dal legislatore", per scoraggiare dalla commissione dei reati.
    Se io so a priori che per quel dato reato la prescrizione si e' ridotta ai minimi termini forse non avro' molti scrupoli e quel reato lo commettero'. Non e' solo la mia opinione ma anche quella gia' circolata di alcuni giuristi.
    PS - nel fare l'esempio ho usato la prima persona ma vi garantisco che non rientro nella categoria degli spregiudicati e delinquenti.

    Carla

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