venerdì 8 febbraio 2013

La Battaglia di Algeri

La cineteca politica di Resistenza Internazionale
di Giulia Pirrone
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Il recente assassinio del leader dell'opposizione tunisina Belaid, ultimo di una lunga serie di episodi di violenza che hanno afflitto il nord Africa negli ultimi due anni, fa riflettere sulle responsabilità imputabili ai malgoverni coloniali per l'odierna instabilità' politica della regione.

Ripensando a quegli anni e' sicuramente La Battaglia di Algeri, del 1966 di Gillo Pontecorvo la prima, ed anche per questo più' significativa, rappresentazione cinematografica di insurrezione nel Maghreb.

Il film ricostruisce gli eventi della guerra d'indipendenza ad Algeri tra il 1954 ed il 1957. L'organizzazione delle cellule rivoluzionarie nella casbah dapprima, e la guerra civile che ne consegui' tra algerini e coloni. La sceneggiatura fu ispirata dai racconti di un militante del Fronte di Liberazione Nazionale, e Pontecorvo utilizzo' quasi esclusivamente attori non professionisti per accentuare il carattere documentaristico ed oggettivo della narrazione.
Tanto vi riuscì' a far parlare da se' i fatti, che la proiezione del film fu vietata in Francia fino al 1971.
Il film fu stra-acclamato dalla critica, vinse il Leone d' Oro a Venezia e fu candidato a ben tre Oscar. Il suo successo e' dovuto all'approccio rivoluzionario utilizzato da Pontecorvo nel parlare del colonialismo, per la prima volta rovesciando le prospettive. L'esperienza coloniale e' raccontata dal punto di vista dei colonizzati che combattono per la libertà' piuttosto che dei colonizzatori. Senza compassione per gli uni ne' scherno per gli altri , Pontecorvo mira, e con successo, al più' alto grado di oggettività' possibile. Ad aiutare il regista nel raggiungere il suo intento gioca un ruolo importante la musica  (che fu composta da Pontecorvo stesso sotto la 'supervisione' dell'amico Morricone), anch'essa imparziale quanto incalzante grazie alle percussioni all'interno della Casbah, e metallica nel raccontare la guerra dei Francesi combattuta a suon di pistole ed elicotteri.

Oltre che testimonianza storica sulle dinamiche ed esiti della guerra d'Algeria, il film e' un più' che valido documento di strategia della guerriglia e del terrorismo, ed e' stato utilizzato sia dalle istituzioni argentine negli anni '70 che dal Pentagono nel 2003 durante la guerra in Iraq per prepararsi alla guerriglia urbana.















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