Sembrerebbe quasi uno scontro da Campionato del Mondo, ma in realtà rischia di essere una partita senza vincitori. Le regole imposte dalla Germania - all'Italia, a tutti i PIIGS - e gli elettori che non ci stanno. Dopo "solo" due anni di crisi, in Grecia hanno dovuto mettere insieme di tutto e di più (ladri, evasori, bancarottieri, falsari tutti i partiti compartecipi del disastro) per non far vincere l'anti-tedesco Syriza. Ed in Italia c'è ormai una solida maggioranza anti-euro, guidata da Grillo e Berlusconi. Per un paese che è sempre stato in prima fila tra gli europeisti, davvero un bel risultato. Prima che tutto imploda - molto presto, a questo ritmo - bisognerà chiedersi come mai? L'articolo di seguito, preso tradotto da Keynesblog, è di Wolfgang Munchau ed è apparso originalmente su Der Spiegel.
“La Merkel ha perso le elezioni italiane e la sinistra non ha capito nulla”
di Wofgang Munchau
da Der Spiegel
I grandi sconfitti nelle elezioni italiane non sono Mario Monti
né Pier Luigi Bersani, ma Angela Merkel: se la crisi Euro è ancora qui,
la colpa è solo sua. La sua politica anticrisi ci sta portando verso il
disastro.
Angela Merkel è la vera perdente nelle elezioni italiane. Quanto la
sua Euro-politica sia sbagliata, nei giorni scorsi è diventato chiaro a
tutti. Mi aspetto che questa strada ci porti al disastro.
La sua politica consisteva nel tentare di risolvere la crisi
debitoria e di competitività nei paesi del sud Europa con un processo di
aggiustamento unilaterale. Grecia, Portogallo, Spagna e Italia,
attraverso una politica di austerità garantiscono il rimborso del
debito, e spingono verso una politica di riduzione salariale nel settore
pubblico che si propaga verso il resto dell’economia. In questo modo si
pensava di prendere 2 piccioni con una fava. La speranza era che dopo
uno schock breve e acuto, i debiti e i livelli salariali sarebbero
tornati in equilibrio. Davvero intelligente, oppure no?
Nei sogni. Né l’economia, né la politica funzionano nel modo in cui
ci si immagina in Germania. Economicamente è stata un’analisi molto
superficiale, senza considerare le conseguenze devastanti sull’economia
complessiva.
L’Italia si trova in una recessione che si autoalimenta: le banche
non danno credito perché non vedono nessuna ripresa, e la ripresa non
arriva perché le banche non danno credito. Le imprese nel frattempo
pagano interessi del 10 %. Non c’è da meravigliarsi se non investono e
se l’economia si contrae. Poiché il PIL è il denominatore nel livello di
indebitamento, questo cresce automaticamente quando l’economia si
contrae. Cio’ significa che il livello di indebitamento continua a
salire, sebbene i debiti non crescano. E’ chiamata anche trappola del
debito. Non se ne esce senza l’aiuto esterno. E piu’ ci si dimena, piu’
si scivola in profondità.
L’Italia interromperà la politica di austerità
Le conseguenze politiche le abbiamo vissute in diretta questa
settimana. Beppe Grillo con il suo movimento anti-Euro oggi è il piu’
grande partito del paese. Insieme a Silvio Berlusconi ha condotto e
vinto una campagna contro l’Euro e contro Merkel. Non importa quello che
succederà politicamente, l’Italia arresterà la sua politica di
austerità. Come potrebbe andare diversamente da un punto vista politico?
In questo modo viene meno per l’Italia la possibilità di trovare
protezione sotto il fondo di salvataggio. Perché l’ESM come condizione
imporrebbe ulteriori risparmi. Se in quel momento si dovesse andare alle
elezioni, il “Movimento 5 Stelle” di Grillo avrebbe allora la
maggioranza assoluta.
Mario Monti è la figura piu’ tragica nel dopo elezioni. Il suo
errore piu’ grande è stato l’accettazione in maniera acritica delle
politiche merkeliane. Avrebbe dovuto insistere su un fondo comune
europeo per il rimborso del debito e su di una europeizzazione completa
delle banche, compresi i debiti pregressi. E avrebbe dovuto minacciare:
in caso diverso, l’Italia è pronta a lasciare l’Euro. Merkel tuttavia
sapeva che l’ex commissario europeo, al contrario di Berlusconi, non
sarebbe mai andato tanto lontano. E cosi’ è stata capace di imporsi
tatticamente. Ma non è stata capace di risolvere il problema della
crisi. Al contrario.
La rabbia della folla presto toccherà anche il Portogallo e la Spagna.
Da un punto di vista economico il problema italiano puo’ essere
compreso attraverso un confronto con il Gold standard durante la grande
depressione. L’Euro oggi ha il ruolo che allora aveva l’oro, quello di
un tasso di cambio fisso. Anche allora gli economisti conservatori
sostenevano che i paesi nel gold standard si sarebbero riallineati
attraverso aggiustamenti nell’economia reale – al posto dei tassi di
cambio, sostituiti da un aggancio permanente all’oro. L’unica via di
uscita dalla grande depressione fu l’abbandono del sistema basato
sull’oro. In America avvenne nel 1933, in Francia rimase fino al 1936 –
con conseguenze economiche disastrose.
Io credo che in Europa avremo un percorso simile. Per mantenere
l’Euro sono necessari trasferimenti e aggiustamenti su entrambi i lati,
per i quali sia nel sud che nel nord Europa non c’è la maggioranza
necessaria. Le politiche di austerità costituivano l’ultima possibilità
in questo senso. La rabbia del popolo ha raggiunto l’Italia, e presto o
tardi toccherà anche la Spagna e il Portogallo. Anche in Francia ci sono
segnali in questa direzione. I greci in questo momento sono un po’
storditi, ma anche li’ la strategia dell’aggiustamento non sta
funzionando politicamente – nemmeno dopo sei anni di recessione.
Quello che Merkel probabilmente riuscirà a salvare politicamente in
Germania, è l’incapacità dei suoi avversari politici di smascherare
questa strategia. Del resto sono molto impegnati a sprecare il loro
capitale politico nella relativamente poco importante questione degli
aiuti finanziari a Cipro.
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