giovedì 31 gennaio 2013

Caso Aldrovandi: Polizia di stato o Stato di polizia

La notizia non è ancora ufficiale ma si tratta di una possibilità più che concreta. I poliziotti che hanno ucciso a botte Federico Aldrovandi, condannati in via definitiva (per omicidio colposo...) ed infine tradotti in carcere (pur se per appena 6 mesi), potrebbero tornare a servire in polizia, a indossare la divisa e, sai mai, a pestare a morte altri ragazzi.
Non sono fantasie, ma ipotesi concrete confermate dalla madre di Federico in una intervista a radio24. Non conosco le regole della polizia, ma che un assassino, condannato per un atto commesso in servizio, non venga espulso con disonore (in uno Stato democratico la polizia si sarebbe fatta parte civile e avrebbe chiesto i danni agli agenti che ne infangano il nome) sembra veramente fantascienza. Vero, si tratta della polizia di Genova, dei picchiatori fascisti che si accaniscono su innocenti manifestanti, che picchiano ragazzi alle spalle, e sparano fumogeni contro i ministeri. Con una differenza, che grazie ad un tribunale della Repubblica, dopo anni di attesa, questi 3 eroi in uniforme sono stati condannati. 
Ma non evidentemente dalla polizia, o almeno c'è questa possibilità. E che semplicemente esista questa chance è una vergogna infinita, un potenziale supporto morale dello Stato per degli assassini.
In fabbrica si può essere licenziati per avere la tessera della FIOM. In polizia il posto è così fisso che anche ammazzare a bastonate un ragazzo non è un motivo buono per essere cacciati...

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