sabato 2 marzo 2013

Percepire la crisi a Torino
di Adriana Re 

Torino è sempre stata più una cittadina di provincia che una vera Metropoli; le Olimpiadi invernali le avevano dato un po’ di lustro e a noi pareva che fosse la strada giusta per dare nuovi input alla città  dopo la chiusura di molte fabbriche, del Lingotto e del suo indotto. Così non è stato. La crisi mondiale, la recessione, le scelte scellerate dei nostri governi hanno penalizzato una città già in sofferenza. I segnali si erano già visti in autunno quando la gente passeggiava per le strade del centro, ma i negozi  erano vuoti. Negli anni precedenti era naturale prima di Natale fare la coda per acquistare un qualsiasi oggetto, sgomitare e litigare per farsi servire dalle commesse. Quest’anno ovunque si andasse la stessa desolazione! Alla vigilia di Natale negozi con pochissimi acquirenti o addirittura vuoti, a nulla servivano le luci e gli addobbi colorati. I commercianti confidarono allora nei saldi pensando, come negli anni passati, di smaltire le giacenze e rientrare dalle spese. Pia illusione! Ancora in questi giorni, ormai di marzo, dopo due mesi di saldi, se giri per il centro città vedi vetrine con grossi cartelli proponenti sconti megagalattici,ma ugualmente  piene di merci invendute. Fa freddo è vero, ma la gente non si ferma nemmeno a guardare le invitanti promozioni. C’è aria di desolazione, di sfiducia. È un gatto che si morde la coda. In periferia molti negozi hanno già chiuso, ma anche negozi storici del cento città hanno chiuso o stanno per farlo. Ormai non si acquista più il superfluo ma nemmeno il necessario. Non si segue più la moda, pochi sono i capi firmati, si cerca di mantenere un minimo di decoro con minima spesa. Come in Grecia vedi  vetrine coperte dalla carta e con il cartello “affittasi” perché anche gli immobili ormai non li compera più nessuno. La grande distribuzione non va meglio! Non ci sono più grandi code alle casse, i carrelli sono semivuoti, hanno pochi prodotti e spesso solo quelli in offerta. I discount acquisiscono sempre nuovi clienti che a poco a poco hanno  modificato le loro abitudini e consumi. Qualcuno tempo fa disse che i ristoranti erano stracolmi e l’economia girava alla grande... Sicuramente vivendo a palazzo come il Re Sole, si fidava di quanto gli confidavano i suoi servitori. Ma ormai ..”il Re è Nudo “ e tutti ne siamo amaramente consapevoli!  


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