venerdì 14 settembre 2012

La cosa (poco) seria

Ancora non governano - e chissà se lo faranno mai - ma già litigano. Record mica da poco per PD e SEL con Casini a fare da convitato di pietra - e non Di Pietro...
Dal suo atto di nascita - l'ennesima scissione della sinistra su questioni incomprensibili ai più - SEL ha privilegiato il rapporto con il Partito Democratico. Scelta legittima, se fosse politicamente coerente. Certo già qualche anno fa il PD non era proprio un partito di sinistra-sinistra, basta ricordarsi gli elogi sperticati di Chiamparino e Fassino (e non solo di Veltroni) per Marchionne, mentre Vendola marciava in piazza a fianco della FIOM. Ma col passare del tempo la situazione è anche peggiorata. Vendola compiva il suo percorso riformista, sosteneva Hollande invece di Melanchon per accreditarsi come leader responsabile, ma intanto il PD passava da Hollande a Monti. Con tanti mal di pancia, soprattutto del povero Fassina. Ed un pò anche di Bersani, incazzato soprattutto perchè a Palazzo Chigi non c'era lui. Ma i provvedimenti, tutti votati disciplinatamente, a partire dal fiscal compact - mitico quel "è sbagliato ma lo facciamo lo stesso". E nel mezzo, pensionati bastonati, il contrario di quello che fa il moderatissimo (e modestissimo) Hollande, e lavoratori trattati come macchinari da rottamare, manco fossero Veltroni e D'Alema. 
Un pò troppo anche per Vendola, che raccoglie le firme per ribaltare la riforma Fornero insieme agli appestati della sinistra - FdS e Di Pietro. Ed ecco che subito partono attacchi dai democratici verso Vendola, e dall'UDC, già promessa sposa per il dopo elezioni, verso il PD. Una cosa poco seria. 

D'altronde la politica del potere al posto di quella delle idee è una cosa poco seria per definizione. Perchè PD e SEL insistono per allearsi? SEL per andare al governo, il PD per non scoprirsi a sinistra e perdere troppi voti. Convenienza. Ma il programma? Poca roba, come si vede da quanto detto finora. Si, tutti parlano di centralità del lavoro, e allora? Anche i liberisti lo fanno, bisogna vedere come si intende dare centralità al lavoro. Con le liberalizzazioni o con i diritti? Ma su questo fronte tutto tace, per evitare altri scontri. Insomma, vinciamo insieme, poi iniziano i casini - con la c minuscola o maiuscola, va bene uguale. Invece lavoratori ed elettori avrebbero diritto di sapere per cosa votano veramente: votano per chi si oppone o per chi sostiene la riforma Fornero? O votano per chi si oppone per ritrovarsi con un governo eletto con i loro voti che, per ragioni di maggioranza, sosterrà quella riforma?
La cosa seria, invece, sarebbe fare alleanze con chi la pensa in maniera simile. Ad esempio sui già citati diritti dei lavoratori, fiscal compact, etc etc. Cioè, pare evidente che sui vari punti programmatici Vendola - o almeno il suo elettorato - sia più vicino ai referendari che al PD. Andare invece al voto coi democratici per fare la corrente di minoranza che poi non incide nulla sulle politiche del paese è politicamente inutile, se non opportunista. E' quella vecchia politica che sta nel palazzo e mai accanto alla gente. Che contratta qualche posizione di potere, un posto al sole in cambio di voti. L'unica cosa seria sarebbe lasciarli andare al loro destino. 


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2 commenti:

  1. Sul gioco ipocrita delle alleanze che promettono di non allearsi prima del voto ma si allargheranno dopo, sto con te. Però chi ha depositato i referendum per l'articolo 18 non dovrebbe aver fatto un mero gesto teatrale ma avere indicato senza ombra alcuna di dubbio il primo, urgentissimo percorso da seguire se una sinistra onesta arriverà al governo.Non al potere.

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  2. mah, vorrei capire cosa indica per SEL. sugli altri non ho dubbi. SEL indica una direzione alleandosi con chi questo referendum non vuole e con chi ha votato proprio quella riforma? suvvia...
    e qui non stiamo parlando del dopo voto, stiamo parlando di una alleanza gia' costitutia senza, almeno apparentemente, condividere nessuna delle cose segnalate nel post

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