mercoledì 16 maggio 2012

L'ideologia tedesca e la fine dell'euro

Ormai è sempre più evidente, le cause della crisi europea non vanno ricercate nei fannulloni di Atene e neppure nel lassismo bancario di Madrid - fattori pur non trascurabili nella dinamica e nell'evolversi di questo colossale pasticcio. No, i problemi veri vengono da Berlino e da un concentrato di arroganza ed ideologia che non possono che riportare alla memoria vecchi fantasmi.
No, certo, la Germania della Merkel non è nazista, ci mancherebbe. Ma per la terza volta in meno di un secolo, le sue azioni ed i suoi comportamenti, il suo spirito imperialista stanno gettando l'Europa nel caos. Si potrebbe dire che il Cancelliere non ha imparato nulla dal suo passato, dall'essere cresciuta in un paese - la DDR - in cui l'ideologia contava più del buon senso ed in cui la chiusura mentale dei suoi leader degenerò nella chiusura fisica di quello Stato. Ora la Germania della Merkel, nuovamente, si chiude in sè stessa, erige un muro contro il contagio dei lazzaroni meditteranei, quelli che vanno bene solo per comprare merci tedesche e, forse, per allietare le vacanze dei cittadini del Reich.

Sentire le parole riguardo la Grecia di un parlamentare tedesco, Michael Fuchs, fa rabbrividire: "siamo stati più accomodanti di quanto avremmo voluto essere. Ora la festa è finita". Di che festa va cianciando questo personaggio? Quella dei disoccupati greci? Quella dei pensionati senza soldi? O quella delle industrie tedesche che si sono avvantaggiate dell'unione monetaria?
D'altronde sono mesi che i membri del governo tedesco vanno ripetendo che la Grecia deve fare i compiti a casa, altrimenti finiscono gli aiuti. Ma, a parte il tono condiscendente ed arrogante, di che aiuti vanno parlando? Qui si parla di prestiti, non di aiuti. I tedeschi non stanno sborsando un marco, pardon, un euro, per aiutare la Grecia, mentre stanno imponendo soluzioni draconiane e patentemente sbagliate.
Quello che non sembrano aver capito a Berlino è che un'unione comporta diritti ma anche obblighi - e di questi obblighi i tedeschi non vogliono sentire parlare. La moneta unica ha portato per un certo periodo dei beneifici, condivisi - pure in parte diseguale. Ora che porta invece dei problemi, bisogna che ognuno faccia la sua parte.
Se si vuole una moneta unica bisogna prendere il full-package, euro-bond e trasferimenti fiscali, quello che fa qualsiasi altro stato che batte moneta. Nessun governo al mondo concede prestiti ai suoi cittadini. Il discorso che portano avanti i tedeschi è invece tipicamente quello delle regioni secessioniste - non vogliamo che i nostri soldi vadano ad altri. Cioè non esistono problemi comuni, ma meri interessi di bottega. Ora dicono alla Grecia che non è obbligata a rimanere nell'Euro, ma ad Atene stanno facendo di tutto per rimanerci, sono i tedeschi che fanno di tutto per spezzare l'Europa.
Ormai in Europa esiste una maggioranza di cittadini e di stati che vogliono un'altra BCE, un'altra politica monetaria, un'altra politica economica. A Berlino puntano i piedi, sembrano quei bambini un pò stronzi che se non si fa come dicono loro portano via la palla. Il problema è che la palla non è loro.


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2 commenti:

  1. Non credo molto al paragone con la Germania nazista come anche risalire fino a Weimar (Spinelli oggi http://www.repubblica.it/politica/2012/05/16/news/spinelli_commento-35233049/?ref=HREA-1 o Cardini http://www.linkiesta.it/crisi-grecia-cardini) o evocare una certa freddezza austera Galli della Loggia http://www.corriere.it/editoriali/12_maggio_13/l-austerita-vuota-dell-europa-tedesca-ernesto-galli-della-loggia_0c74d968-9cc2-11e1-9e47-40ef175b0d3f.shtml ).
    Sono d’accordo che sia necessario europeizzare la crisi e che la prospettiva tedesca sia più quella dello regione secessionista (o dello Stato nazionale?) che dell’Unione europea, ma è giusto attribuire alla Germania tutte le colpe (perché dev’essere una colpa che la Germania si sia avvantaggiata dell’unione monetaria?)
    Non è forse colpa dell’Europa politicamente immatura non aver saputo trasformare quei “prestiti” in “aiuti”, cioè non aver dato una veste politica europea alle misure economiche? f

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  2. Beh infatti l'articolo nega la logica del nazismo, ma si rifa ad una politica imperiale della Germania, ricorrente in Europa da quando la Germania è tornata unita.
    Una colpa c'è, se ognuno si fa solo i propri interessi allora è inutile parlare d'Europa, appunto si torna nuovamente alla grande Germania, ma è un progetto politicamente fallimentare ed economicamente insostenibile. Quel che succede in questi giorni ne è la prova più chiara.
    Ed infine, come trasformare in aiuti prestiti che sono fatti semplicemente per salvare le banche del resto d'Europa? No, la Grecia non solo la si è lasciata affondare, ma la si è proprio spinta sott'acqua.

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