martedì 6 novembre 2012

Una Weimar Ellenica

di Nicola Melloni
da Ombre Rosse


Qualche settimana fa il primo ministro greco Samaras ha messo in guardia l’Europa: la democrazia greca è a grave rischio e ricorda quella di Weimar prima dell’ascesa al potere di Hitler. Una provocazione molto forte, tenuta in nessuna considerazione dalle cancellerie europee e che è passata inosservata sulla maggior parte dei media italiani. Il paragone sembra davvero essere molto forte, ma non proprio campato in aria. La storia del XX secolo ha insegnato che le crisi economiche e la caduta in disgrazia dei regimi democratici hanno spesso portato a soluzioni autoritarie e reazionarie. In Germania l’ascesa dei Nazisti al potere fu impetuosa ed avvenne in concomitanza con la grande Crisi del '29. Nel 1928 i nazisti avevano poco più del 2%, due anni dopo erano già al 18 e nel 1933 conquistarono il potere con oltre il 37%. Nel frattempo la disoccupazione era arrivata al 33%, grazie anche alle politiche di austerity dei vari governi “tecnici” che si susseguirono in Germania in quegli anni. Ad Atene non siamo ancora a questi livelli ma l’austerità ha minato le fondamenta del contratto sociale che rende possibile il normale svolgimento della vita pubblica. La maggioranza dei giovani sono disoccupati; la classe media sta ormai sparendo; il potere di acquisto è crollato; ed i servizi pubblici, a cominciare da scuola e sanità, sono al collasso. Soprattutto non sembra esserci nessuna via d’uscita, il rapporto debito/pil peggiorerà più del previsto il prossimo anno, sfiorando il 190% e richiederà, una volta di più, nuovi tagli. Al momento la crisi ha portato soprattutto all’impetuosa avanzata di Syriza che quasi solitaria si è opposta al memorandum europeo, pur volendo rimanere nella Ue - ma da membro paritario e non come junior partner senza alcun diritto di voto. Le forze della conservazione si sono arroccate dietro Nuova Democrazia che rappresenta tutto quel sistema clientelare che ha governato la Grecia negli ultimi 30 anni. Ma mentre la disoccupazione cresce ed il vecchio sistema politico pian piano si incrina, un fetore di marcio comincia a salire in superficie. I nazisti di Alba Dorata che han preso il 6% alle ultime elezioni sarebbero ormai già in doppia cifra, secondo praticamente tutti i sondaggi. La loro azione politica non è dissimile dallo squadrismo nazi-fascista degli anni '20 e '30. Picchiano gli stranieri e ne distruggono banchetti e negozi. Prendono d’assalto teatri che ospitano spettacoli a loro sgraditi. Marciano alla luce del sole sotto lo sguardo compiaciuto della polizia, decisamente infiltrata dall’estrema destra. Tra gli agenti in strada pare che qualcosa come il 50-60% simpatizzino attivamente per Alba Dorata. Non è davvero un caso allora che la stessa polizia si sia resa protagonista di comportamenti molto simili a quelli tenuti delle nostre forze dell’ordine durante il G8 di Genova. Botte gratuite ai manifestanti, arresti illegali, torture sistematiche nelle caserme. La politica istituzionale assiste inerme, quando non compiaciuta. Il Pasok è ormai sparito ma continua a sostenere un governo legato mani e piedi dalla troika. Nuova Democrazia pretende di ergersi come l’unico partito tradizionale, contro la sinistra e la destra, ma il suo esecutivo continua una politica di austerity che è insensata agli occhi di tutti, mentre difende con le unghie e con i denti i privilegi di una striminzita ma influente classe di truffatori e sfruttatori. Sia il governo attuale che quello precedente si sono rifiutati di pubblicare una lista di grandi evasori data a Venizelos (l’ex primo ministro socialista) dal Fondo Monetario e dalla Ue. Troppi nomi grossi erano coinvolti nello scandalo. Ma quando un giornalista coraggioso, Kostas Vaxevanis, è riuscito a pubblicare i nomi degli evasori, ecco che la giustizia greca, immobile fino a quel momento, si è messa immediatamente in moto. Non perseguendo gli evasori, ma arrestando il giornalista. Alla faccia del caso Sallusti – ecco quel che vuol veramente dire stampa imbavagliata. In una situazione di questo genere è inevitabile che la fiducia nella democrazia e nelle sue regole vengano meno. I cittadini vedono che lo squadrismo resta impunito; che la polizia viola i diritti umani; che i soliti noti godono dell’impunità più sfacciata mentre chiunque si opponga viene messo a tacere, con le buone o con le cattive. Soprattutto, i cittadini greci vivono in un paese a sovranità limitata, non più padroni del loro destino, non più in grado di esprimere la loro opinione. In tutto questo l’Europa non batte ciglio. Anche il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato ultimamente diversi studi che spiegavano quanto fosse controproducente l’austerity. La stessa Christine Lagarde ha richiesto una tempistica diversa per ripagare il debito, in effetti sposando la richiesta di Samaras di aver un po’ più tempo per rimettere a posto i conti. Ma nulla da fare, la politica europea non è disposta a transigere. Almeno sui numeri, mentre sull’etica è tutto un altro discorso – Merkel&C. hanno tifato ed aiutato Nuova Democrazia in ogni maniera pur sapendo che proprio quelle stesse persone che stavano per tornare al governo erano state le principali protagoniste del disastro greco, e pur sapendo benissimo che quella lista di evasori e ladri chiamava in causa proprio conservatori e socialisti che siedono ora al governo. E’ un Europa cieca che si rifiuta di vedere a quali disastri stia portando il rigore finanziario, proprio come fecero i governi tedeschi tra il 1928 ed il 1933. I poteri tradizionali lottano col coltello tra i denti per mantenere le loro posizioni di privilegio, per ora attaccati alla sopravvivenza della vecchia politica clientelare che ha però ormai finito i soldi da distribuire.  La classe politica è ormai delegittimata, le istituzioni democratiche cominciano a vacillare, come i fatti sopraelencati chiaramente dimostrano.  La soluzione neo-liberale di restringere tutti gli spazi di democrazia attiva rischia di non poter reggere l’urto della crisi economica e dell’esplosione sociale. Il tempo per risolvere questa situazione sta rapidamente finendo e se si continuerà ad andare avanti di questo passo il parallelo con Weimar rischia di diventare drammaticamente attuale.

http://www.controlacrisi.org/notizia/Economia/2012/11/2/27897-finestra-internazionale-una-weimar-ellenica/

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