venerdì 22 aprile 2011

Ma che bella la Gran Bretagna

di Carla Gagliardini

Ma che bella la Gran Bretagna!
Diffidate, vi prego, di chi vorrebbe vendervi la Gran Bretagna, anzi il Regno Unito,
come la terra promessa!
Perche’ dico questo? Bhe’, lo dico per esperienza. Avendo trascorso quasi cinque anni
della mia vita in questo paese credo di aver imparato a conoscerlo un po’.
Al principio tutto sembra semplice perche’ alla posta ti trattano bene, alle casse dei
supermercati puoi mettere tutti i tuoi acquisti lentamente dentro le borse senza che
nessuno ti insulti dicendoti che gli stai facendo perdere un sacco di tempo prezioso.
Anzi le cassiere ti chiedono sempre se vuoi essere aiutato in questa difficile operazione.
Se poi hai un reddito basso ti versano persino dei soldini dentro il tuo conto corrente
alla fine di ogni settimana o mese. Ma che meraviglia! Fino a poco tempo fa, poi, ti
prestavano i soldi per farti la vita o comprarti la casa anche se non davi nessuna
garanzia di solvenza. Va oltre la meraviglia, e’ strabiliante!
Questo mascherato benessere ha fatto dire ad alcuni amici e conoscenti che questo e’ il
vero socialismo e che per questo loro hanno deciso di trasferirsi nell’isola piu’ grigia del
mondo.

Strana cosa il socialismo del 2000 che si traduce in una monarchia di regine e principini
che non fanno nulla per sbarcare il lunario e vengono mantenuti in parte dai contribuenti.
Basta pensare di aver raggiunto il benessere personale e di non dover piu’ lottare con
la burocrazia e la scortesia italiana per aver raggiunto il socialismo? Rimango un po’
perplessa. Con tutto il rispetto per chi fa queste affermazioni io penso che il socialismo
debba tradursi in benessere per tutti e non solo per una certa cerchia di cittadini,
qualora anche rappresentasse la maggioranza. Non sarebbero comunque tutti.
Ogni volta che si sente il curriculum vitae di un parlamentare si scorpre che e’ stato
sfornato da questa o quella universita’ di prestigio. E quelli che provengono dai bassi
fondi quale sedia scaldano in parlamento? Nessuna, il privilegio di scaldare e poggiare il
proprio regio deretano spetta solo alla ricca borghesia e all’aristocrazia in questo paese.
Bel socialismo!

La sensazione e’ che quando si raggiunge un benessere personale si tenda ad estenderlo
artificiosamente a tutti, travisando clamorosamente la realta’. Sembra persino
che il fatto che solo una certa ristretta parte della societa’ sia sempre chiamata a
decidere delle vite dei cittadini non sia importante, rinunciando quindi al diritto ad una
rappresentanza reale del paese che la bruttissima legge elettorale inglese consente.
Come dire: ho potuto comprare la casa anche se non so se posso ripagarla, mi sono
riempito le tasche di carte di credito, anche se sono certo che non le ripaghero’ mai,
agli sportelli degli uffici pubblici mi trattano come un essere umano, anche se poi dietro
mi dicono peste e corna, e quindi vivo in una societa’ che piu’ socialista non si puo’ e chi
se ne frega della rappresentanza o di tutte queste cose ormai superate e fuori moda.
Intanto le cose non si possono cambiare. E via a continuare a vivere nell’inerzia politico-
sociale di sempre. In fondo viviamo in una societa’ socialista moderna e quindi suvvia
facciamo i moderni!
Che poverta’ di pensiero, che superficialita’ di analisi e osservazione, che pochezza di
spirito.

Se avessi il tempo e soprattutto la voglia vi racconterei io la vera Inghilterra che vedo
ogni giorno e che e’ certamente molto diversa da quella che giornali e politici nostrani
ci raccontano. E credo che meriterei per lo meno di essere ascoltata poiche’ il lavoro
che “allieta” le mie giornate di stress, pensieri e responsabilita’ e’ a contatto con quella
parte di societa’ che e’ considerate la zavorra della quale ci si deve occupare per dovere
di stato ma della quale se si potesse ci si sbarazzerebbe con un colpo di cannone.
Ma vi racconterei molto di piu’, di che peso e significato abbia la parola lavoro in
questo paese, dell’ipocresia appiccicata a quasi ogni persona nata in questo paese
o che, vivendoci da troppo tempo, si e’ impossessata degli stranieri. Vi racconterei
delle mille maschere che vengono ogni giorno indossate dai nostri managers, come dai
vostri colleghi o dalle organizzazioni per le quali lavoriamo. Certamente, per dovere
intellettuale, devo dire che non tutti sono persone da evitare, come mi pare ovvio e
accade ogni angolo del mondo.

