di Andrea Pisauro - andreapisauro.com
(candidato per SEL alla Camera dei Deputati, circoscrizione estero/Europa)
A meno di una settimana dalle elezioni politiche che segnaranno la fine della peggiore legislatura della storia repubblicana, per quella che potrebbe essere definita una serie di fortunati eventi, la coalizione di centrosinistra composta da SEL, PD, PSI e (marxisti per) Tabacci si trova nell'incresciosa situazione di potere concretamente vincere le elezioni. A scanso di equivoci chiariamo subito che questa e' una buona notizia per l'Italia.
Il combinato disposto della peggior legge elettorale del mondo civilizzato, fatta di sbarramenti a geometria variabile e premi di maggioranza incostituzionali, unita alla straordinaria circostanza della presenza di tre poli di destra (Berlusconi, Monti e il povero Giannino) rischiano infatti di rendere elettoralmente possibile non soltanto una maggioranza di centrosinistra in entrambe le camere, ma anche di offrire al costituendo governo il privilegio di una minoranza divisa in quattro fazioni l'un contro l'altra armate. Tutto dipendera' ovviamente dal risultato della Lombardia, dove si concentrano gli sforzi dei contendenti. La vittora di Italia Bene Comune nella culla del Berlusconismo puo' veramente segnare la fine di una stagione politica segnata dal degrado civile e dalla devastazione economica e sociale, per aprirne un'altra, ma fondata su cosa?
Ci sono delle ragioni politiche sensate per un elettore di sinistra per sostenere questa coalizione che non siano quella di volere salire sul carro dei vincitori annunciati? E quale partito scegliere? Io ne individuo quattro sulla base delle quali sostenere Italia Bene Comune e votare Sinistra Ecologia e Liberta'.
1) Coalizione fondata sul metodo democratico.
La crisi e' anche figlia della debolezza delle strutture democratiche, in mano alle oligarchie partitiche e ai gruppi di potere che li finanziano. La scelta della coalizione di scegliere la propria leadership attraverso primarie vere e partecipate, e di usarle anche per la selezione delle candidature al parlamento e' una scelta coraggiosa che vincola il mandato politico dei rappresentanti agli impegni e ai legami formatisi durante le primarie. Si tratta di un passo importante che non ha precedenti nella vita politica del paese cosi come nelle liste concorrenti (fatta eccezione per le poco partecipate parlamentarie della lista di Grillo)
2) Serve un governo di sinistra per cambiare rotta in Europa
Se la crisi dell'economia reale dipende in buona sostanza dagli accordi presi ai vertici intergovernativi dei paesi piu' forti dell'eurozona, e' evidente la concreta assenza di alternative al tentativo (che si badi bene, in quanto tale può anche fallire) di cambiare le cose dal governo del paese, in un momento in cui questo è l’unico organo democraticamente scelto (seppur indirettamente) che sia in grado di incidere nei processi europei alla base dell’attuale situazione di crisi. L'opposizione e' sostanzialmente irrilevante ai fini di un dibattito che si sviluppera' nei prossimi 2-3 anni, ultima finestra di opportunita' per ribaltare l'austerita' prima della rottura dell'Euro. Il Fiscal Compact e' del resto gia' screditato nei fatti dalle analisi delle FMI e dalla sostanziale impossibilita' di raggiungerne gli obiettivi, cosa di cui le leadership europee si stanno lentamente rendendosi conto. Il tema dei prossimi tre anni sara' necessariamente come riformarlo e un governo di sinistra in Italia e' la migliore chance per cambiare la rotta in Europa.
3) Il Partito Democratico lentamente cambia
Qualunque considerazione sulla natura della coalizione non puo' prescindere da un serio esame sulla natura del suo partito maggioritario. Il motivo per cui e' lecito sperare in un cambio di rotta da un governo di sinistra è la considerazione sulla natura del PD di Bersani e dell’evoluzione impressa dalla svolta neosocialista di Fassina e Co sui temi della difesa del lavoro e dell'analisi della crisi economica, evoluzione tuttora incompiuta ma che porta il maggior partito della sinistra italiana su posizioni infinitamente più avanzate della terza via fuori tempo massimo di Veltroni (e Renzi).
La svolta di linea politica si e' riflessa anche nel voto delle primarie per i parlamentari, che hanno visto un'orda di giovani turchi travolgere veltroniani e cattolici. Non e' affatto da sottovalutare l'impatto che ha avuto un gruppo parlamentare estremamente moderato nelle scelte in parlamento del PD dell'ultimo anno e mezzo. Chiaramente questo spostamento a sinistra, che e' incidentalmente ma non troppo anche uno dei motivi che hanno inchiodato Vendola al 15% delle recenti primarie, puo' e deve essere assecondato e con un voto alla componente piu' a sinistra della coalizione, ovvero SEL.
4) Un voto a SEL per spaventare i moderati
Quanto detto sopra puo' reggere alla prova dei fatti in presenza non solo di una maggioranza di centrosinistra anche al Senato, ma anche di una sostanziale dipendenza della maggioranza dalla presenza di una forza marcatamente di sinistra ed incompatibile con un'alleanza con i montiani. SEL ha chiaramente messo sul campo la sua indisponibilita' ad un allargamento della maggioranza di centrosinistra a Monti ed e' prontissima ad alzare alcuni paletti programmatici irrinunciabili sull'ampliamento di misure di welfare a chi non ne ha e sull'allentamento dei tagli in caso di assenza di maggioranza al Senato.
Incognite ce ne sono tante, e il rischio di fallire c'e'. Ma per la prima volta in tanto tempo, c'e' anche la possibilita' di avere successo. Del resto, l'alternativa a un governo di sinistra e' il baratro in cui abbiamo gia' iniziato a cadere. Forse per una volta conviene provare a crederci?
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Le voci di un'alleanza post elettorale con il centro sono ripetute, insistenti e quasi mai smentite, o smentite a mezza bocca. E sarebbe coerente con il percorso del PCI/PDS/DS/PD dal 1990 ad oggi, inclusa la partecipazione, in alleanza con il PDL, alla maggioranza che ha sostenuto Monti nel 2011/12.
RispondiEliminaIn tal caso, abbiamo alte probabilita' di un governo di centro.
Noi di SEL l'abbiamo detto nel modo piu' chiaro possibile che con Monti non governiamo e Monti rischia di non avere nemmeno i numeri per essere decisivo. Io lo dico e lo ripeto, i due tre seggi che ci mancheranno al senato, se ci mancheranno, li troviamo tra i grillini.
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