lunedì 15 agosto 2011
Il più bel fior ne coglie(e Petrarca non si riferiva alle ortiche)
Di Monica Bedana
La lingua italiana è ufficialmente una lingua morta da circa 400 anni, ma ci è voluta la finanziaria-bis di questi giorni perché qualcuno se ne accorgesse, le poche anime che non hanno voglia di farsi i fatti loro nemmeno a ferragosto.
L'Accademia della Crusca pubblicò per la prima volta il suo Dizionario nel 1612. Da allora, cinque edizioni dell'opera; l'ultima, incompleta -si ferma alla voce “ozono”-, è del 1923. E' da quando Giovanni Gentile soppresse per decreto l'attività lessicografica dell'Accademia che non si compila un nuovo Dizionario.
Che senso ha che l'Istituzione che dovrebbe avere il compito monitorare l'evoluzione, proteggere e diffondere la lingua italiana da decenni non sia messa nelle condizioni di produrre il naturale risultato di tale attività, cioè un Dizionario di riferimento dell'italiano contemporaneo.
Che senso ha gridare allo scandalo solo ora, nel silenzio del solleone, quando in realtà nessun Governo ha mai mosso un dito per tutelare la continuità, l'esistenza stessa dell'Accademia.
Il vero scandalo è che a questa Istituzione, che a suo tempo serví da ispirazione alle Accademie della Lingua del resto d'Europa (e che in quei Paesi hanno oggi un peso culturale ed economico rilevantissimo, oltre a essere dotate di milioni di euro di finaziamenti statali), per sopravvivere debba ricorrere all'elemosina dei privati, enti o semplici cittadini, perché lo Stato le assegna meno di 200.000 euro l'anno per sopravvivere. Che l'Unità d'Italia sia stata anche e fondamentalmente unità linguistica son solo ciance da anniversario, la realtà ci dice cose ben diverse. Commissariati politicamente ed economicamente dalla BCE e colonizzati linguisticamente dagli anglicismi, questo è ciò che siamo; incapaci d tutelare il nostro patrimonio qualsiasi esso sia. E la nostra Accademia della Lingua, quasi ferma su quelle stesse posizioni Trecentesche e fiorentine che la videro nascere, condannata nel tempo da governi ottusi a non integrare mai tradizione e modernità, rinnovamento senza sovvertimento. Asfittica, come la nostra democrazia.
Una buona dose di crusca è quella che dovrebbe assumere questo Governo per purgarsi per bene di questa manovra economica da pochi spiccioli a cui mancano molti zeri. E che a grondare non fosse il cuore del Presidente del Consiglio ma qualche suo organo vitale meno nobile.
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