di Nicola Melloni
E poi ci domandiamo perche' la liberta' di stampa e' importante, perche' i giornali controcorrente devono vivere anche se non fanno profitti.
Qui di seguito riportiamo un pezzo del corriere della sera di oggi 29 Febbraio:
Guardateli bene il No Tav e il carabiniere, fissate quel video di Corriere Tv, ascoltate le parole intrise di arroganza e disprezzo.
«Ehi, pecorella, sei venuto a sparare? Per quello che guadagni non ne vale la pena... ». Arrivano come uno sputo sulla visiera dell'uomo in divisa, provocano, irridono, sono la gratuita offesa di chi si ritiene impunito nei confronti di un servitore dello Stato chiamato a compiere il proprio dovere.
Non domandatevi nient'altro, adesso, non pensate all'Alta velocità o alla difesa della valle, fermatevi su una sequenza che più di ogni altra mostra dove può sfociare la cieca cattiveria di questi giorni in val di Susa. «Che Pecorella sei?», ripete il giovane manifestante appoggiato a un guard rail. «Hai un numero, un nome? Mi sa che sei illegale... Sei venuto per sparare, vuoi sparare?.. », chiede con una certa tracotanza al giovane carabiniere che lo fissa davanti.
E' difficile non riandare ad altri tempi, alle inquietudini di altre stagioni, agli incubi, alla violenza, alla gratuità di certe minacce, e non si può evitare di pensare a Pierpaolo Pasolini, alla sua invettiva in difesa di altri uomini in divisa, quei poliziotti che più di quarant'anni fa a Valle Giulia, a Roma, vennero presi a botte dai sessantottini con le facce di figli di papà e lo stesso occhio cattivo. Oggi, quarant'anni dopo, facciamo nostre le parole del poeta davanti a questo tracotante no Tav che si abbandona all'insulto nei confronti del giovane carabiniere: «Quando ieri a valle Giulia aveva fatto a botte con i poliziotti, io simpatizzavo per i poliziotti. Perché i poliziotti sono figli di poveri. Vengono dalle periferie, contadine o urbane che siano... ».
Non c'è Pasolini oggi a difendere i poliziotti e i carabinieri schierati sui ponti di un'autostrada o davanti ad un cantiere in difesa della libertà di altri cittadini, ma bastano pochi frammenti del filmato di Corriere tv per capire da che parte stare. Perché è violenza a senso unico quella che si sente e si vede nelle immagini che adesso viaggiano su Internet. E va elogiata la calma del giovane militare, ripetutamente provocato. «Pecorella, ascolta, io pago anche per te. Vi siete divertiti, eh». Silenzio. «Fatti riconoscere. Io non so chi sei. Parla. Noi ci divertiamo un sacco a guardare voi stronzi... ». Ancora silenzio. E' difficile trattenere il fiato, lasciandosi scorrere addosso la lunga sequela di accuse. Il giovane militare ci riesce, e gli va detto pubblicamente grazie, per non aver fatto precipitare una situazione incandescente in un nuovo incidente, in uno scontro.
Era come se qualcuno non aspettasse altro. Gli animi sono surriscaldati in val di Susa. La tensione è alta. Ma certe scene di scherno i no Tav se le potevano risparmiare. Con gli insulti, con le scritte brigatiste nei confronti del giudice Caselli, con la tracotanza esibita in questo modo, si isolano da soli.
Per non farci mancare nulla, mettiamo anche il link al pezzo dove si vede la scena incriminata
http://www.corriere.it/cronache/12_febbraio_29/ehi-pecorella-vuoi-sparare-giangiacomo-schiavi_2028862a-62ad-11e1-8fe6-00ac974a54fa.shtml
Scena per altro che non possiamo che stigmattizare. Al contrario del Corriere, pero', ci piace dare una informazione completa. Il giornalista da' una gran lezione di etica, ritira fuori il 68, fuori contesto e senza aver letto Pasolini per bene (che cmq va bene solo quando fa comodo...) e ci dice quanto son bravi i poliziotti e, in grande sintesi, quanto son stronzi i NO TAV.
Caro Schiavi, hai qualcosa da dirci sulle manganellate a gratis ricevute dai manifestanti a Porta Nuova, quelli che noi abbiamo pubblicato e voi no? Anche li dobbiamo ammirare la compostezza dei carabinieri?
O forse quelle teste sfasciate dovevano essere la giusta risposta anche in autostrada, come in stazione? La pecorella deve trasformarsi in mazziatore per difendere il suo onore?
Non vedi anche tu, caro Schiavi, una sproporzioni tra un fastidioso ed insultante fare canzonatorio, e una testa grondante di sangue, senza manco aver avuto la gravissima colpa di aver preso in giro un militare?
Ecco, la liberta' di stampa serve perche' oltre Schiavi ed il Corriere, ci piacerebbe leggere anche Liberazione che ci mostra le foto del corpo di Federico Aldrovandi, martirizzato da poliziotti che forse avevano un po' meno senso del dovere di quelli cosi' solennemente immortalati dal Corriere.
Se ti è piaciuto questo post, clicca sul simbolo della moschina che trovi qui sotto per farlo conoscere alla rete grazie al portale Tze-tze, notizie dalla rete
E poi ci domandiamo perche' la liberta' di stampa e' importante, perche' i giornali controcorrente devono vivere anche se non fanno profitti.
