di Nicola Melloni
da Ombre Rosse
Qualche settimana fa il primo ministro greco Samaras ha messo in guardia
l’Europa: la democrazia greca è a grave rischio e ricorda quella di
Weimar prima dell’ascesa al potere di Hitler. Una provocazione molto
forte, tenuta in nessuna considerazione dalle cancellerie europee e che è
passata inosservata sulla maggior parte dei media italiani. Il paragone
sembra davvero essere molto forte, ma non proprio campato in aria. La
storia del XX secolo ha insegnato che le crisi economiche e la caduta in
disgrazia dei regimi democratici hanno spesso portato a soluzioni
autoritarie e reazionarie. In Germania l’ascesa dei Nazisti al potere fu
impetuosa ed avvenne in concomitanza con la grande Crisi del '29. Nel
1928 i nazisti avevano poco più del 2%, due anni dopo erano già al 18 e
nel 1933 conquistarono il potere con oltre il 37%. Nel frattempo la
disoccupazione era arrivata al 33%, grazie anche alle politiche di
austerity dei vari governi “tecnici” che si susseguirono in Germania in
quegli anni. Ad Atene non siamo ancora a questi livelli ma l’austerità
ha minato le fondamenta del contratto sociale che rende possibile il
normale svolgimento della vita pubblica. La maggioranza dei giovani sono
disoccupati; la classe media sta ormai sparendo; il potere di acquisto è
crollato; ed i servizi pubblici, a cominciare da scuola e sanità, sono
al collasso. Soprattutto non sembra esserci nessuna via d’uscita, il
rapporto debito/pil peggiorerà più del previsto il prossimo anno,
sfiorando il 190% e richiederà, una volta di più, nuovi tagli. Al
momento la crisi ha portato soprattutto all’impetuosa avanzata di Syriza
che quasi solitaria si è opposta al memorandum europeo, pur volendo
rimanere nella Ue - ma da membro paritario e non come junior partner
senza alcun diritto di voto. Le forze della conservazione si sono
arroccate dietro Nuova Democrazia che rappresenta tutto quel sistema
clientelare che ha governato la Grecia negli ultimi 30 anni. Ma mentre
la disoccupazione cresce ed il vecchio sistema politico pian piano si
incrina, un fetore di marcio comincia a salire in superficie. I nazisti
di Alba Dorata che han preso il 6% alle ultime elezioni sarebbero ormai
già in doppia cifra, secondo praticamente tutti i sondaggi. La loro
azione politica non è dissimile dallo squadrismo nazi-fascista degli
anni '20 e '30. Picchiano gli stranieri e ne distruggono banchetti e
negozi. Prendono d’assalto teatri che ospitano spettacoli a loro
sgraditi. Marciano alla luce del sole sotto lo sguardo compiaciuto della
polizia, decisamente infiltrata dall’estrema destra. Tra gli agenti in
strada pare che qualcosa come il 50-60% simpatizzino attivamente per
Alba Dorata. Non è davvero un caso allora che la stessa polizia si sia
resa protagonista di comportamenti molto simili a quelli tenuti delle
nostre forze dell’ordine durante il G8 di Genova. Botte gratuite ai
manifestanti, arresti illegali, torture sistematiche nelle caserme. La
politica istituzionale assiste inerme, quando non compiaciuta. Il Pasok è
ormai sparito ma continua a sostenere un governo legato mani e piedi
dalla troika. Nuova Democrazia pretende di ergersi come l’unico partito
tradizionale, contro la sinistra e la destra, ma il suo esecutivo
continua una politica di austerity che è insensata agli occhi di tutti,
mentre difende con le unghie e con i denti i privilegi di una
striminzita ma influente classe di truffatori e sfruttatori. Sia il
governo attuale che quello precedente si sono rifiutati di pubblicare
una lista di grandi evasori data a Venizelos (l’ex primo ministro
socialista) dal Fondo Monetario e dalla Ue. Troppi nomi grossi erano
coinvolti nello scandalo. Ma quando un giornalista coraggioso, Kostas
Vaxevanis, è riuscito a pubblicare i nomi degli evasori, ecco che la
giustizia greca, immobile fino a quel momento, si è messa immediatamente
in moto. Non perseguendo gli evasori, ma arrestando il giornalista.
Alla faccia del caso Sallusti – ecco quel che vuol veramente dire stampa
imbavagliata. In una situazione di questo genere è inevitabile che la
fiducia nella democrazia e nelle sue regole vengano meno. I cittadini
vedono che lo squadrismo resta impunito; che la polizia viola i diritti
umani; che i soliti noti godono dell’impunità più sfacciata mentre
chiunque si opponga viene messo a tacere, con le buone o con le cattive.
Soprattutto, i cittadini greci vivono in un paese a sovranità limitata,
non più padroni del loro destino, non più in grado di esprimere la loro
opinione. In tutto questo l’Europa non batte ciglio. Anche il Fondo
Monetario Internazionale ha pubblicato ultimamente diversi studi che
spiegavano quanto fosse controproducente l’austerity. La stessa
Christine Lagarde ha richiesto una tempistica diversa per ripagare il
debito, in effetti sposando la richiesta di Samaras di aver un po’ più
tempo per rimettere a posto i conti. Ma nulla da fare, la politica
europea non è disposta a transigere. Almeno sui numeri, mentre
sull’etica è tutto un altro discorso – Merkel&C. hanno tifato ed
aiutato Nuova Democrazia in ogni maniera pur sapendo che proprio quelle
stesse persone che stavano per tornare al governo erano state le
principali protagoniste del disastro greco, e pur sapendo benissimo che
quella lista di evasori e ladri chiamava in causa proprio conservatori e
socialisti che siedono ora al governo. E’ un Europa cieca che si
rifiuta di vedere a quali disastri stia portando il rigore finanziario,
proprio come fecero i governi tedeschi tra il 1928 ed il 1933. I poteri
tradizionali lottano col coltello tra i denti per mantenere le loro
posizioni di privilegio, per ora attaccati alla sopravvivenza della
vecchia politica clientelare che ha però ormai finito i soldi da
distribuire. La classe politica è ormai delegittimata, le istituzioni
democratiche cominciano a vacillare, come i fatti sopraelencati
chiaramente dimostrano. La soluzione neo-liberale di restringere tutti
gli spazi di democrazia attiva rischia di non poter reggere l’urto della
crisi economica e dell’esplosione sociale. Il tempo per risolvere
questa situazione sta rapidamente finendo e se si continuerà ad andare
avanti di questo passo il parallelo con Weimar rischia di diventare
drammaticamente attuale.
http://www.controlacrisi.org/notizia/Economia/2012/11/2/27897-finestra-internazionale-una-weimar-ellenica/
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