Scrive Gianfranco Pagliarulo sul numero di settembre di Patria Indipendente, il periodico dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - ANPI , che l'approccio alla cosa pubblica, alla politica, come un mero fatto amministrativo è un tema ricorrente nei movimenti populisti con un'inclinazione verso Destra. Dal Movimento dell'Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini negli anni '40, passando per la coalizione del centrodestra del '94 fino al M5S contemporaneo, la critica alla classe dirigente in carica, al grido di "sono tutti uguali", è stata accompagnata da una concezione ragionieristica della cosa pubblica, funzionale al modello liberista dello Stato minimo e del dominio incontrastato del capitale privato, più poeticamente detto Mercato, in economia e nella società.
La casalinga, il ragioniere, il professore universitario guidato dalla rassicurante mano delle scienze economiche sono parte di un tentativo di annichilire ogni forma di opposizione o dissenso alle politiche di taglio alla spesa pubblica. Chi oserebbe criticare una madre di famiglia che magari toglie la golosa merendina al figlio, ma per mettere da parte i soldi della sua retta universitaria? Sono metafore suggestive che, fingendo di parlare alla testa con buon senso, si rivolgono alla pancia, senza diritto di replica. In una famiglia, però, il reddito di chi lavora è messo nel bilancio comune e distribuito secondo i bisogni. Quando la famiglia attraversa una fase di crisi i primi a fare rinunce sono gli adulti di sana e robusta costituzione e non i bambini. Esattamente il contrario di ciò che accade nei paesi europei guidati dai virtuosi uomini e donne di casa Cameron, Merkel, Monti e Rajoy.
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