"Deve fare riflettere l'espulsione decisa dal sindacato
nonostante ci siano video che dimostrano come siano andati realmente i
fatti". Non ho rimorsi e non ho colpe. Ecco l'accorata lettera di Mauro
Caffo
di MAURO CAFFO
"Sono il funzionario CGIL coinvolto nei tafferugli dello
scorso 08 settembre a Salsomaggiore. La mia vicenda, balzata agli onori della
cronaca nazionale come un qualcosa di fuori dal comune, e che ha lasciato tutti
basiti, ha creato un terremoto mediatico durato poche ore. Come è noto la
vicenda in sè per sé quasi banale, è stata riportata su quasi tutti i
quotidiani nazionali. Perché? La risposta è semplice e scontata: Un funzionario
della CGIL non può permettersi di esporsi in questo modo, ne va l'immagine
dell'organizzazione. Fortunatamente la dinamica dei fatti accaduti quel
pomeriggio, è molto chiara, anche grazie alle registrazioni video, facilmente
reperibili anche su internet. Quel giorno insieme ad altri compagni ci siamo
ritrovati per attuare un'azione pacifica di dissenso nei confronti di una
manifestazione che aveva ben poco di sportivo e molto di mera propaganda
politica, a tal proposito ci tengo a specificare che i partecipanti alla
competizione sono vittime come tutti, ma anche complici, in quanto avevano
comunque la possibilità di rifiutarsi di partecipare. La protesta si
stava risolvendo come nel più classico dei modi, come spesso avviene nelle
manifestazioni non violente, quando un gruppo di persone non identificate, ha
preso parte allo sgombro del presidio, e con insulti e violenza fisica, ha
cominciato a creare disordine e tensione, sotto lo sguardo compiacente delle
forze dell'ordine presenti, e reputate a mantenere l'ordine pubblico.
Tutto ciò è durato pochi, ma molto concitati attimi, sinché mi
sono sentito strattonare e sono caduto a terra, con un uomo dell'arma.
Immediatamente dopo, senza nemmeno avere il tempo di realizzare ciò che era
accaduto, mi sono ritrovato afferrato da due uomini in borghese che, senza
essersi identificati, pretendevano di portarmi via. Vengo strattonato e trattato
come un pericoloso criminale, tutto ciò sotto l'occhio vigile delle telecamere
e dei fotografi, con le conseguenze mediatiche e "politiche" a tutti
note con grave compromissione della mia immagine, sia pubblica che privata. Ci
tengo a specificare che attualmente a mio carico non esite alcuna imputazione,
attendo a riguardo l'esito degli eventi, ed eventuali notifiche da parte degli
organi preposti.
Quello che credo sia importante sottolineare in questa mia
vicenda, e che spero faccia riflettere, è il comportamento adottato da parte
della CGIL nei miei confronti. Come è noto, è stato immediatamente emanato un
comunicato stampa in cui il sindacato si diceva completamente estraneo alla
vicenda accaduta, tutto ciò senza nemmeno avermi dato la possibilità di
chiarire l'accaduto, confrontandomi con i compagni per fornire la mia versione
dei fatti. Non ho alcun rimorso rispetto a quanto accaduto, in quanto penso sia
palese che io non abbia colpe, ma come esponente di un sindacato, in special
modo della CGIL la cui storia è di lotta attiva, per la difesa dei diritti dei
lavoratori e come militante del Partito Comunista dei Lavoratori è per me un
dovere nei confronti di chi, prima di me non ha esitato ad esporsi, a lottare
anche a rischio di perdere la libertà e di trovarsi isolato, intraprendere
azioni che siano di rottura con il servilismo di chi invece di difendere i
nostri diritti è schiavo e servo della classe dirigente ed economica di questo
nostro povero e martoriato Paese.
La mancanza di democrazia all'interno della CGIL è ormai
evidente, la sudditanza di questo sindacato nei confronti delle scellerate
azioni antisindacali di questo governo, (non ultimi gli articoli contro il
diritto del lavoro inseriti nella manovra economica appena varata) anch'esso ha
contribuito a darmi la forza e il coraggio di intraprendere la mia azione. Si
tenta in tutti i modi di mettere a tacere la voce del dissenso, di far finta
che non esista, quando al contrario è sempre più forte e chiede una spaccatura
nell'attuale sistema, e proprio ciò che è accaduto lo scorso 8 settembre a
Salsomaggiore in occasione dell'iniziativa di propaganda, attuata dalla Lega
Nord col "giro di padania" ha fornito l'occasione di portare alla
luce un conflitto sociale, economico e politico che ormai da tempo cova
all'interno della nostra società.
Manifestazioni sportive organizzate con l'unico scopo di
distogliere l'attenzione dalle condizioni socioeconomiche del nostro paese, per
cercare di rilanciare l'immagine di un partito che negli ultimi 15 anni ha
contribuito ad impoverire il popolo italiano, sostenendo il governo Berlusconi,
lanciando da sempre proclami razzisti e di divisione sociale, mi hanno dato
l'occasione per far venire alla luce la voce di chi, ha ancora il coraggio di
dire NO!!!!"
*ex sindacalista Cgil
LA REPLICA DEL SINDACATO - La Cgil di
Parma risponde a Mauro Caffo: "A proposito di quanto successo a seguito
dei fatti occorsi in occasione del Giro della Padania a Salsomaggiore lo scorso
8 settembre, Cgil e FP Cgil di Parma ritengono necessario rimarcare la propria
presa di distanza dalle modalità della protesta, che ha visto coinvolto
inopportunamente un funzionario della categoria del pubblico impiego. Mauro
Caffo, lavoratore di una cooperativa sociale in distacco temporaneo alla FP Cgil
provinciale, in prova dal 1° luglio al 31 dicembre 2011, non è stato
licenziato, contrariamente a quanto lui stesso afferma. Egli conserva infatti
(art. 31 �" L.300/70) il proprio posto di lavoro presso
lazienda di provenienza, ma la categoria, daccordo con la Cgil, ha ritenuto
necessario revocare il distacco sindacale valutando il suo comportamento non
coerente alle regole e ai valori definiti dallo Statuto dellorganizzazione e
quindi sono venuti meno i presupposti che avevano motivato il distacco. La
decisione di revoca del distacco è avvenuta il 12 settembre dopo aver ascoltato
più volte il lavoratore. Un sindacato responsabile come la Cgil con tutte le
sue categorie, attua forme di protesta anche dure, come occupazioni di aziende
o blocchi stradali, qualora ritenga messi in discussione posti di lavoro,
occupazione o diritti, ma sempre nel rispetto delle leggi. Chi, stando dentro
la Cgil, decide di non rispettare questi orientamenti, non può che assumersene
la responsabilità e accettarne le conseguenze. Questo non vuol dire mancanza di
democrazia, ma esattamente il contrario. Sono le grandi battaglie a fianco dei
lavoratori, compreso lultimo sciopero del 6 settembre che attestano quanto
tutta la Cgil sia un sindacato libero e democratico senza alcuna sudditanza ne
nei confronti di poteri forti ne dei partiti".
da Repubblica del 15 settembre.
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