Qui di seguito riportiamo un pezzo del corriere della sera di oggi 29 Febbraio:
Guardateli bene il No Tav e il carabiniere, fissate quel video di Corriere Tv, ascoltate le parole intrise di arroganza e disprezzo.
«Ehi, pecorella, sei venuto a sparare? Per quello che guadagni non ne vale la pena... ». Arrivano come uno sputo sulla visiera dell'uomo in divisa, provocano, irridono, sono la gratuita offesa di chi si ritiene impunito nei confronti di un servitore dello Stato chiamato a compiere il proprio dovere.
Non domandatevi nient'altro, adesso, non pensate all'Alta velocità o alla difesa della valle, fermatevi su una sequenza che più di ogni altra mostra dove può sfociare la cieca cattiveria di questi giorni in val di Susa. «Che Pecorella sei?», ripete il giovane manifestante appoggiato a un guard rail. «Hai un numero, un nome? Mi sa che sei illegale... Sei venuto per sparare, vuoi sparare?.. », chiede con una certa tracotanza al giovane carabiniere che lo fissa davanti.
E' difficile non riandare ad altri tempi, alle inquietudini di altre stagioni, agli incubi, alla violenza, alla gratuità di certe minacce, e non si può evitare di pensare a Pierpaolo Pasolini, alla sua invettiva in difesa di altri uomini in divisa, quei poliziotti che più di quarant'anni fa a Valle Giulia, a Roma, vennero presi a botte dai sessantottini con le facce di figli di papà e lo stesso occhio cattivo. Oggi, quarant'anni dopo, facciamo nostre le parole del poeta davanti a questo tracotante no Tav che si abbandona all'insulto nei confronti del giovane carabiniere: «Quando ieri a valle Giulia aveva fatto a botte con i poliziotti, io simpatizzavo per i poliziotti. Perché i poliziotti sono figli di poveri. Vengono dalle periferie, contadine o urbane che siano... ».
Non c'è Pasolini oggi a difendere i poliziotti e i carabinieri schierati sui ponti di un'autostrada o davanti ad un cantiere in difesa della libertà di altri cittadini, ma bastano pochi frammenti del filmato di Corriere tv per capire da che parte stare. Perché è violenza a senso unico quella che si sente e si vede nelle immagini che adesso viaggiano su Internet. E va elogiata la calma del giovane militare, ripetutamente provocato. «Pecorella, ascolta, io pago anche per te. Vi siete divertiti, eh». Silenzio. «Fatti riconoscere. Io non so chi sei. Parla. Noi ci divertiamo un sacco a guardare voi stronzi... ». Ancora silenzio. E' difficile trattenere il fiato, lasciandosi scorrere addosso la lunga sequela di accuse. Il giovane militare ci riesce, e gli va detto pubblicamente grazie, per non aver fatto precipitare una situazione incandescente in un nuovo incidente, in uno scontro.
Era come se qualcuno non aspettasse altro. Gli animi sono surriscaldati in val di Susa. La tensione è alta. Ma certe scene di scherno i no Tav se le potevano risparmiare. Con gli insulti, con le scritte brigatiste nei confronti del giudice Caselli, con la tracotanza esibita in questo modo, si isolano da soli.
Per non farci mancare nulla, mettiamo anche il link al pezzo dove si vede la scena incriminata
http://www.corriere.it/cronache/12_febbraio_29/ehi-pecorella-vuoi-sparare-giangiacomo-schiavi_2028862a-62ad-11e1-8fe6-00ac974a54fa.shtml
Scena per altro che non possiamo che stigmattizare. Al contrario del Corriere, pero', ci piace dare una informazione completa. Il giornalista da' una gran lezione di etica, ritira fuori il 68, fuori contesto e senza aver letto Pasolini per bene (che cmq va bene solo quando fa comodo...) e ci dice quanto son bravi i poliziotti e, in grande sintesi, quanto son stronzi i NO TAV.
Caro Schiavi, hai qualcosa da dirci sulle manganellate a gratis ricevute dai manifestanti a Porta Nuova, quelli che noi abbiamo pubblicato e voi no? Anche li dobbiamo ammirare la compostezza dei carabinieri?
O forse quelle teste sfasciate dovevano essere la giusta risposta anche in autostrada, come in stazione? La pecorella deve trasformarsi in mazziatore per difendere il suo onore?
Non vedi anche tu, caro Schiavi, una sproporzioni tra un fastidioso ed insultante fare canzonatorio, e una testa grondante di sangue, senza manco aver avuto la gravissima colpa di aver preso in giro un militare?
Ecco, la liberta' di stampa serve perche' oltre Schiavi ed il Corriere, ci piacerebbe leggere anche Liberazione che ci mostra le foto del corpo di Federico Aldrovandi, martirizzato da poliziotti che forse avevano un po' meno senso del dovere di quelli cosi' solennemente immortalati dal Corriere.
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Schiavi è un povero di spirito, un copione che non merita più della sufficienza (nel tema). Ma la "pula" fa il suo lavoro, un lavoro sporco, certo, "se la guerre". Al massimo, a noi rimangono le belle memorie, la cacciata dei celerini a Mirafiori in giorno di Marina Mercuri, e sì, quelle non ce le toglierete!
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