Non mi sono piaciute le lacrime in TV di Obama. Erano certe lacrime sincere, come dubitarne? L'ennesima strage di innocenti in America, questa volta anche più innocenti delle altre volte, bambini di 6 e 7 anni. Possiamo capire la commozione del Presidente. Ma si tratta di un Presidente appena ri-eletto dopo mesi di lunga campagna elettorale. E in tutto questo tempo non si è mai sentito, da parte sua, una sola, semplice parola contro la libertà di armarsi. No, impaurito dal potere delle lobby che finanziano le campagna elettorali di Democratici e Repubblicani, Obama non ha avuto il coraggio e la rettitudine di combattere una battaglia di civiltà. Una battaglia per far uscire dal Far West un paese che pretende di essere esempio per il mondo. Un paese che da solo, l'anno scorso, ha rappresentato l'80% delle vendite di Kalashnikov al mondo (compresi nel conto i vari eserciti che hanno il mitra russo nel loro arsenale). Robe che nemmeno mafia, camorra e signori della guerra africani. Il tutto in nome di una giustizia fai da te, della libertà di difendersi senza ricorrere allo Stato, come in qualsiasi nazione civile.
Una situazione che, se possibile, sta addirittura peggiorando, con molti stati repubblicani che hanno adottato il famigerato Stand your Ground, una legge che permette ad un privato di farsi giustizia personalmente anche quando non è direttamente minacciato (non si tratta, dunque di legittima difesa). Di fronte a questo scempio indegno di una democrazia, Obama non ha saputo e voluto dir nulla. Il killer dei bambini del Connecticut era un disadattato di 20 anni, ma tutta la politica americana dovrebbe essere alla sbarra per questo ennesimo crimine. Piangere non basta, o quelle lacrime, da genuine, potrebbero essere scambiate per l'ennesimo gesto di ipocrisia.
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