giovedì 8 marzo 2012

Fornero, Severino, Cancellieri: donne che non mi somigliano
Di Monica Bedana

Non attribuite mai alla sottigliezza quello che è sufficientemente spiegato dalla stupidità.
Legge di Hanlon


Sono preparate, brillanti, determinate, si sono fatte da sè.
Rappresentano quanto di meglio si possa sperare di ottenere dalla vita lavorativa.
Eppure le osservo e non riesco a sentire sintonia di nessun tipo con loro, con le tre donne del governo Monti. Nei loro curriculum impeccabili di tecnici manca probabilmente quella caratteristica prettamente femminile che oggi, curiosamente, il mercato esige con forza al mondo del lavoro: la flessibilità. O, se ce l'hanno, non sanno esprimerla, tanto sono drastiche le loro dichiarazioni pubbliche su argomenti che toccano nel vivo larga parte del tessuto sociale.
Flessibilità non significa capacità di passare con disinvoltura dalle alte sfere del settore privato alla gestione dello Stato, come per Fornero e Severino; e nemmeno esercitare con perizia la funzione pubblica in varie mansioni e luoghi, come nel caso del ministro Cancellieri.

Nei tagli alla spesa pubblica non sono uguali gli effetti per gli uomini e per le donne, vale la pena di ricordarlo in un giorno come questo. Qualsiasi taglio a settori del pubblico impiego, come l'istruzione o la sanità, sarà più pesante per le donne, che vi sono in maggior numero occupate. Tagliare servizi sociali significa distruggere principalmente lavoro femminile e, al tempo stesso, togliere alle donne buona parte di quel supporto che necessitano nella cura della famiglia, gli anziani, la casa.
E in casa e solo in casa ci relegano poco a poco la precarietà, l'economia sommersa, il salario minore rispetto a quello maschile, il lavoro a tempo parziale incentivato in modo subdolo come unica via per concilare vita familiare e lavorativa, quando invece rappresenta minore remunerazione, meno pensione, inesistente carriera. In queste condizioni ci sarà impossibile aspirare alla traiettoria professionale di Anna Maria Cancellieri, per esempio, che dichiara senza pudore di aver scelto di lavorare “al contrario di tante signorine bene (me compresa) impegnate a costruirsi un futuro un po' limitato di madri di famiglia e di perfette casalinghe”. Lei 30 anni fa ha potuto scegliere, ministro; noi, nel XXI secolo, no.

La flessibilità che ci aspettiamo da quella donna, quel ministro, in procinto di operare scelte sul mondo del lavoro che sicuramente ci condizioneranno ulteriormente per generazioni, è di essere consapevole fino in fondo di quante donne stiano per gettare definitivamente la spugna in questo campo.

Buon 8 marzo.

P.S.: Donne che sí mi somigliano: le oltre 200 di Fiom, lavoratrici del gruppo Fiat, che hanno scritto QUESTA LETTERA al ministro Fornero sulle conseguenze per la donna dell'applicazione del nuovo contratto imposto dall'azienda.

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1 commento:

  1. totalmente d'accordo con te. non solo non mi somigliano, non mi fido di loro. invece a te auguri guerrieri, per il 7, l'8 e il 9 marzo e tutti gli altri giorni uguale.

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