giovedì 20 dicembre 2012
La pazzia di Re Giorgio e la grazia a Sallusti
L'attivismo di Napolitano non ha fine. Dopo aver ordito per far cadere il governo Berlusconi, dopo aver maneggiato per formare il governo Monti, dopo aver contribuito in maniera attivissima a manomettere la nostra Costituzione (Benigni, chissà come mai, non ne parla..), ora si dedica alle mansioni proprie del monarca, quelle di ribaltare le sentenze e fare carta straccia dello Stato di Diritto.
Chiaro, il Presidente ha il potere di dare la grazia, ma perché darla a Sallusti? Su quali basi? Qualche tempo fa, su Micromega, Patrizio Gonnella faceva un giusto parallelo tra Fall Alioune, un ambulante senegalese condannato a 21 anni (!!!) per aver venduto a più riprese cd contraffatti, e Alessandro Sallusti, direttore diffamatore condannato e per di più evaso. Alioune ha compiuto un reato certo: lo ha fatto perchè aveva fame, non aveva altre possibilità di lavoro e doveva sbarcare il lunario. Il suo reato non ha offeso nessuno né fatto male ad alcuni, anche perché altrimenti dovrebbero essere condannati tutti i milioni di persone che scaricano musica illegalmente. Ma per Alioune non c'è grazia. C'è grazia per Sallusti che ha fatto scrivere sul suo giornale un ex-giornalista prezzolato, pagato dai Servizi e noto diffamatore (servigi che lo hanno portato al Parlamento, nientemeno). Non solo il direttore è naturalmente responsabile per le cose scritte sul suo giornale, ma si è anche sempre rifiutato di rettificare una notizia platealmente falsa che non ha nulla del reato di opinione ma, appunto, tutto, della diffamazione.
Chissà cosa sarebbe successo se un giornalista fosse finito in carcere per aver detto che Napolitano disprezza la democrazia, che preferisce i carri armati, che è un pericolo per le nostre istituzioni, che butta via i soldi pubblici mentre la gente subisce i tagli dell'austerity. Chissà se anche ad un giornalista che avesse diffamato la sua regale persona, Napolitano avrebbe concesso la grazia. Di sicuro non la concederà ad Alioune.
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