domenica 17 giugno 2012

La Grecia al voto: speranza contro paura


 Di Nicola Melloni


Questi sono i sentimenti che caratterizzano il voto greco di oggi. Da una parte la speranza di uscire dalla crisi, il legittimo desiderio di un futuro migliore, la voglia di essere liberi e padroni del proprio destino.
Dall'altra la paura del futuro, rinforzata dal vento della demagogia e della propaganda che soffia nei comizi, sui giornali, nelle incredibili pressioni esterne. Paura di un salto nel buio, paura di essere accerchiati, paura di essere cacciati. Quella stessa paura che ha sempre retto i governi dittatoriali, reazionari e che si reggono non sul benessere e sulla partecipazione alla cosa pubblica, ma sull'imposizione e la minaccia.
Basta guardarsi intorno per vedere questo clima. Repubblica titola: "La Grecia sceglie tra l'Euro e la Dracma". Facendo sue le parole del leader di Nuova Democrazia, Samaras che ha spinto in alto il suo partito nei sondaggi affidandosi semplicemente a questo ridicolo ritornello. Solo con noi resterete nell'Euro. Il fatto che Syriza voglia rimanere nella moneta unica non conta, la voce della propaganda padronale sovrasta qualsiasi voce di dissenso.
Intanto i leader d'Europa continuano a lanciare minaccie, neanche troppo velate. Cari Greci, dovete votare per i partiti che rispettano gli impegni. Che questo partito, Nuova Democrazia, sia quello che ha truccato i conti per entrare nell'euro e creato la crisi, non conta, anzi. Prima la Merkel, poi Juncker sono intervenuti pesantemente nel dibattito. Una ingerenza gravissima negli affari interni di una nazione, un paese che nelle menti di tedeschi ed euroburocrati è a sovranità limitata non solo economicamente ma anche politicamente. E che una volta di più dimostra il vero significato della democrazia ai tempi del neo-liberismo. Non si vota liberamente, esiste un solo risultato giusto. Qualcosa di molto simile ai paesi dell'Europa orientale negli anni 60 e 70. 
E poi chi l'ha detto che gli impegni vanno rispettati? Se un governo farlocco come quello di Papadreou ha tradito il popolo greco e le promesse elettorali con cui era stato eletto per vendersi agli interessi economici tedeschi, perchè bisognerebbe mantenere questi patti scellerati? L'Europa ha dato soldi in cambio di riforme e quindi si sente in diritto di dettare l'agenda politica, ma anche in questo caso la realtà è diversa dalla propaganda. Secondo JP Morgan solo 15 miliardi dei 410 dati alla Grecia sono andati all'economia ellenica. Il resto è andato tutto ai creditori - leggi le banche europee.
In questo clima di terrore, oppressione, minaccie e propaganda oggi si vota. Non si vota per tornare alla dracma. Si vota per tornare a sperare.


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