Riporto un articolo sul debito pubblico nel Regno Unito apparso sull'edizione online di The Guardian il 26 giugno. Un articolo che risulta istruttivo di come "predicare bene e razzolare male" non sia un difetto solamente italiano.
Nel peloso linguaggio politico degli ultimi anni i Paesi i cui governi applicano politiche di riduzione indiscriminata della spesa pubblica e di controllo del deficit sono definiti virtuosi. In opposizione a quelle nazioni in cui il ruolo dello stato in economia e nella società è ancora consistente, che, sempre nella vulgata attuale, meritano lo stato di crisi in cui versano.
Il Regno Unito rientra a buon titolo tra i virtuosi, avendo ossequiosamente applicato le venefiche ricette neoliberista dai primi anni dei governi Thatcher ad oggi. Dal 2010, inoltre, sono al governo i primi della classe, giovani politici conservatori e liberal democratici che diligentemente si impegnano a distruggere ciò che rimane dello stato sociale: previdenza, sanità, istruzione, università ed assistenza sociale. Tutto rigorosamente nel nome del rigore nei bilanci e della crescita che quando arriverà porterà nettare ed ambrosia per tutti.
Intanto questi campioni hanno abbattuto quel poco di crescita del prodotto interno lordo che si era visto in seguito ai timidi investimenti effettuati dal loro predecessore, il laburista Brown, e, udite udite, hanno incrementato l'indebitamento dello Stato. Come prevedibile ed effettivamente previsto da molti economisti rimasti inascoltati, le politiche basate semplicemente sul taglio della spesa pubblica senza investimenti per incentivare la ripresa hanno impoverito la cittadinanza e conseguentemente l'ammontare delle imposte sul reddito riscosse dallo Stato, calate del 7.3% secondo l'economista James Knightley della banca ING . Secondo quanto affermato dall'istituto nazionale di statistica ONS il governo ha presi in prestito quantitativi sempre maggiori di denaro dalle banche (+£15 miliardi nel maggio 2012 rispetto ad un anno prima) e che il debito pubblico è cresciuto. Questi dati sono stati confermati da analisti finanziari e smentiscono i dati forniti dal Ministero del Tesoro, che indicavano una consistente riduzione del debito.
Una tendenza, quella di fare il trucco ai bilanci dello stato, di cui Tremonti fu maestro e che ha spinto la Grecia sull'orlo del baratro. Ma quelli di sa, sono cicale del sud, non virtuosi nordici.
http://www.guardian.co.uk/business/2012/jun/26/uk-government-borrowing-higher-expected
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Questo genere di politiche genera recessione, impoverimento e conseguenti minori introiti fiscali, fino ad arrivare al punto 0.
RispondiEliminaCome fanno gli economisti a non saperlo?
Quindi lo voglioni perchè questa politica provoca la svendita delle richhezze degli stati che finiscono nelle mani degli speculatori internazionali (quelli che comunemente vengono chiamati "i mercati") che potrebbero essere facilmente contrastati con regole democratiche e veramente liberali (non liberiste)
facciamo come l'islanda, per favore, ma organizziamoci tra di noi:questo governo criminale e' il nemico a casa nostra
RispondiEliminaOltre al Governo, criminali anche i partiti.
RispondiEliminaalcuni economisti, forse tutti, lo sanno. Ed hanno suonato il campanello d'allarme. Ma personaggi come Cameron ed Osborne sono sordi a questo tipo di campane, chiamano in ballo gli economisti quando devono giustidifare davanti ai propri cittadini politiche impopolari senza assumersene la responsabilitá.
RispondiEliminaEcco quanto sono capaci questi cloni della Thatcher, questi quarantenni che hanno studiato in scuole prestigiose per capire una fava di come funziona una societá: il Regno Unito sprofonda nella recessione.
RispondiEliminawww.guardian.co.uk/business/2012/jun/28/uk-recession-deeper-thought-gdp