Il Paese dei Somari
di Monica Bedana
Giorni, questi,
che condensano un ventennio; ce lo ripropongono in un’unica amara pillola
spacciata nemmeno sottobanco come panacea di tutti i mali.
Ripenso ad un 25
aprile completamente spoglio di tutta la retorica che dovremo sopportare oggi. Agli
antipodi, non solo geografici. Un 25 aprile in Nuova Zelanda, Anzac Day, un
giorno che lì non si mette in dubbio, non si reinterpreta né si strumentalizza.
E’ semplice consapevolezza che non si logora ed è come i diritti: uguale per
tutti.
“Il fascismo privilegiava
i somari in divisa. La democrazia privilegia quelli in tuta. In Italia i regimi
politici passano. I somari restano. Trionfanti”.
Non l’ho scelto a
caso Indro Montanelli, oggi. Il mio augurio di buon 25 aprile quest’anno va in
particolare a chi fa informazione. Buon lavoro.
Italia. Nazione del gambero
di Simone Rossi
Una repubblica, la prima, nata dalla Guerra di Liberazione, sulle montagne e nelle città. Libera, democratica, popolare.
Poi venne l'era dello sdoganamento dei fascisti e della stigmatizzazione dei comunisti, la seconda repubblica. Imperniata sull'alternanza tra il riformismo che non riforma e la versione da operetta del fascismo.
Infine, la terza repubblica. All'alba del settantesimo anniversario degli scioperi nelle fabbriche del Triangolo Industriale. Una repubblica che ha paura del popolo, oligarchica, che segna il matrimonio tra i riformisti ed i fascisti di cui sopra. Con la benedizione di un presidente-re.
Riprendiamo il sogno e la speranza dei partigiani (rossi, bianchi, azzurri, di tutti i colori) e diamo loro attuazione, italiani ed italiane.
Buona Festa della Liberazione
La Nuova Resistenza
di Nicola Melloni
No, non c'è il fascismo in Italia oggi. Ma di Resistenza c'è bisogno. La crisi sta distruggendo l'Europa ed il suo concetto di democrazia partecipata. Un nuovo popolo di diseredati, poveri, disoccupati, precari viene espulso dalla vita pubblica, mentre le elezioni diventano una farsa, con le politiche economiche decise non dall'elettorato ma dai mercati. La politica ufficiale è ormai chiusa nel Palazzo, la gente in strada, in piazza. Bisogna resistere all'esaurimento della democrazia, bisogna resistere alle oligarchie. Bisogna resistere ai colpi di Palazzo, come hanno provato a fare migliaia di cittadini in questi giorni, bombardando di messaggi, email, tweet i politici, occupando le scelte del PD. Sono resistenti. Siamo resistenti.
Resistiamo, insieme
di Simone Giovetti
Viviamo giorni
difficili, confusi, disseminati di trappole, strade senza uscite. Resistere
contro chi?
Ci sentiamo in
trincea ma quando alziamo la testa per sparare i nemici hanno cambiato divisa
ed esitiamo a sparare.
Dormiamo
E il giorno dopo,
da svegli, scorgiamo in lontananza i nostri generali fare colazione con quelli
che ieri comandavano le truppe nemiche.
Siamo stanchi, più
i giorni passano più è difficile trovare un senso al combattimento.
Fino a ché, un giorno, sul
far della sera, timidamente, ci arriva all’orecchio la voce di qualcuno,
che poco
lontano, chiede aiuto. E allora appoggiamo il fucile e ci avviciniamo,
per
sentire meglio. Lo ascoltiamo e sentiamo che ha paura. Non solo per la
sua vita
ma anche perché i colpi che gli ordinano di sparare non sa più chi
colpiscono. Ci viene voglia di rassicurarlo e gli raccontiamo quello che
viviamo anche noi, la
notte soprattutto, quando la rabbia assume le sue forme più violente.
Gli proponiamo di
scappare, di uscire da quella trincea oramai marcia Gli proponiamo di resistere,
e, nascosti da qualche parte, di organizzarci e trovare altri che come noi,
confusi, non sanno più cos’è il bene e cos’è il male.
E, pochi all’inizio,
diventiamo tanti. Stiamo stretti ci accontentiamo veramente di poco ma ogni
nostra azione ha un senso. Riscopriamo in un soffio che la vita in mezzo agli
altri ha ancora un senso.
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