E se non vi bastasse quel mio primo racconto proseguirei con molto piacere spiegandovi
la situazione “casa” di questo falso paese che ama le etichette tanto quanto gli altri
paesi, anche se non ama che si sappia e sta ben attento dal divulgarlo apertamente.
Perche’ anche qui, in Gran Bretagna, c’e’ da fare la battaglia per la verita’ e la
trasparenza che deve essere diversa da quella italiana perche’ il contesto e’ diverso ma
che sarebbe altrettanto necessaria per migliorare questa societa’ ipocrita.
Carla

4 commenti:

  1. L'unica cosa che si possa dire di questo pezzo e' che si puo' capire la frustrazione dell'autore. Per il resto per chi legge e non conosce la situazione inglese non si capisce davvero nulla. L'autore accusa altri di superficialita' di analisi ma questo post ha lo stesso problema. Anzi, peggio, non c'e' nessuna analisi! Ci si dice che se avesse tempo e se avesse VOGLIA ci spiegherebbe i problemi, ma evidentemente questa voglia non ce l'ha. E allora cosa ci vuol dire? Che dobbiamo crederle perche' ha esperienza nel campo? Sicuramente merita di essere ascoltata, come tutti per altro, e sicuramente la battaglia per la verita' sarebbe importante, ma si fa scrivendo fatti non dicendo che tutto fa schifo. Se pensa di avere da dire cose piu' giuste e vere dei suoi amici perche' la sua esperienza di lavoro le cosente di sapere meglio, sarebbe il caso di scrivere le proprie esperienze, se no non si puo' chiedere di credere o di dare credibilita' ad uno sfogo. A me pare che coloro che parlano bene dell'Inghilterra lo facciano spiegando le cose e non credendo credibilita' a scatola chiusa. Cosa vuol dire la situazione casa? boh! Cosa vuol dire che si vuol far sparire una parte della societa' con un colpo di cannone? Se ci sono dei servizi perche' si dice che non li vogliono dare? Ci son dei dati o solo delle opionioni? Quale sarebbe la ragione di stato? Perche' mi pare che in tanti paesi si tagliano i servizi sociali senza nessuna ragione di stato. Cosa sarebbe questa ipocrisia? Non si capisce. E colpisce anche gli stranieri? Non sara' che forse vedono le cose positive se quel sistema convince anche gli stranieri? Magari no, ma certo non si puo' capire da quel che e' scritto qui sopra

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  2. Cara Carla, senz'altro hai messo il dito in una piaga molto dolorosa e di sicuro ci sono altre persone che conoscono e patiscono situazioni di vita in Inghilterra dove la cortesia, l'attenzione e l'efficienza verso le classi meno abbienti della società è solo di facciata. Però anche a me, come all'autore anonimo del commento precedente (a proposito, chi non vuole crearsi un profilo per il blog può, per comodità, commentare da anonimo, ma almeno aggiungere un nome, per una questione di cortesia, che almeno l'autore dell'articolo si possa rivolgere a qualcuno in concreto, se vuole rispondere ai commenti), sarebbe piaciuta un po' più di concretezza nell'illustrare l'ipocrisia di un sistema apparentemente perfetto. Magari quando ti è passata la rabbia che giustamente senti, se hai piacere puoi aggiungere qualcosa, magari qui, nei commenti.
    Monica

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  3. Io condivido la insoddisfazione di Carla per la vita nel Regno Unito che non e' mai stata raccontata bene in Italia, come d'altronde non si raccontava la vita italiana agli albanesi...Pero' alcune cose mi lasciano perplesso soprattutto il riferimento al socialismo! Non mi pare che nessuno abbia mai rivendicato che il New Labour fosse il socialismo del 2000, anzi e' sempre stato detto che fosse la Third Way, una cosa ben diversa, che a me personalmente fa orrore pero' non vedo davvero nessun nesso. Se lo dicono amici e colleghi di Carla, a me pare che la cosa lasci un po' il tempo che trovi. In 10 anni di UK a me nessuno ha mai detto nulla del genere ne' ho sentito politici rivendicarlo. Poi la critica ci sta tutta anche se pure a me pare abbastanza confusa, di esempi da fare ce ne sarebbero a bizzeffe, immagino Carla ne conosca anche piu' di me dato il suo lavoro, sarebbe bello se li potessimo confrontare, anche nella scia di quelle esperienze all'estero che chiedeva Gaetano.

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  4. caro anonimo, mi scuso se non hai potuto capire nulla dal mio articolo che non aveva la pretesa di essere un'analisi ne' di convincere ma semplicemente di dire che non e' tutto oro quel che luccica.

    ti rispondero' con cose concrete ma lo faro' con un altro articolo dove spero di essere all'altezza. ci provero' ma ricordati che io non sono ne' una giornalista ne' una politica ne' di mestiere faccio analisi di questo o quello. sono semplicemente una persona che lavora nel terzo settore e che ne vede di tutti i colori. questo non mi priva del diritto di scrivere. peccato che non sempre mi faccia capire, ma succede.

    solo questo ci tengo ad aggiungere, perche' non lo mettero' nell'articolo: quando uno raggiunge un certo benessere tende a non vedere quello che capita a chi sta peggio di lui. ci sono italiani che vivono qui che stanno meglio di come stavano in italia e una volta raggiunto quel traguardo non vedono le contraddizioni di questa societa' e peggio ancora neanche si sforzano di intercettarle.

    tu vuoi esempi, te ne daro' ma non condivido con te che i nostri giornalisti e politici ci riempiono le orecchie di esempi. i pochi che danno mi sembrano stramballati....ma e' l'opinione di una che non e' frustrata bensi' INCAZZATA. non te la prendere per la parolaccia, era solo per dare il senso al sentimento che provo quando osservo questa societa'. ti lascio immaginare il sentimento che provo quando guardo a quella italiana!

    carla

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